Traffico di droga e associazione a delinquere, maxi blitz dei Carabinieri all’alba: 21 arresti in Puglia – NOMI

A Taranto e nelle province di Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Cosenza, i Carabinieri stanno eseguendo 21 arresti (11 in carcere e 10 ai domiciliari). Le misure restrittive sono state emesse dal gip di Lecce, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Alle operazioni stanno partecipando circa 100 militari del comando provinciale di Taranto, personale del Nucleo Cinofili Carabinieri di Modugno e Potenza, dello Squadrone eliportato Cacciatori “Puglia” e del sesto Nucleo Elicotteri.

Sono 11 le persone finite in carcere e 10 invece quelle per i quali il gip ha disposto gli arresti domiciliari. In carcere Cosimo Leone, Vincenzo Leone, membro del gruppo ma autorizzato ad gestire in autonomia anche una seconda piazza di spaccio. E poi ancora Giovanni Leone, Vincenzo Basile, Cosimo Carriero, Michele Costantino, Pasquale Lupoli, Giovanni Marzulli Davide Nigro e Marco Semeraro. Ai domiciliari sono finiti tra gli altri Veronica Giudetti, Teresa Malizia, Valentina Petruzzella Scarcia, Anna Maria Quaranta, Angelo Briganti, Massimo Catapano, Carmine Eramo, Cosimo Friuli, Carmelo Nigro e Cristian Sorce.

Spaccio a Barivecchia, blitz dei Carabinieri: 5 indagati. Sequestrati 5 chili di droga

Nelle prime ore della mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Bari Centro, a conclusione di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica e Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque indagati, ritenuti responsabili di spaccio in concorso di sostanze stupefacenti nel Borgo Antico della città metropolitana di Bari. Sequestrati, a riscontro, 5 kg di sostanza stupefacente.

Droga dall’Albania in Italia, maxi operazione a Bari. Sgominata organizzazione criminale: 15 indagati

I carabinieri del comando provinciale di Bari, a conclusione di una indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un’organizzazione criminale composta da quindici indagati, ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra Albania e Italia.

Truffe al telefono: anziane seguono corso dei carabinieri e fanno arrestare 3 campani

A permettere l’arresto di tre presunti truffatori di origini campane è stata la capacità di due donne pugliesi, una 90enne di Bisceglie e una 70enne di Minervino Murge, nel nord Barese, di mettere a frutto i consigli ricevuti dai carabinieri, gli stessi che poi li hanno portati in carcere. Le due donne, che avevano partecipato ad alcuni incontri organizzati dai militari per mettere in guardia i più esposti alle truffe, non sono cascate nel raggiro degli indagati, architettato secondo lo stesso copione: un presunto parente della vittima in difficoltà e contanti e preziosi necessari ad aiutarlo. Il primo dei due casi risale a martedì scorso, quando un 24enne e un 20enne hanno tentato di derubare un’anziana di 90 anni residente a Bisceglie.

Alla pensionata uno dei due truffatori si sarebbe presentato al telefono come uno dei suoi nipoti bloccato in caserma a Barletta per problemi con la giustizia. L’unico modo per liberarlo, le avrebbe suggerito, era pagare una sorta di cauzione, fatta di banconote e gioielli. La donna, insospettita, ha allertato i militari che li hanno arrestati e portati in carcere a Trani. Lo stesso in cui è finito un 40enne che a Minervino avrebbe tentato di portare via soldi e gioielli a una 70enne dicendole che era un maresciallo dei carabinieri e che la stava contattando perché suo marito era rimasto coinvolto in un incidente stradale di cui avrebbe dovuto risarcire i danni. Per essere credibile, ha suggerito alla donna di chiamare il numero di emergenza 112 a cui però ha risposto un complice del truffatore grazie a un “artificio telefonico”, spiegano gli investigatori. Nonostante le difficoltà, i carabinieri sono riusciti a sventare la truffa e ad arrestarlo.

Scandalo all’Asl Bari, 23mila euro e 17 borse di lusso: il tesoro nascosto dell’impiegata Connie Sciannimanico

Concetta Sciannimanico, la 47enne arrestata lo scorso 12 novembre nell’ambito dello scandalo che ha travolto l’Asl di Bari, aveva nell’alloggio di servizio della caserma dei carabinieri dove vive insieme al marito un vero e proprio tesoro. Si trova ancora in carcere e la sua difesa ha presentato ricorso per ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari. A decidere sarà il Riesame.

Connie, così veniva chiamata da tutti, aveva in totale 22.700 euro nell’appartamento così suddivisi come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno: nella cassaforte 143 banconote da 50 euro in un borsello nero, altre 100 in una bustina per mascherine «Ffp2», 84 da 50 euro e 8 da 100 euro in una busta di carta bianca, 7 da 50 euro e 2 da 100 euro in un cofanetto metallico nero. Ma non finisce qui perché nell’ambito delle perquisizioni disposte dalla Procura sono state trovate anche 17 borse di lusso. Tra queste 10 di Louis Vuitton e una borsa Gucci. Tutte dal valore di migliaia di euro, per un totale di 30mila euro. A questo vanno aggiunte anche tre collane di lusso trovate nella cassaforte.

