Malamovida a Bari, tornano le polemiche e il “far west” all’Umbertino: il Comune valuta nuove ordinanze

Ritorno al passato? L’amministrazione comunale di Bari sta valutando l’ipotesi di adottare nuove contromisure dopo quanto accaduto nello scorso weekend nelle zone della movida della città, se nei prossimi giorni la “musica” non cambierà.

I residenti dell’Umbertino sono tornati a lamentarsi sui social, parlando di un ritorno al “Far West” e puntando il dito contro i gestori delle attività. Al centro della polemica dei residenti la mancata applicazione del patto di autoregolamentazione con il quale i gestori si erano impegnati al rispetto di alcune regole.

E non sono da escludere dietrofront da parte del Comune che potrebbe già nelle prossime ore pensare di rispolverare le ordinanze che hanno regolamentato la movida barese. Non solo l’Umbertino, osservati speciali anche i quartieri Poggiofranco, Libertà e Murat.

Poliziotta locale diventa cieca, Giudice “restituisce” indennità revocata: scoppia il caso politico

Questa volta vi parliamo della storia di una ex poliziotta locale diventa cieca. Il Comune di Cassano le ha riconosciuto ai tempi una indennità, poi revocata e la così la dipendente si è rivolta al Giudice. A dicembre scorso le è stata riconosciuta, condannando l’ente al pagamento relativo al periodo in cui non l’ha più percepita, ma la vicenda è diventata intanto una querelle politica, fatta di accuse e propositi di querela.

Continue reading

Pizzo alle bancarelle abusive dei botti di Natale al Libertà: in 4 a processo. Comune e Regione parti civili – NOMI

Nel periodo di Natale del 2018 avrebbero costretto, o tentato di costringere, i venditori ambulanti di fuochi d’artificio del quartiere Libertà di Bari a consegnare loro dei soldi – dai 100 ai 300 euro per bancarella – o delle batterie di fuochi per proseguire con la loro attività. A due venditori, in particolare, sarebbero stati chiesti 4000 euro, più altri mille in fuochi, necessari per mantenere in carcere amici e parenti.

Ma ci sarebbero state anche le intimidazioni in stile mafioso, come i colpi sparati in aria per intimorire la popolazione e imporre la propria presenza sul territorio, oltre che per spaventare uno spacciatore che avrebbe iniziato a vendere droga nel quartiere senza autorizzazione del clan Strisciuglio. E si sarebbero aggirati armati per difendersi o per essere pronti a colpire in caso di agguati del clan Palermiti, con cui era in corso una guerra per il controllo dello spaccio nel quartiere Madonnella.

Per questo, quattro imputati saranno processati con rito abbreviato: si tratta dei 24enni Ivan Caldarola e Antonio Raggi, di Francesco Mastrogiacomo (35 anni) e Saverio De Santis (37), accusati a vario titolo di estorsione e tentata estorsione, minacce e vari episodi di porto e detenzione abusiva di arma da fuoco, reati con aggravante mafiosa. I fatti si riferiscono al periodo tra novembre e dicembre 2018, e per questo – dopo gli arresti dello scorso novembre – i primi tre sono in carcere e il quarto è ai domiciliari. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari, è stata condotta dalla squadra mobile, il processo comincerà il prossimo 12 maggio.

Nell’udienza di oggi si sono costituiti parte civile il Comune di Bari e la Regione Puglia. Il Comune (avvocato Fernando Tripaldi) si è costituito contro Raggi e Caldarola chiedendo loro un risarcimento da 100mila euro, 50 a testa; la Regione (avvocato Enrico Dellino) si è costituita anche contro De Santis chiedendo agli imputati 35mila euro e il pagamento di una provvisionale da 10mila euro.

Dal socio del boss a chi convive con un mafioso, a Bari trasferiti 9 agenti della Polizia Locale: “Sono vicini ai clan”

Stamattina nove agenti della Polizia municipale di Bari saranno trasferiti ad altre mansioni che non richiedono l’uso della pistola perché – secondo gli accertamenti della commissione nominata dopo il blitz Codice Interno che ha portato a più di 130 arresti per voto di scambio politico-mafioso – avrebbero avuto contiguità inopportune con i clan mafiosi.

La notizia è pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno in un articolo in cui si precisa che, ufficialmente, i vigili sono trasferiti per “esigenze di servizio” ma questo sarebbe un espediente per rendere difficile l’impugnazione del provvedimento.

