Ceglie, Guglielmi e gli amici incastrati dal parente-collaboratore: “Ridevano in videochiamata dopo l’omicidio”

“Nella notte mi dissero che c’era un lenzuolo bianco vicino all’ex ospedale, capii che Paolo aveva combinato un guaio. Lo videochiamai e rideva, era in compagnia di quei due ragazzi”. Questo è il racconto fornito da Michele Guglielmi, 22enne aspirante collaboratore di giustizia, agli inquirenti in merito all’omicidio del 38enne indiano Singh Nardev, ucciso da un colpo di pistola nel casolare dell’ex Opera Pia a Ceglie il 31 maggio scorso.

Fondamentale è stato il suo racconto per chiudere le indagini. Paolo è Paolo Natale Guglielmi, il più grande dei tre giovani arrestati ieri mattina. È stato lui a sparare, secondo le indagini, per “gioco”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti volevano provare una pistola appena comprata su un bersaglio umano dopo aver colpito alcuni bidoni della spazzatura. Singh Nardev si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. 

I tre, tra cui un minorenne, tutti vicini a ambienti criminali, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio, aggravato dalla minorata difesa. A Ceglie la famiglia di Guglielmi è nota nella malavita. Il fratello era affiliato al clan Mercante ed è in carcere da tempo, mentre il 21enne Paolo viene descritto da molti come una testa calda. Tanto da volersi vendicare del clan Strisciuglio e fare casino contro di loro per aver ricevuto uno schiaffo in piazza nel 2022.

“Il pomeriggio del 31 vennero da me per farsi prestare 1.200 euro perché volevano comprare una moto da cross, andarono da uno, provarono il motore e poi desistettero. Paolo acquistò una pistola a 250 euro, poi venne da me a prendere i proiettili. Voleva la sua vendetta, gli dissi che rischiava di accendere un’altra guerra”, le parole di Michele Guglielmi.