“Dopo oltre 14 ore di trattativa al Ministero del Lavoro è stato raggiunto nella notte l’accordo sulla cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva. Nell’accordo prevediamo che, con il percorso di ripartenza, siano garantiti tutta l’occupazione e la continuità salariale con un’integrazione dignitosa per le persone che per vivere devono lavorare”.
Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil sottolineando che: “nell’accordo c’è un piano di ripartenza che i commissari straordinari dovranno mettere in pratica, c’è la tutela occupazionale perché non sono previsti esuberi e soprattutto alla fine di questo percorso ci sarà la possibilità per tutti di rientrare al lavoro”.
La procedura di cassa integrazione straordinaria per l’ex Ilva riguarderà un numero massimo di partenza, con un solo altoforno in marcia, di 4.050 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto, 270 a Genova e 175 a Novi Ligure. Questo è quanto prevede l’accordo siglato. Il numero massimo di lavoratori coinvolti è ridotto rispetto alla richiesta iniziale di 5.200 lavoratori avanzata da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, di cui 4.400 a Taranto.
Le organizzazioni sindacali sottolineano che l’intesa “prevederà importanti novità e agevolazioni per i lavoratori coinvolti dalla cigs: riconoscimento di integrazione salariale pari al 70% della retribuzione globale annua lorda, oltre ai relativi ratei di tredicesima e premio di produzione. Previsto un welfare aziendale fino al 3% dello stipendio lordo proporzionale al raggiungimento dei 3 milioni di tonnellate della produzione. Riconoscimenti delle integrazioni retributive retroattivi a marzo 2024”.
Si aggiunge che dovrà essere assicurata “la massima rotazione tra lavoratori” e che “in base alla risalita produttiva (a partire da ottobre 2024 quando è previsto il riavvio dell’altoforno 1), i numeri dei lavoratori in cigs diminuiranno fino ad azzerarsi dal marzo 2026 con la marcia con tre altoforni”. Il periodo di validità della cigs, spiegano ancora i sindacati, “è di 12 mesi (a partire da marzo 2024), rinnovabile per altri 12 mesi dopo nuovo esame congiunto tra azienda e sindacati”. Nell’accordo si parla di “formazione” e della “possibilità di discutere dello smart working e di altre forme di flessibilità”. Riconosciuta, infine, la “validità dell’accordo del 6 settembre 2018 (in particolare la salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in As)”.