Camera penale di Bari, attacco al Governo: “Le misure sulle carceri sono insufficienti e non idonee”

Assicura di essere “vigile, attenta” e soprattutto “pronta a monitorare ogni situazione di rischio e a sostenere ogni iniziativa utile per la salvaguardia della dignità delle persone detenute”. È quanto si legge in una nota della Camera penale di Bari che così interviene sulla situazione carceraria contrassegna dalla emergenza e che “il governo – prosegue la nota- sta affrontando con un pannicello caldo”. La Camera penale definisce “insufficienti e non idonee” le misure inserite nel decreto varato lo scorso 4 luglio.

“Il Governo in nome di una presunta esigenza di sicurezza ha finito per concettualizzare un assioma che è l’esatto contrario di quello che accade nella realtà: più misure alternative abbattono notevolmente inesorabilmente il pericolo di recidiva”, prosegue la nota. “Nuove cause di inammissibilità delle istanze presentate dalle persone detenute, non possono considerarsi strumenti adeguati per fronteggiare il problema del sovraffollamento carcerario”, evidenzia la Camera penale secondo cui risulta utile il provvedimento relativo al “corpo di polizia penitenziaria ormai da anni allo stremo. Mille agenti in più in un triennio e senza immediati effetti concreti, risultano poca cosa”. La Camera penale di Bari sottolinea che “l’ordinamento deve necessariamente rivedere l’intera esecuzione penale” con “strumenti idonei per superare la cultura della pena carceraria e consentire una esecuzione della pena secondo i precetti costituzionali”.

Il segretario generale del SAPPE in visita alle carceri di Trani e Taranto: “Situazione drammatica e grave”

“È stata una due giorni (4 e 5 marzo) molto intensa ed impegnativa per il segretario generale del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, il dottor Donato Capece che, tralasciando alcuni importanti impegni nazionali, è voluto venire nella nostra regione per rendersi conto di persona della gravità della situazione dei penitenziari pugliesi. Le ispezioni si sono concentrate tra il carcere di Trani, dove c’è stata una clamorosa evasione di due detenuti, e quello di Taranto, dove il sovraffollamento di detenuti, (quasi 950 detenuti per meno di 300 poliziotti) ha registrato il parametro detenuti/poliziotti più basso d’Italia”. Inizia così la nota stampa del SAPPE Puglia.

“Dalle notizie assunte dai vertici del carcere di Trani sono emerse in maniera più significativa le responsabilità di un amministrazione inefficiente, superficiale. Infatti a tutt’oggi nonostante le varie ricostruzioni non sarebbe possibile determinare con assoluta certezza le modalità dell’evasione in mancanza di filmati video, in quanto nonostante siano state avanzate più richieste di dotare quella zona di apparato di videosorveglianza, (anche in considerazione del fatto che per carenza di personale il muro di cinta è sguarnito), fin dai tempi dell’evasione di due anni fa, non c’è stata alcuna autorizzazione – si legge -. Come pure è emblematico venire a sapere che uno dei detenuti (proprio quello ancora latitante) non doveva essere più a Trani poiché era stato richiesto allontanamento (negato), a seguito di gravi episodi di violenza posti in essere dallo stesso. A Taranto invece la situazione è drammatica poiché non ci sono più letti per accogliere detenuti, con i poliziotti in preda a grande amarezza poiché non ce la fanno più a lavorare perché sottoposti a turni massacranti in violazione di qualsiasi legge. Dopo l’ispezione dei due penitenziari il dottor Capece ha voluto riunire i dirigenti sindacali del SAPPE in servizio nelle carceri pugliesi al fine di preparare un documento che nei prossimi giorni verrà presentato ai vertici del DAP, nonché agli attuali sottosegretari del Ministero della Giustizia che hanno le deleghe sia per i detenuti che per il personale di polizia penitenziaria”.

“Purtroppo da Lecce a Foggia, da Bari a Brindisi, senza dimenticare le strutture più piccole, le problematiche potrebbero sovrapporsi con un unico comune denominatore per cui la Puglia ha solo record negativi inerenti al più importante sovraffollamento di detenuti della nazione (4500 per 2700 posti), a cui viene contrapposto il più basso organico (in percentuale) di poliziotti penitenziari – conclude il sindacato -. Purtroppo si deve anche constatare che nella nostra regione i suicidi, le evasioni nonché i tentativi di suicidi ed evasioni da parte dei detenuti sono sicuramente al di sopra della media nazionale, ma sarebbero potuti essere molti di più senza la professionalità e il coraggio di un manipolo di poliziotti che soprattutto nelle ore serali e notturne presidiano le carceri pugliesi abbandonate a sé stesse, nonostante la presenza di ospiti pericolosissimi. Il SAPPE ritiene che se non si correrà presto ai ripari con lo sfollamento di almeno 800/1000 detenuti necessari per riportare il sovraffollamento delle nostre carceri alla media nazionale, con l’aggiunta di un congro numero di poliziotti, potremmo presto assistere a fenomeni molto più gravi per le nostre carceri, e pericolosi per i territori in cui i penitenziari vengono ospitati”.

Agente penitenziario suicida, memorial Paolillo. Sappe: “Carceri iper affollate usate come manicomi”

Il Sappe Puglia, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha voluto omaggiare per il secondo anno consecutivo Umberto Paolillo, agente e ispettore capo della polizia penitenziaria Barese che si è tolto la vita due anni e mezzo fa con la pistola d’ordinanza.

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