Estorsioni, armi e droga. Arrestati 4 affiliati al clan Strisciuglio: tra loro il 25enne Ivan Caldarola – TUTTI I NOMI

Sono Ivan Caldarola (25 anni), Antonio Raggi (25 anni), Francesco Mastrogiacomo (34 anni) e Saverio De SAntis (36 anni) i 4 affiliati al clan Strisciuglio di Bari arrestati questa mattina perché accusati di estorsione e tentata estorsione nei confronti dei titolari delle bancarelle di fuochi d’artificio (abusivi) nel quartiere Libertà di Bari, di detenzione e porto illegale d’arma da fuoco – armi usate anche per intimidazioni -, detenzione al fine di spaccio e spaccio di cocaina, hascish e marijuana sempre nel quartiere Libertà. Agli arrestati è contestata anche l’aggravante mafiosa, i fatti risalgono ai mesi di novembre e dicembre 2018. L’ordinanza, richiesta dalla Dda di Bari, è stata emessa dal gip.

Questi arresti, spiegano gli investigatori, costituiscono gli “ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate nel 2018 dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito del duplice tentato omicidio di due pregiudicati del clan Palermiti, consumato nel quartiere Madonnella di Bari”. Nell’estate del 2018, infatti, il clan Strisciuglio del quartiere San Paolo provò a conquistare la piazza di spaccio del Madonnella estromettendo i Palermiti, da sempre egemoni sul quartiere. Una faida, questa, che il 24 settembre di quell’anno – dopo il tentato omicidio di due pregiudicati dei Palermiti – portò all’omicidio di Walter Rafaschieri e al grave ferimento del fratello, Alessandro. Per quella vicenda, di recente, Giovanni Palermiti (figlio del boss Eugenio) è stato condannato a 20 anni di reclusione in Appello. In primo grado era stato condannato all’ergastolo.

Ai venditori abusivi di fuochi d’artificio del quartiere Libertà di Bari avrebbero chiesto soldi (tra i 100 e i 300 euro per bancarella) o batterie di fuochi per poterli vendere nel territorio di competenza del clan Strisciuglio. A due venditori, poi, il 25enne Ivan Caldarola avrebbe chiesto 5mila euro in fuochi pirotecnici per “dare il pensiero a papà” Lorenzo, capo dell’articolazione del Libertà del clan, e per mantenere amici e compagni in carcere. Caldarola, oggi, è finito in carcere insieme a Antonio Raggi (25 anni), Francesco Mastrogiacomo (34) e Saverio De Santis (36), con le accuse a vario titolo di estorsione e tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da fuoco (reati con aggravante mafiosa), detenzione a fine di spaccio e spaccio di cocaina, hascisc e marijuana. Le armi sarebbero state usate in più occasioni per alcune plateali intimidazioni, i fatti si riferiscono ai mesi di novembre e dicembre 2018.

Armi, droga ed estorsioni ai venditori abusivi di fuochi d’artificio al Libertà: in carcere 4 affiliati al clan Strisciuglio

Nelle prime ore della mattinata, personale della Polizia di Stato di Bari ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro pregiudicati baresi, organici al clan Strisciuglio.

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, gli arrestati rispondono, con l’aggravante mafiosa, dei delitti di estorsione e tentata estorsione in danno dei titolari delle bancarelle abusive di fuochi pirotecnici natalizi, stanziati sulle vie del quartiere Libertà di Bari; numerosi episodi di detenzione e porto illegale di armi da fuoco, utilizzate all’occorrenza per esplodere colpi in aria con finalità intimidatorie, anche in occasione di fibrillazioni sviluppatesi con esponenti di altri clan criminali; numerosi episodi di detenzione al fine di spaccio e spaccio, sempre nel quartiere Libertà, di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Tutti fatti avvenuti nei mesi di novembre e dicembre del 2018.

Si tratta degli ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate nel 2018 dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito del duplice tentato omicidio di due pregiudicati del clan Palermiti, consumato nel quartiere Madonnella di Bari. Nell’estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Madonnella di Bari, cercando di estromettere il clan Palermiti, da sempre dominante in quel rione.

La sera del 18 settembre gli obiettivi dell’azione di fuoco erano due pregiudicati del clan di Japigia, che viaggiavano su uno scooter: il commando armato, a bordo di un’autovettura rubata e di tre motoveicoli, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per strada. Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica CZ, calibro 9 mm, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. La risposta del clan Palermiti per l’agguato del 18 settembre non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara di Bari, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito. Il 18 giugno 2024, la Squadra Mobile di Bari ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi, responsabili dell’agguato armato, mafioso, del 18 settembre 2018.

