Le due vigilesse che avrebbero chiesto aiuto nel 2017 a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che dopo aver ignorato un semaforo rosso le avrebbe insultate, sono state licenziate. Sono Rosalinda Biallo, 55enne di Triggiano, e Anna Losacco, 59enne di Bari. All’indomani della pubblicazione delle intercettazioni, le due vigilesse erano state sospese e poi è stato aperto anche il procedimento disciplinare che si è concluso con il licenziamento. Le due restano indagate per omessa denuncia.
Bari, 700 euro dalla funzionaria della Prefettura al clan Parisi per riavere l’auto rubata: Viminale invia ispettori
Il Viminale invierà degli ispettori alla prefettura di Bari in seguito al caso della funzionaria che si rivolse nel 2018 ad un indagato ritenuto vicino al clan, Gaetano Scolletta, per riavere l’auto che le era stata rubata.
Continue readingDa Bari a Secondigliano, Tommy Parisi e il “recupero credito” da 2800 euro: il clan non conosce confini
Il clan Parisi di Bari sarebbe arrivato fino a Secondigliano. Dalle carte della maxi inchiesta della Dda di Bari c’è un episodio con protagonista Tommy Parisi.
Continue readingBari, il clan Parisi e il mercato del vino: “Quelli vendono il primitivo a Trump l’azienda è una bomba a mano”
Protagonisti dell’intercettazione sono Tommy Parisi, cantante neomelodico e figlio di Savinuccio, e Christhoper Luigi Petrone, agente di commercio e suo prestanome. Il riferimento è all’azienda Tenute Chiaromonte con sede ad Acquaviva e produttrice di vini esportati in tutto il mondo. Nel 2018 la Casa Bianca ordinò 4300 bottiglie di Primitivo.
Continue readingBari, chiesero aiuto al clan Parisi per vendicarsi del cittadino maleducato: le due vigilesse ora rischiano il posto
Tra i retroscena della maxi inchiesta della Dda che ha suscitato sicuramente più clamore c’è quello con protagoniste le due vigilesse della polizia locale di Bari che avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, avrebbe insultato le due agenti con frasi particolarmente pesanti.
Continue readingSistema Olivieri, la campagna elettorale della moglie e la richiesta al clan Parisi: “Prestatemi 200mila euro”
L’ennesimo retroscena sul rapporto tra Giacomo Olivieri e la criminalità organizzata in occasione delle Comunali del 19 emerge da un’altra intercettazione che ha come protagonista Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio, boss di Japigia.
Continue readingVoto di scambio, l’inchiesta si allarga: l’assessora Maurodinoia e gli incontri con il nipote di Savinuccio
Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio, ha raccontato di aver incontrato più volte Anita Maurodinoia, assessora ai Trasporti della Regione Puglia, insieme al marito Sandro Catalado, di aver preso con loro un caffè e di aver ricevuto anche i saluti per suo padre, Battista Lovreglio, elemento di spicco del clan Parisi.
Continue readingBari, funzionaria della Prefettura non chiama la Polizia ma il clan Parisi: 700 euro per riavere l’auto rubata
Una funzionaria della Prefettura di Bari, alla quale il 25 gennaio 2018 era stata rubata la Lancia Musa, invece di denunciare subito il furto della vettura alle forze di polizia, telefonò all’indagato Gaetano Scolletta, ritenuto vicino al clan mafioso Parisi, gli raccontò del furto e gli chiese se poteva far qualcosa per recuperare l’auto.
Continue readingMafia e arresti a Bari, le mani del clan Parisi nel settore del caffè: “Imposto ai bar guadagni di 10 euro a chilo”
Le indagini che hanno portato ieri all’esecuzione di 130 misure cautelari a Bari (tra carcere, domiciliari e l’amministrazione giudiziaria dell’azienda di trasporto pubblico Amtab e della società Maldarizzi Automotive) hanno anche rivelato gli affari del clan mafioso Parisi nel settore del commercio del caffè, portato avanti costringendo bar e attività commerciali a vendere esclusivamente il prodotto della malavita, spesso dopo averlo acquistato a nero.
“Quello del caffè – si legge negli atti della Dda di Bari – si è dimostrato un settore idoneo ad attrarre gli investimenti del clan. Il prodotto finito, in particolare, permette, fornendolo ad un prezzo maggiorato, interessanti ricavi con bassi investimenti, motivo per il quale il settore è diventato di considerevole interesse per le organizzazioni criminali”. Investendo il denaro sporco, infatti, il clan sarebbe riuscito a ricavare circa 10 euro per ogni chilo di caffè venduto.
“Le diverse realtà commerciali, pur pagando un prodotto di scarsa qualità a prezzi maggiorati rispetto al valore di mercato ottengono, in cambio, la protezione mafiosa delle attività e guadagni ampliati e sottratti all’imposizione fiscale”. Riconducibili al clan, secondo gli inquirenti, sarebbero state le imprese Torregina Caffè, Raro srl e Caffè Sartoriale. La prima riconducibile a Tommaso ‘Tommy’ Parisi (cantante neomelodico e figlio del boss ‘Savinuccio’) e Christopher Luigi Petrone, della seconda era “socio occulto” il fratello del boss, Massimo Parisi. Tutti e tre sono in carcere. Quella del clan, rileva ancora il pm, è “una tecnica imprenditoriale caratterizzata da impliciti metodi estorsivi ed impositivi, che si pone nei confronti degli imprenditori come vicina alle attività commerciali, favorendone i profitti, e in grado di essere preferita alla legalità dello Stato”.
Bari, le mani del clan Parisi nell’Amtab. Nuovo retroscena: “La sede usata per discutere degli affari di mafia”
L’infiltrazione mafiosa del clan Parisi all’interno dell’Amtab non si sarebbe fermata alle assunzioni, tanto da diventare “un vero e proprio ufficio di collocamento per uomini e donne che in qualche vicini al sodalizio criminale”. La sede sarebbe stata un luogo “sicuro” per diverso tempo.
Continue reading