Bari, il multisala Ciaky del San Paolo passa nelle mani dell’Arpal: affare da 4 milioni di euro. Diventerà la nuova sede

Il cinema multisala Ciaky passa nelle mani dell’Arpal Puglia, l’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro. L’obiettivo è quello di trasformarlo in un centro direzionale con uffici per ospitare i 300 dipendenti. Il contratto preliminare è stato firmato, l’investimento iniziale ammonta a 4 milioni di euro, ma la cifra è destinata a salire per l’adeguamento degli spazi.  Fondamentale la zona strategica, la struttura è vicina all’aeroporto, al casello autostradale di Bari Nord e alla tangenziale. Si attende solo il cambio di destinazione d’uso dell’immobile. I dipendenti avranno a disposizione anche il parcheggio, realizzato nel piano interrato.

Il multisala del San Paolo era stato aperto nel 2016, ma dopo 8 anni ha chiuso i battenti. Con 9 sale (e una sala vip con 32 poltrone), 1300 posti a disposizione e un parcheggio sotterraneo il Ciaky era riuscito a farsi strada in città, tanto da diventare anche uno spazio dove poter festeggiare il compleanno dei più piccoli. Dotato di tecnologia Sony digital 4K e un impianto audio Dolby Atmos, era il cinema ultramoderno di Bari. alla base della scelta i costi di gestione elevati, l’assenza di sostegno e la crisi del settore cinematografico.

 

BariEcoCity contro il Bif&st: “Un festival del cinema inutile costoso abusivo e insostenibile”

“Riprende dunque a Bari il Bif&st. Unfestival del cinema che consideriamo inutile, costoso, pericoloso, abusivo, irrispettoso e insostenibile”. Inizia così il comunicato del direttivo dell’associazione ambientalista BariEcoCity.

“Inutile perché non arricchisce e non valorizza particolarmente Bari e la Puglia e costoso  con quasi 2 milioni di euro di soldi pubblici – si legge -. Pericoloso, in presenza dell’aumento vertiginoso dei contagi COVID in Puglia. Irrispettoso, nei confronti di milioni di persone coinvolte in una feroce guerra a poche ore di volo da qui”.

“Abusivo poiché si svolge in un Teatro che la Giustizia Italiana ha ordinato (da mesi) di riconsegnare ai proprietari – continua -.  Insostenibile dal punto di vista ambientale stante il rilevante impatto energetico e la totale assenza delle tematiche ecologiste nell’offerta cinematografica in rassegna. Un festival, peraltro, destinato a pochi intimi e che non coinvolge larga parte dei giovani cittadini baresi, visti anche i rilevanti costi di taluni eventi (12 euro)”.