Corruzione elettorale, Sandrino Cataldo torna libero: l’ex numero uno di Sud al Centro lascia i domiciliari

Sandrino Cataldo torna libero dopo poco più di tre mesi. Il marito di Anita Maurodinoia, consigliera regionale, ed ex numero uno di Sud al Centro era finito ai domiciliari il 4 aprile nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari in quanto considerato il promotore di un’organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020.

Il gip, Paola Angela De Santis, ha accolto l’istanza presentata dal suo legale con il parere positivo della Procura di Bari.

Sistema Sandrino, elezioni terminate a Bari: l’ex braccio destro Armando De Francesco torna libero

Armando Defrancesco, l’ex braccio destro di Sandrino Cataldo, torna libero. La gip Paola Angela De Santis ha accettato la richiesta del suo legale e ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, nonostante il parere contrario della Procura. Alla base della decisione la conclusione delle elezioni amministrative (non c’è quindi pericolo di reiterazione del reato) e la scadenza dei termini delle indagini preliminari a fronte del tempo passato dai fatti contestati avvenuti nel 2021). Resta da capire se lo stesso verrà deciso anche per Cataldo, il marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia, arrestato per corruzione elettorale.

È stato proprio Defrancesco a far nascere l’intera inchiesta. Infuriato con lui l’ex consigliere contattò il finanziere Gerardo Leone, incastrato in un’altra vicenda giudiziaria proprio da Cataldo, e gli rivelò il sistema elettorale e il modus operandi architettato da Sandrino per le votazioni a Bari, Grumo, Triggiano e per le Regionali. Da lì è partita poi l’inchiesta che ha portato all’arresto di Cataldo e anche di Defrancesco. Leone infatti registrò tutto e nei giorni scorsi è stato anche ascoltato in Procura come testimone.

Voto di scambio a Bari, ricorso di Sandrino al Riesame. La difesa: “Solo congetture e sospetti mancano prove”

Nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Sandro Cataldo, marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia, “la congettura è stata elevata a sospetto e il sospetto ad elemento di prova”. Lo sostengono i difensori di Cataldo, Mario Malcangi e Gianlucio Smaldone, a margine della discussione dinanzi al tribunale del Riesame al quale chiederanno oggi l’annullamento della misura degli arresti domiciliari per il loro assistito.

I difensori sostengono che il quadro indiziario contestato dalla Procura “sia insussistente perchè manca sia l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale sia la corruzione elettorale stessa, che se c’è è attribuibile ad altri soggetti”. Sono quindi anche inesistenti le esigenze cautelari. La difesa depositerà ai giudici del Riesame una memoria di 44 pagine con numerosi allegati dalla quale emerge – sostengono i legali – “la capillare attività politica svolta dall’indagato che non lo ha mai portato a compiere reati”. All’udienza, alla quale parteciperà anche il procuratore Roberto Rossi, la Procura chiederà al tribunale la conferma della misura cautelare. La decisione è attesa entro il 26 aprile. È invece slittata al 24 aprile l’udienza del Riesame per l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, anch’egli ai domiciliari.

L’impegno politico per le Comunali di Bari e il complotto “farlocco”: perché Sandrino deve restare ai domiciliari

A Cataldo non sono bastate le dimissioni da segretario del partito Sud al Centro, così come non è bastato il fatto che la moglie, Anita Mauroinoia, non sia più assessore della Regione Puglia. Sandrino ha dichiarato di essersi separato da lei anni fa e di non vivere più sotto lo stesso tetto, ma all’atto dell’esecuzione della misura cautelare, i due erano nell’abitazione coniugale di Triggiano.

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