Dal procedimento penale originario, relativo al duplice tentato omicidio, si sono sviluppati due procedimenti stralcio: con il primo, il 29 dicembre 2018, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, sempre dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sei esponenti del clan Strisciuglio del quartiere Libertà, ai quali è stata contestata una tentata estorsione in danno dei titolari di una agenzia di onoranze funebri del quartiere Libertà, la detenzione ed il porto illegali di armi da fuoco, l’esplosione di colpi di arma da fuoco sulla saracinesca di un circolo ricreativo. Il secondo procedimento stralcio, sempre relativo a soggetti ascrivibili al clan Strisciuglio del quartiere Libertà, è quello che ha favorito l’esecuzione, in data odierna, del provvedimento cautelare nei confronti dei quattro esponenti di spicco del sodalizio mafioso.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Bari, processo “Vortice Maestrale” contro il clan Strisciuglio: condanne confermate e ridotte in Appello – NOMI

Nei giorni scorsi sono state confermate le condanne nei confronti di 22 imputati coinvolti nel processo legato al “Vortice Maestrale”, il blitz eseguito nell’aprile del 2021 dalle Forze dell’Ordine che ha inflitto un duro colpo al clan Strisciuglio. Per altri 55 presunti affiliati è arrivata una riduzione di pena, mentre altri 7 sono stati assolti dalle accuse.

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Mafia a Bari, lotta tra i clan Strisciuglio e Palermiti. Duplice tentato omicidio al Madonnella: 10 arresti

Alle prime luci dell’alba, personale della Squadra Mobile della Questura di Bari ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi che, la sera del 18 settembre 2018, nel quartiere Madonnella di Bari, via Cattaro, angolo via Dalmazia, attentarono alla vita di due pregiudicati.

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, gli arrestati rispondono, con l’aggravante mafiosa, dei delitti di duplice tentato omicidio aggravato in concorso, detenzione e porto illegali di armi da fuoco, ricettazione, calunnia e danneggiamento seguito da incendio.

Nell’estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Madonnella di Bari, cercando di estromettere il clan Palermiti, da sempre dominante in quel rione. La sera del 18 settembre, gli obiettivi dell’azione di fuoco erano due pregiudicati del clan di Japigia, che viaggiavano sullo scooter: il commando armato, a bordo di un’autovettura rubata e di tre motoveicoli, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per strada.

Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica CZ, calibro 9 mm, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. Compiuto l’agguato, una delle moto utilizzate dai sicari fu data alle fiamme, sulla strada provinciale Bitonto Palese, mentre per le altre moto, appartenenti ad esponenti del clan Strisciuglio, furono presentate false denunce di furto, con l’obiettivo di ostacolare le indagini. La risposta del clan Palermiti, per l’agguato del 18 settembre, non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara di Bari, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito.

Per le persone arrestate in data odierna, di età compresa tra i 25 ed i 47 anni, è stata disposta la custodia in carcere. Solo uno dei destinatari del provvedimento è stato collocato agli arresti domiciliari. È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Olivieri e la “strana versione” sui clan Montani, Parisi e Strisciuglio: il procuratore Rossi sbotta nell’interrogatorio

Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lo scorso 6 maggio in Procura alla presenza del procuratore Roberto Rossi e dei pm della Dda, ha fornito la propria versione dei fatti, smentendo di conoscere le persone vicine ai clan mafiosi a cui si sarebbe rivolto per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari.

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Mafia a Bari, tremano i clan Strisciuglio e Parisi-Palermiti: nuovi pentiti svelano retroscena su omicidi e malavita

Il 48enne Gaetano Mastrorilli è uno dei nuovi pentiti del clan Parisi-Palermiti. Nino, affiliato al boss Savinuccio Parisi con il grado di “quinta”, è stato già preso di mira su TikTok. Anche il 35enne Domenico De Palo, soprannominato Trentotto e del clan Strisciuglio, è diventato collaboratore di giustizia.

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Sparatoria a Japigia, coinvolti 8 giovani: all’origine una lite tra rampolli delle famiglie mafiose baresi – I NOMI

Emergono nuovi dettagli sulla sparatoria avvenuta all’alba di martedì nel quartiere Japigia di Bari, in via Guglielmo Appulo, ai danni di un 20enne, rampollo della famiglia malavitosa dei Lafirenze (vicini ai Parisi-Palermiti). Su una delle due auto anche un 16enne, figlio di un noto boss del clan Strisciuglio.

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Omicidio a Torre a Mare, ritrovata l’auto su cui viaggiava Lello Capriati: la guerra tra clan spaventa Bari

Gli investigatori della Squadra Mobile di Bari, coordinati dalla Dda, stanno seguendo varie piste, la più seguita è quella della guerra tra gli Strisciuglio e Capriati per la gestione dei traffici illeciti e per il controllo della città. Non si esclude niente, anche il fatto che l’omicidio sia avvenuto dopo recenti litigi tra giovanissimi rampolli. Possibile collegamento con la sparatoria avvenuta venerdì scorso a Carbonara.

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Omicidio a Torre a Mare, sospetti su faida tra i clan Capriati e Strisciuglio: perquisizioni a Carbonara e Adelfia

La pista seguita dagli inquirenti è quella di un regolamento di conti tra clan, mentre viene esclusa al momento la pista di una guerra interna ai Capriati. C’è grande paura in merito alla possibile rottura degli equilibri che possa riaprire una faida tra i clan baresi. 

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