Mafia, la relazione della DIA: 4 clan egemoni a Bari e altri 8 minori. Scontro tra Strisciuglio e Parisi-Capriati – MAPPA

Sotto il profilo criminale, si possono attualmente considerare presenti nella città metropolitana di Bari 4 clan egemoni, per lo più corrispondenti ad altrettante famiglie mafiose storicamente radicate nel capoluogo pugliese, con ramificazioni nella provincia e proiezioni anche in diverse aree della Regione, ovvero: i Capriati, gli Strisciuglio, i Parisi-Palermiti e i Diomede-Mercante.

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Traffico di droga ad Andria, condannati 18 affiliati al clan Pistillo. La Sindaca: “Macchiata la città”

Il gup del tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, ha condannato a pene comprese tra i 3 anni e i 20 anni di reclusione 18 imputati, presunti componenti di una organizzazione criminale dedita allo spaccio di droga nel nord Barese. Si tratta di persone arrestate nel maggio dello scorso anno e considerate vicine al presunto clan Pistillo di Andria.

Per tutti l’accusa, contestata a vario titolo, è di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga con l’aggravante, per alcuni degli imputati, del metodo mafioso. La sentenza è stata emessa oggi a conclusione del processo celebrato con rito abbreviato. Condanna a 20 anni di reclusione per Nicola Bruno e Vincenzo Pistillo, a 19 anni per Nicola Messina e a 16 anni per Riccardo Leonetti: sarebbero loro, secondo le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, i presunti organizzatori dei traffici illeciti.

Il gup ha anche disposto a loro carico la libertà vigilata per 3 anni. Dall’inchiesta è emerso l’importante ruolo delle donne che avrebbero contribuito allo smercio delle sostanze stupefacenti. Tra loro anche Vincenza Orlando, condannata a 14 anni di reclusione. Coloro che sono stati condannati a non meno di tre anni di reclusione sono interdetti dai pubblici uffici per 5 anni mentre quelli con una condanna a più di cinque anni di carcere, sono interdetti dai pubblici uffici in maniera perpetua e in stato di interdizione legale durante la pena. “Si tratta di pene detentive importanti e nette, per soggetti che abitualmente hanno macchiato di immoralità la città”, ha commentato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, evidenziando che “il Comune si è costituito parte civile anche per chiedere risarcimento per i danni arrecati e per creare un monito per tutti”.

Olivieri e la “strana versione” sui clan Montani, Parisi e Strisciuglio: il procuratore Rossi sbotta nell’interrogatorio

Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lo scorso 6 maggio in Procura alla presenza del procuratore Roberto Rossi e dei pm della Dda, ha fornito la propria versione dei fatti, smentendo di conoscere le persone vicine ai clan mafiosi a cui si sarebbe rivolto per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari.

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Guerra tra clan a Bari, uccisero rivale e nascosero cadavere: condanne definitive per 7 affiliati – NOMI E VIDEO

Le condanne riguardano due fatti di sangue connessi tra loro: l’omicidio di Fabiano Andolfi, già affiliato al clan Anemolo e successivamente transitato nelle fila del clan Capriati, commesso a Bari il 14 gennaio 2018, e il tentato omicidio di Filippo Cucumazzo, uno degli autori materiali dell’omicidio Andolfi, commesso a Bari il 7 giugno 2018.

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Mafia a Bari, si pente anche “Miki occhi blu”: Michelangelo Maselli fa tremare il clan Palermiti di Japigia

Il 30enne Michelangelo Maselli, vicino al clan Palermiti di Japigia e soprannominato “Miki occhi blu”, si è pentito ed è diventato un nuovo collaboratore di giustizia. È uno degli arrestati della maxi inchiesta “Codice Interno” della Dda di Bari che ha portato in cella 137 persone in cui è emersa l’infiltrazione dei clan mafiosi nel tessuto economico, sociale e politico della città.

“Ho maturato la decisione di collaborare con la giustizia per i fatti di cui io ed i miei familiari sono state vittime e ho deciso di cambiare vita anche per loro”, le parole proferite ai magistrati e riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. I pm Antimafia lo avrebbero già interrogato nei giorni scorsi e Miki occhi blu avrebe già rivelato alcuni retroscena sugli agguati commessi a Japigia a gennaio e ad aprile 2017 in cui persero la vita i pregiudicati Giuseppe Barbieri e Nicola De Santis. Il primo fu ucciso perché iniziò a comprare la droga da Antonio Busco, rivale dei Palermiti, e non più da Domenico Milella, ex braccio destro del boss Palermiti, provocando così la reazione del clan di Japigia. La risposta di Buscopassò prima dall’omicidio di Giuseppe Gelao, in cui rimase ferito anche il nipote del boss Palermiti, e poi all’omicidio De Santis.

Omicidio a Torre a Mare, sospetti su faida tra i clan Capriati e Strisciuglio: perquisizioni a Carbonara e Adelfia

La pista seguita dagli inquirenti è quella di un regolamento di conti tra clan, mentre viene esclusa al momento la pista di una guerra interna ai Capriati. C’è grande paura in merito alla possibile rottura degli equilibri che possa riaprire una faida tra i clan baresi. 

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Saviano: “Sciogliere il Comune di Bari è un atto da dilettanti dell’antimafia. Regalo immenso ai clan”

L’attacco sui social: “L’istituzione di una commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune di Bari è uno strumento che il ministro Piantedosi sta utilizzando al solo scopo di inquinare ancora di più la campagna elettorale, già peraltro falsata dal controllo totale delle reti televisive pubbliche da parte della maggioranza di governo”.

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