Monopoli, 53 tonnellate di rifiuti tombati in una cava: in 5 a processo. Bonifica completata e area dissequestrata

Sono durate poco più di un mese le attività di bonifica della cava sequestrata a Monopoli, nel Barese, lo scorso 19 aprile perché al suo interno erano state trovate 53 tonnellate di rifiuti, anche pericolosi. La bonifica, a carico di uno dei cinque indagati dalla procura di Bari per reati ambientali, è stata completata e il personale della capitaneria di porto ha rimosso i sigilli.

Secondo quanto accertato dalle indagini, iniziate dopo la denuncia fatta nell’agosto 2023 da un cittadino, nell’area erano stati sotterrati rifiuti di diverso tipo tra cui l’amianto che “era stato occultato mediante tombamento”, spiegano gli investigatori evidenziando che le verifiche svolte hanno consentito di definire “un grave quadro indiziario in ordine alla commissione dei reati ambientali quali la gestione illecita di rifiuti speciali anche pericolosi” che ha fatto scattare il sequestro “per cristallizzare l’area e impedire il reiterarsi dei reati”. La bonifica è stata svolta “sotto la vigilanza della guardia costiera” e ha avuto inizio il “2 luglio scorso per terminare il successivo 6 agosto”

Bitonto, tonnellate di rifiuti speciali smaltiti nella cava dell’area protetta: due denunce

La Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro una cava localizzata in area protetta e sottoposta a vincolo paesaggistico nell’agro del Comune di Bitonto, al termine di una complessa e articolata indagine che ha consentito di rilevare centinaia di tonnellate di rifiuti speciali, soprattutto provenienti dalla demolizione di edifici. Sui luoghi interessati sono in corso le ispezioni e gli accertamenti, disposti dalla Procura della Repubblica di Bari. Sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria due soggetti, in violazione della normativa di cui al D.Lgs 152/2006 “Testo Unico Ambientale”, responsabili di aver realizzato e gestito una discarica abusiva e di aver eseguito opere di recupero ambientale della cava impiegando rifiuti (speciali e da demolizione), che sono stati illecitamente sepolti mediante la copertura con terra e materiale di escavazione (accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa). Per i fatti accertati, i militari operanti procederanno alla contestazione dell’«ecotassa» e delle sue sanzioni amministrative, con il fine di garantire il ristoro del danno ambientale arrecato. Gli esiti dell’odierna attività a tutela dell’Ambiente confermano l’importante ruolo svolto dalla Guardia di Finanza, cui è affidata una funzione concorsuale nelle attività di prevenzione e contrasto degli illeciti in materia, espletata anche grazie alle specifiche dotazioni tecnologiche della propria componente Aeronavale.