Panzerotti per indicare la cocaina, 14 arresti a Minervino Murge: giro di affari da 6mila euro al giorno

Erano soliti parlare al telefono di tavoli da prenotare, panzerotti da degustare o amici da trovare. Un linguaggio criptico che le 14 persone arrestate a Minervino Murge, nel nord Barese, dai carabinieri, utilizzavano abitualmente con i clienti con cui stabilire ordinativi e modalità di consegna di dosi di droga, cocaina soprattutto. In nove sono finiti in carcere, cinque agli arresti domiciliari.

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Cocaina nell’auto per incastrare imprenditore: il consigliere Loprieno torna a processo in campagna elettorale

Il Tribunale di Bari aveva assolto l’avvocato Gaetano Filograno (tra i profili circolati nel centrodestra come candidato alle prossime amministrative baresi) e prosciolto il collega Nicola Loprieno (consigliere comunale del centrosinistra pronto a ricandidarsi alle prossime elezioni), ma la Procura ha impugnato le sentenze.

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Spaccio a Corato, è ai domiciliari ma nasconde cocaina in casa: arrestato 48enne

Durante un controllo straordinario del territorio organizzato dalla Compagnia Carabinieri di Molfetta e finalizzato soprattutto alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria a soggetti reclusi all’interno delle proprie abitazioni in virtù di condanne o in esecuzione di misure cautelari, i militari della Compagnia, coadiuvati da personale dello Squadrone dei Cacciatori “Puglia” e da alcune unità cinofile del Nucleo di Modugno, hanno tratto in arresto un uomo di 48 anni, sottoposto alla detenzione domiciliare nel quartiere popolare di Via Aurelia e ritenuto responsabile, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nella fattispecie di cocaina.

L’uomo, alla vista dei militari che si sono presentati davanti all’uscio per il previsto controllo di polizia, ha immediatamente chiuso la porta tentando di disfarsi di diverse dosi di cocaina pronte per la vendita. Solo grazie al tempestivo intervento degli operanti parte delle dosi sono state recuperate e sequestrate. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso inoltre di trovare la somma di circa tremila euro in contanti e diverso materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza illecita. A seguito dell’udienza di convalida, il soggetto è stato sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere.

Cocaina e droga nascoste sotto la culla del figlio: nei guai giovane coppia nel Brindisino

Un ragazzo di 18 anni è stato arrestato, mentre la sua compagna di 20 è stata denunciata per detenzione illecita di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio. È accaduto a Francavilla Fontana. I due avevano nascosto la droga in casa sotto la culla del figlioletto e all’interno di un frigorifero in disuso e situato all’ultimo piano dello stabile in cui vivono. A scoprirlo sono stati i Carabinieri dopo aver fermato il 18enne alla guida di un’auto di grossa cilindrata. Il giovane ha mostrato sin da subito segnali di nervosismo e questo ha insospettito i militari che hanno così optato per la perquisizione domiciliare. I Carabinieri hanno trovato durante i controlli 118 grammi di cocaina, suddivisi in 2 confezioni, ulteriori 18 dosi della stessa sostanza, circa mezzo chilo di hashish, 43 grammi di marijuana e 10mila euro in contanti. La coppia aveva predisposto all’interno dell’appartamento, dotato di porta blindata e inferriate, addirittura un sistema di video sorveglianza per monitorare gli accessi e per eludere eventuali controlli delle Forze dell’Ordine.

In auto con 12 grammi di cocaina, assolto ex poliziotto a Bari. I giudici: “Il fatto non costituisce reato”

Il Tribunale di Bari in composizione monocratica ha assolto dall’accusa di favoreggiamento personale, “perché il fatto non costituisce reato”, un agente di polizia. L’uomo era a processo perché trovato in possesso di poco più di 12 grammi di cocaina – di cui avrebbe ceduto una dose a una donna – e accusato di aver aiutato un uomo arrestato in flagranza per spaccio di stupefacenti a eludere le investigazioni dell’autorità. Sentito a sommarie informazioni, infatti, il poliziotto negò che l’arrestato gli avesse ceduto la cocaina poi trovata nel suo borsello all’interno della sua auto.

La Procura aveva chiesto la condanna a 8 mesi, l’imputato era difeso dall’avvocato Antonio La Scala. Il Tribunale ha riconosciuto come, nel caso specifico, si potesse applicare un’esimente: l’acquirente di modiche quantità di sostanze stupefacenti per uso personale non può essere condannato se si rifiuta di fornire alla polizia giudiziaria informazioni sulle persone da cui ha ricevuto la droga se, in concreto, queste informazioni possono determinare nei suoi confronti un grave ed inevitabile danno alla sua libertà ed al suo onore.

Il Tribunale ha riconosciuto l’esistenza del danno perché l’imputato, agente di polizia, avrebbe potuto subire gravi ripercussioni sul lavoro e sulla sua carriera. Si conclude così, dopo 7 anni, la vicenda dell’agente di polizia nel frattempo in pensione per malattia. L’uomo, nel 2018, era finito nuovamente sotto processo per truffa aggravata e falso ideologico perché, nel periodo in cui era in malattia, era stato trovato in vacanza in Albania. Anche in quel caso fu assolto (“perché il fatto non sussiste”) perché la malattia di cui era affetto, di tipo psichiatrico, non fu ritenuta incompatibile con la vacanza.