Maxi inchiesta a Bari, la Commissione del Viminale passa alle audizioni: presto ascoltato l’ex sindaco Decaro

L’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, è stato convocato in Prefettura dai tre commissari inviati dal ministero dell’Interno e chiamati a valutare l’ipotesi di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa, dopo quanto emerso dalla maxi inchiesta Codice Interno che ha rivelato l’infiltrazione dei clan nei tessuti sociali, economici e politici della città.

I tre commissari (l’ex prefetto Claudio Sammartino, il viceprefetto avellinese Antonio Giannelli e il capitano della Guardia di Finanza, Giuseppe Pio Stola), arrivati a Bari il 25 marzo scorso, hanno esaminato tutti i faldoni dell’inchiesta, ottenendo una proroga di tre mesi rispetto ai tre iniziali previsti. Il primo ad essere ascoltato sarà l’ex primo cittadino, poi toccherà anche al comandante della polizia Locale, Michele Palumbo, in relazione all’episodio contestato alle due vigilesse che si sarebbero rivolte ad un affiliato del clan Parisi per vendicarsi di un automobilista.

Processo Codice Interno, udienza a Bari: tra le parti civili ammesse anche Regione, Viminale, Amtab e Figc

La Regione Puglia, i Comuni di Bari e di Altamura, il ministero dell’Interno, le municipalizzate baresi dei trasporti e del gas, Amtab e Amgas, la Figc e l’Associazione Libera sono state ammesse come parte civile al processo in corso a Bari a carico di 15 degli oltre cento imputati coinvolti nell’inchiesta Codice interno che ha svelato presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina.

Sono stati invece esclusi il ministero della Giustizia e il ministero dell’Economia e Finanze perché non hanno allegato le ragioni della domanda e il danno subito; per lo stesso motivo è stato estromesso, limitatamente ad un capo d’imputazione, il ministero dell’Interno. La costituzione della Federazione calcio riguarda la presunta combine, da parte di due dei 15 imputati, di due incontri di calcio tra Corato e Fortis Altamura nel 2017 e nel 2018 (Eccellenza pugliese). L’indagine, lo scorso 26 febbraio, portò a 130 arresti, tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie, all’epoca dei fatti consigliera comunale, Maria Carmen Lorusso e il padre di quest’ultima, l’oncologo Vito Lorusso.

Portò anche all’amministrazione giudiziaria di Amtab per presunte infiltrazioni mafiose, in particolare nella gestione delle assunzioni. A seguito di questo a Bari il ministero dell’Interno inviò una commissione di accesso, che è tuttora al lavoro, per valutare se vi siano infiltrazioni mafiose nel Comune di Bari e se ci siano le condizioni per lo scioglimento. La prossima udienza è stata fissata per il 2 ottobre quando deporranno alcuni collaboratori di giustizia e i verbalizzati. Per oltre 124 imputati sono stati chiesti riti alternativi: per i 15 coinvolti oggi è iniziato il processo immediato, altri 109 (tra cui Olivieri) hanno chiesto il rito abbreviato.

Voto di scambio e mafia a Bari, al via il processo: oltre 120 imputati. Regione Puglia e Comune parti civili

Al via questa mattina il processo relativo all’inchiesta Codice Interno che lo scorso febbraio ha portato all’arresto di 130 persone facendo emergere l’infiltrazione mafiosa nei tessuti economici, politici e sociali della città di Bari. Il processo verrà celebrato al Tribunale di Bari, precisamente nell’aula della seconda sezione penale.

Presenti anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro. Regione e Comune si sono costituiti parti civili, così come il Ministero dell’Interno, il Comune di Altamura, il presidente Figc Gravina, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Amtab.

Imputati 124 indagati. Tra loro l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie Maria Carmen Lorusso (ex consigliera comunale di Bari), il padre di lei, Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, ma anche gli esponenti dei clan Parisi-Palermiti (Savino Parisi, Eugenio Palermiti, Tommy Parisi, Giovanni Palermiti, Tommaso Lovreglio) Montani e Strisciuglio.