Carriera alias a scuola per studenti trans, diffidati il Giulio Cesare e lo Scacchi. Le presidi: “Non torniamo indietro”

Le associazioni Pro Vita & Famiglia e Generazione Famiglia hanno diffidato 150 scuole italiane che consentono la “carriera alias” agli studenti che stanno affrontando un percorso di transizione di genere. Tra loro anche due scuole baresi, l’istituto Giulio Cesare e il liceo scientifico Scacchi, che prontamente hanno respinto la diffida al mittente, ribadendo la ferrea volontà di poter dare la libertà ai propri alunni di esprimere la loro natura, come confermato direttamente anche dalle due dirigenti scolastiche.

Bari, la scuola media Massari-Galilei approva carriera alias: via libera per studente trans 12enne

La scuola media Massari-Galilei ha riconosciuto l’identità di genere di un suo studente trans 12enne, approvando la carriera alias. È il primo caso a Bari per un istituto di istruzione secondaria inferiore (finora la carriera alias era riconosciuta solo dall’Università e dal Politecnico) e uno dei pochi in Italia.

L’annuncio è stato dato dall’associazione barese Mixed che si occupa di diritti Lgbtqia+.  “Quando i genitori di Nicola (nome di fantasia) si rivolsero alla nostra associazione fummo ben lieti di incontrare la famiglia al completo e di fornire tutto quello che potevamo una rete di supporto, i contatti con altri genitori di persone t* molto giovani, consigli e informazioni sugli step utili da fare perché la comunità scolastica accogliesse Nicola senza riserve e rispettasse la sua identità di genere (al netto delle leggi che imporrebbero il contrario) in uno dei luoghi principali della socialità – raccontano -. La famiglia di Nicola era già il meglio che potessimo augurarci di incontrare, una famiglia accogliente, senza pregiudizi; una famiglia aperta al dialogo, curiosa, ansiosa di riempire con tutto l’amore che si può ogni faglia di un sistema istituzionalmente transfobico, ruvido, pieno di limiti di genere imposti a chi ha avuto la fortuna di vivere da sempre secondo la propria identità di genere”.

“Dopo i primi accorgimenti, che sono pure le uniche scorciatoie cui poter ricorrere oggi in Italia (chiamare Nicola per cognome, ad esempio), la dirigente scolastica ha dimostrato grande maturità in ordine a uno dei principali diritti umani: il diritto al nome e all’identità personale – conclude l’associazione -. Ha accolto la richiesta dei genitori di Nicola completa dei certificati che l’iter di affermazione di genere (ancora fortemente medicalizzato in Italia) impone, e così oggi Bari diventa pioniera da questo punto di vista”.