Caporalato nel Barese, 68 lavoratori reclutati in nero e pagati 4,60 euro l’ora: due arresti. Indagate 12 persone

Il Comando Provinciale Carabinieri di Bari ed il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro (NIL) di Bari – hanno eseguito un provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Bari con il quale è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, un uomo ed una donna, ritenute responsabili, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. L’attività investigativa, denominata convenzionalmente “Caporalis”, ha interessato la campagna agricola nel periodo maggio-luglio 2021, nonché l’attualizzazione delle due posizioni al termine dell’indagine nel mese di giugno 2023. Nel corso dell’attività è stato possibile accertare l’esistenza di una struttura ben articolata di soggetti (nr. 2 “caporali” attinti da misura e nr. 12 titolari di nr. 10 aziende) che, in concorso tra loro, operando nei comuni di Cassano Murge (BA), Turi (BA), Acquaviva Delle Fonti (BA) e Rutigliano (BA), reclutavano ed impiegavano manodopera mediante l’attività di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il tutto in violazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Le articolate indagini poste in essere dall’Arma di Cassano delle Murge (BA) e dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro (NIL) di Bari, condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento e per mezzo di attività tecniche, supportate, inoltre, da dichiarazioni di lavoratori, trae origine da una denuncia presentata presso il Comando di Cassano delle Murge (BA) da una donna oggetto di sfruttamento da parte dei destinatari dell’odierna misura restrittiva. Successivamente alla denuncia, si avviavano le attività tecniche e gli accertamenti sul campo, corroborate da copiose verifiche documentali, centinaia di riscontri telematici sulle banche dati delle FF.PP. e dell’INPS, accessi ispettivi nelle aziende, controllo dei datori di lavoro ed escussione della manodopera sfruttata. Le complesse attività d’indagine hanno consentito di identificare complessivamente 68 lavoratori in nero (66 italiani e 2 stranieri) reclutati dai “caporali” al fine di essere sottoposti a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno, ricorrendo alla reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali e territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali o comunque sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato. Gli stessi lavoratori venivano minacciati dai “caporali”, i quali si vantavano di essere imparentati a soggetti affiliati a noti clan camorristici di Bari. Relativamente alle retribuzioni, si accertava che la manodopera veniva sottopagata (circa 4,60 € l’ora a fronte dei circa 11 € previsti per legge). Nel contempo, veniva accertato che 25 lavoratori impiegati in nero, erano percettori di reddito di cittadinanza. Nel medesimo contesto sono state appurate condizioni di lavoro in violazione delle norme previste dal T.U. Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, controllate e sanzionate nr. 10 imprese agricole, le quali assumevano, impiegavano e sfruttavano manodopera mediante l’attività di intermediazione condotta dai 2 “caporali”.

Nel corso dell’indagine, a riscontro delle attività tecniche e dei connessi servizi di osservazione controllo e pedinamento, sono state documentate le dazioni di denaro tra “caporali” e titolari d’Azienda attive nel settore agroalimentare; sequestrati alcuni quaderni manoscritti “c.d. libri mastro”, sui quali gli intermediari annotavano tutte le giornate di presenza della manodopera, appunti necessari a contabilizzare la loro attività illecita. Il procedimento penale, nel quale sono contestati complessivamente 10 capi d’imputazione, oltre alle due persone arrestate, vede iscritte 12 persone indagate dei medesimi reati, in concorso tra loro e a vario titolo.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti. L’operazione odierna testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e dell’Arma dei Carabinieri al delicato fenomeno del cd. “caporalato”, evidenziando il ruolo delle Istituzioni quale punto di riferimento per un’efficace azione di contrasto.

Si rifiuta di truffare società di noleggio auto, 35enne sequestrato e picchiato: 2 arresti nel Tarantino

Avrebbero sequestrato e picchiato un uomo di 35 anni allo scopo di estorcergli 15mila euro a compensazione del rifiuto opposto dalla vittima di portare a termine una truffa ai danni di una società di noleggio auto. Per questo episodio risalente al mese di aprile del 2023 i carabinieri hanno arrestato un 29enne di Taranto e un 50enne di Martina Franca.