Un po’ troppo per un’impiegata assistente tecnico che guadagna 1300 euro al mese. L’accusa nei suoi confronti è quella di aver fatto parte dell’associazione a delinquere che truccava gli appalti della Asl di Bari, ad incastrarla ci sono anche intercettazioni e video in cui si parla di mazzette e di lavori.

Droga e armi, controlli dei Carabinieri a Vieste: 7 arresti e una denuncia. Sequestrati pistola e fucile da caccia

Sette persone sono arrestate in flagranza, e un’altra è stata denunciata, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente dai carabinieri di Vieste nel corso di recenti controlli. In particolare, in un’abitazione del centro storico di Vieste, i carabinieri hanno arrestato un 26enne trovato in possesso di 45 grammi di hashish e circa quattromila euro in contanti.

Durante i controlli in strada, sulle vie di accesso alla città, i carabinieri hanno arrestato due persone: un 40enne disoccupato, trovato in possesso di circa duemila euro dei quali non era in grado di giustificare la provenienza, e nella cui abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati circa 600 grammi tra hashish e cocaina; e un 30enne foggiano che viaggiava come passeggero all’interno di un altro veicolo fermato dai militari, trovato in possesso di circa 50 grammi di hashish, di una pistola con matricola abrasa e relativo munizionamento.

Un altro 30enne viestano è stato arrestato per detenzione di circa 40 grammi di cocaina e di un fucile da caccia semiautomatico, con matricola abrasa, utilizzato per minacciare un vicino di casa nel corso di una discussione. L’uomo è stato anche denunciato per ricettazione perché nella sua abitazione i carabinieri hanno ritrovato monili in oro oggetto di furto la scorsa estate.

Si fingono Carabinieri con lampeggiante, rubano auto a 28enne e lo riempiono di botte: mistero a Molfetta

Si fingono Carabinieri, con tanto di lampeggiante blu sul tettuccio, e rubano l’auto a un 28enne di Giovinazzo. L’episodio è avvenuto a Molfetta il 10 novembre scorso e ha dell’incredibile. La vittima era a bordo della sua Mercedes Classe A, una macchina si è affiancata sulla complanare della ss16 bis. Il 28enne ha pensato fosse una pattuglia in borghese in servizio di notte e così si è fermato. A questo punto sono entrati in azione diversi uomini incappucciati. Al suo rifiuto di consegnare dei soldi, gli hanno sottratto le chiavi dell’auto prima di colpirlo ripetutamente e fuggire via, complice anche l’arrivo di un’altra vettura. Sul posto sono intervenuti poi i veri Carabinieri, il 28enne è stato ritrovato per strada in evidente stato di shock. L’auto è stata ritrovata più tardi e intatta. Le indagini sono affidate ai Carabinieri con l’obiettivo di fare chiarezza intorno a questa strana vicenda.

Droga, armi e mafia a Bari: eseguiti 5 ordini di carcerazione per condanne definitive fino a 15 anni – I NOMI

I carabinieri di Bari hanno eseguito cinque ordini di carcerazione nei confronti di altrettante persone destinatarie di sentenze definitive di condanna, da uno a 15 anni di reclusione, per i reati – contestati a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. I fatti per cui i cinque sono stati condannati risalgono agli anni tra il 2015 e il 2018. Le indagini della Dda di Bari partirono dopo il ferimento di uno spacciatore del 23 settembre 2016, commesso – secondo quanto accertato – per motivi legati al «dominio delle piazze di spaccio» nel quartiere Poggiofranco.

Gli accertamenti successivi hanno consentito anche di svelare l’esistenza di un’associazione che spacciava «ingenti quantitativi» di hashish e marijuana. Riconducibile all’associazione anche un’arma – provento di furto – e 52 chili di hashish trovati e sequestrati il 5 giugno 2018. Nel corso delle indagini sono state arrestate 17 persone, sequestrate armi e considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti. I destinatari dell’ordine di carcerazione sono Maurizio Larizzi (41 anni, condannato a 15 anni e 10 mesi), Giorgio Larizzi (34 anni, condannato a 14 anni e 5 mesi), Vittorio Russo (28 anni, condannato a un anno), Nicola Ratti (29 anni, condannato a 3 anni e 3 mesi) e Federico Tamma (28 anni, condannato a 2 anni e cinque mesi con pena sospesa).

Minervino, inseguimento e scoperta choc: oltre 350 chili di esplosivo nel furgone. Arrestati due giovani di Barletta

I Carabinieri di Minervino Murge hanno sequestrato più di 350 chili di esplosivo a bordo di un furgone che non si è fermato all’alt dei militari. Dopo un breve inseguimento, i Carabinieri sono riusciti a bloccarlo alla periferia del paese. Due giovani incensurati di Barletta, di 20 e 27 anni, sono stati arrestati. A bordo del mezzo 350 chili di materiale esplodente, suddiviso in 1500 ordigni dei quali 132 di manifattura artigianale, tutti ad altissima potenzialità. Sarebbero bombe utilizzate per far esplodere gli sportelli bancomat con la cosiddetta tecnica della marmotta. Tutto il materiale esplosivo è stato sequestrato, i due sono stati condotti nel carcere di Trani.