Sindaco di Bari su emergenza abitativa: “Un dramma. Più ascolto e nuovo sistema per le assegnazioni”

Come annunciato vi mostriamo l’intervista concessa ai nostri microfoni dal sindaco di Bari, Vito Leccese. Il primo cittadino ci ha accolto a Palazzo di Città per affrontare l’argomento delicato dell’emergenza abitativa: “Ho deciso di rivedere tutto, il sistema parte da una delibera di 15 anni fa, oggi va attualizzata. La richiesta è esplosa, dobbiamo rivedere il provvedimento e dare delle risposte”.

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Tania, sentinella delle case popolari: “Assegnazioni a rilento. Il sistema agevola gli amici”

L’avevamo incontrata mentre vagava nella sua auto insieme ai due figli, di cui uno con una doppia disabilità, in cerca di un posto in cui vivere. Dopo diverse settimane, eravamo riusciti a far ottenere ad Antonia una casa in emergenza abitativa a Enziteto. A causa di alcuni problemi si è trasferita al San Paolo in una casa popolare di proprietà del Comune di Bari.

In tutto questo tempo non abbiamo mai smesso di sentirci. Tania è diventata la paladina di chi cerca una casa popolare. Si adopera per aiutare la gente con le domande di assegnazione ma soprattutto si è attivata per fare da sentinella nel tentativo di scoprire le case popolari vuote, per segnalarle, per evitare che siano occupate abusivamente e fare in modo che le abitazioni, sia quelle comunali sia quelle dell’Arca, vengano affidate a chi ne ha bisogno e a chi è in graduatoria. Proprio come è accaduto nel suo caso.

Ci racconta di cosa ha fatto per entrare nella casa comunale e di come abbia speso dei soldi per renderla quanto meno abitabile e dignitosa. Le condizioni infatti erano disastrate ma c’è ancora tanto da sistemare, spese che Tania, in emergenza abitativa con due figli a carico, non può sostenere. Giovedì è stato effettuato un sopralluogo ma non è stato fatto niente. Quello di Tania è un paradosso, proprio lei che aiuta le persone per ottenere una casa popolare, invoca l’intervento del Comune per sistemare casa. Approfittando della situazione, Tania ha lanciato un appello disperato al padre del bambino per agevolare l’esame genetico con l’obiettivo di risalire alla natura della disabilità e intervenire.

Bari, il boss Eugenio Palermiti e la gestione delle case popolari a Japigia: “Le dava e le toglieva a chi voleva”

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Palermiti riusciva anche a sfrattare famiglie intere e farle allontanare dal quartiere. A partire da quelle dei pentiti, diventati poi nel tempo collaboratori di giustizia. I loro familiari erano minacciati e spaventati per “punizione”. Le intimidazioni riguardavano tutti, anche donne e bambini.

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L’Arca fa acqua da tutte le parti, diluvia nelle case popolari: ombrelli in via Granieri 5/E

Torniamo ad occuparci del filone delle case popolari e lo facciamo direttamente dalla palazzina popolare situata in via Granieri, al civico 5/E, nel quartiere San Paolo di Bari. Non ci siamo fatti trovare impreparati e così ci siamo recati sul posto armati di ombrello per fare visita a Elisa, Pino e Maria. Quando piove nelle loro abitazioni si creano delle vere e proprie cascate d’acqua che scendono sui muri.

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Disastro popolare, caccia l’inquilino del secondo piano: “Piove in bagno Arca deve fare i lavori”

“È uno schifo. Il Comune di Bari si deve vergognare a far vivere le persone in questo stato”. Non appena ci ha visto Adele ha colto l’occasione per sfogarsi. La sua vita non è stata mai semplice. Un ex marito tossicodipendente, una figlia con un bambino di 12 anni che ha un ex anche lui dipendente dalla droga. Entrambe non lavorano e l’unico che guadagna è il figlio maschio. Questo però comporta diversi problemi burocratici ad Adele, che con i soli mille euro guadagnati dal figlio deve provvedere a tutto e non può chiedere nessun sussidio, neanche i libri di scuola per il nipote.

Adele, però, è arrivata a raccontarci tutto questo, partendo dalle condizioni del bagno della sua casa popolare. Un modo per farci capire in che situazione vive. “Ho cacciato l’inquilino del piano di sopra perché, ogni volta che andava in bagno, qui scendeva lo schifo. In bagno andavamo con l’ombrello e non si può vivere così. Gli ho detto che in casa non può stare fino a che non gli vengono ad aggiustare il bagno. Noi non possiamo stare in questo stato e quindi è giusto che sia così. Io stessa sono andata all’ufficio case per denunciare la situazione e mi hanno detto che verranno ad aggiustare. Ma fin quando non li vedo non ci credo”.

Come Adele ci sono tante famiglie che stanno vivendo queste situazioni al limite della disumanità. Senza i dovuti sussidi, senza gli aiuti da parte dello Stato, ma solo rogne su rogne e bollette da pagare che diventano stratosferiche. Come la Tari che dovrebbe pagare la barese, arrivata a oltre mille euro e per impossibile anche rateizzare.