Ai due è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della procura distrettuale antimafia.
Secondo quanto ricostruito dai militari del Nucleo Investigativo, grazie anche all’acquisizione di testimonianze e ad attività tecniche, il 35enne sarebbe stato prelevato dalla sua abitazione di Martina Franca dai due indagati, costretto a salire su un’auto e condotto in un garage a Taranto per essere brutalmente picchiato, anche con il calcio di una pistola. Solo qualche ora dopo il malcapitato sarebbe stato liberato e accompagnato nei pressi di un distributore di carburanti del quartiere Paolo VI. Il 35enne riuscì poi a tornare a Martina Franca, dove i carabinieri della locale Compagnia, già allertati dalla compagna della vittima, lo rintracciarono mentre vagava nel centro abitato. L’uomo, che presentava evidenti lesioni al volto, fu accompagnato al pronto soccorso.

Dalle indagini coordinate dalla Dda di Lecce è emerso che il 35enne si era rifiutato di realizzare una truffa ai danni di una società di noleggio auto, che sarebbe dovuta consistere nel prendere in locazione un’auto, per poi denunciarne falsamente il furto al fine di smontarla e rivendere i singoli pezzi al mercato dell’usato.

Bitritto, appartamento svaligiato in pochi minuti: ladri in fuga dopo il colpo

Furto in un appartamento, situato in un condominio a Bitritto, questa mattina alle 09.30. Due uomini col volto travisato, da cappellino e mascherina, in pochi minuti hanno messo sottosopra tutta l’abitazione.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, i ladri si sono dati alla fuga da un acceso secondario scavalcando alcune alte recinzioni, sbucando così su un’altra strada dove ad attenderli c’era un’auto guidata da un complice. Il colpo è stato ripreso dal circuito delle telecamere di videosorveglianza. Le immagini sono al vaglio dei carabinieri di Bitritto (Foto BIT-Live).

Bari, minaccia e picchia tre Carabinieri al Libertà: 46enne condannato a 7 mesi di reclusione

Un 46enne barese è stato condannato a 7 mesi di reclusione per resistenza e lesioni a pubblico ufficiali per aver aggredito tre Carabinieri durante un controllo. L’uomo è stato anche condannato al risarcimento danni nei riguardi dei tre militari che si sono costituiti parti civili. Tra provvisionali e spese processuali dovrà pagare 3800 euro.

I fatti risalgono al marzo 2020 e sono avvenuti in via Brigata Regina, nel quartiere Libertà di Bari. “Ringrazia la divisa che ti gonfio, ti rovino io e ti vengo a prelevare, se ti do uno ti sfondo, se ti trovo per strada ti sei fatto i c… i tuoi”, le minacce e le offese prima dell’aggressione. Il 46enne avrebbe infatti spintonato e strattonato i tre Carabinieri, provocando lesioni e contusioni al torace e alla spalla.

Supermercato della droga a Cerignola, blitz dei Carabinieri: 15 arresti e 5 divieti di dimora

Due distinte ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura, sono state eseguite dai carabinieri di Cerignola nei confronti di 20 indagati (di cui 11 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 5 divieti di dimora), ritenuti responsabili in concorso di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine dei carabinieri è stata finalizzata alla disarticolazione delle principali attività di spaccio nel paese. La prima attività investigativa – avviata nel novembre 2022 e conclusa nel gennaio 2023 – ha consentito di accertare che 6 degli indagati finiti in carcere gestivano un vero e proprio ‘supermercato della droga’ in un locale del centro cittadino. Documentate oltre 1.300 cessioni di droga (con una media di 35 al giorno). La seconda attività investigativa, avviata nel gennaio 2023, ha consentito di raccogliere elementi di colpevolezza nei confronti di 14 indagati (tutti italiani, di cui 5 destinatari della custodia in carcere, 4 gli arresti domiciliari e 5 sottoposti a divieto di dimora).

I carabinieri hanno accertato le modalità di acquisto, trasporto e vendita al dettaglio della sostanza stupefacente nell’hinterland cerignolano e in altre province limitrofe, documentando la compravendita di droga tra alcuni indagati, i quali riuscivano così a garantirsi una costante disponibilità di stupefacente. Riscontrato l’allestimento di due punti di spaccio, rispettivamente nella residenza di un indagato ristretto agli arresti domiciliari e in un appartamento a ridosso del centro cittadino, dove sarebbe stata garantita una operatività h24. Altri due indagati avrebbero effettuato cessioni a domicilio e su ordinazione.