Il quotidiano evidenzia poi che nella relazione trasmessa dalla commissione al Viminale viene evidenziato quanto emerso sugli agenti, ovvero elementi che risalgono anche a più di dieci anni fa e che – secondo gli ispettori – sono sintomo di una vicinanza non consentita a persone controindicate.

I nove vigili (tutti incensurati) sono ritenuti in qualche modo contigui a persone che orbitano nell’alveo del clan Parisi-Palermiti di Japigia. C’è ad esempio un agente che, in tempi non recenti, sarebbe stato socio di un boss nella gestione di un noto locale notturno; c’è un altro agente che più volte sarebbe stato, nel corso degli anni, in compagnia di persone che un tutore della legge non dovrebbe frequentare (l’uomo si è giustificato spiegando che si tratta di amici di infanzia). Altri casi ancora riguarderebbero parentele con pregiudicati, in alcuni casi acquisite, che rendono problematico lo svolgimento di mansioni di controllo del territorio o a volte anche di indagine.

Il 18 febbraio il prefetto Francesco Russo, nella lettera con cui ha comunicato al sindaco Vito Leccese che non ci sono i presupposti dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, aveva anche preannunciato un provvedimento di sospensione per una vigilessa (già eseguito) e di un altro per la revoca del titolo di pubblica sicurezza (e dunque del porto d’armi) ad altri nove agenti. Il Comune ha deciso di non aspettare la prefettura.

Codice Interno, il centrodestra barese chiede la nota del Prefetto. No della maggioranza: “Bocciatura sospetta”

“È questo il tratto distintivo della maggioranza consiliare di centrosinistra che con motivazioni pretestuose e illogiche (‘è inutile’…’non ci serve’) ha bocciato in Commissione Trasparenza la richiesta dei consiglieri di minoranza di avere notizia della nota che il Prefetto di Bari ha inviato al Comune, a conclusione delle verifiche della Commissione di Indagine a suo tempo nominata per accertare eventuali infiltrazioni mafiose nell’Amministrazione Comunale”.

Inizia così la denuncia del centrodestra barese. “Una bocciatura/contrarietà peraltro sospetta, poiché dovrebbe essere interesse e dovere di tutti gli amministratori comunali (seri) conoscere gli interventi di risanamento amministrativo indicati dalla Prefettura – affermano i partiti -. Prendiamo comunque atto che taluni a sinistra vogliono assurgere a paladini e difensori (scopriremo a breve di chi), ostacolando l’accesso ad atti significativi e rilevanti, poiché connessi a una brutta vicenda che ha interessato l’Amministrazione Comunale di Bari e le sue aziende partecipate”.

“Rappresentiamo fin da ora che in forza dei poteri ispettivi propri di ciascun consigliere comunale, invieremo noi ai Sindaco la richiesta di acquisizione della nota prefettizia, così da conoscere quanto rilevato e osservato in conseguenza dell’accesso dei Commissari”, concludono.

Punta Perotti, risarcimento ai proprietari dei suoli: il Tribunale di Bari accoglie l’istanza del Comune contro lo Stato

Oggi il Tribunale di Bari ha emesso la sentenza relativa alla causa civile promossa dal Comune di Bari contro lo Stato Italiano per “accertare e dichiarare l’insussistenza dei presupposti del diritto di rivalsa dello Stato Italiano nei confronti del Comune di Bari in relazione alle sentenze della Corte E.D.U. del 20.01.2009 e del 10.05.2012” sulla vicenda Punta Perotti, al fine di accertare e dichiarare l’infondatezza della pretesa creditoria vantata dallo Stato italiano in relazione agli oneri finanziari sostenuti per risarcire i proprietari dei suoli, confiscati dallo Stato, per un ammontare di 46.080.000.

La sentenza odierna del Tribunale, accogliendo le tesi formulate dal Comune di Bari, dichiara l’insussistenza del diritto dello Stato a rivalersi nei confronti del Comune di Bari di quanto corrisposto in esecuzione della sentenza di condanna della Corte E.D.U. del 10.05.2012, nei confronti dei proprietari.

Questo perché all’ente locale non è addebitabile alcuna responsabilità sul danno subito dai proprietari a seguito della confisca disposta dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 11716/2001. Il Comune di Bari, dunque, si legge nella sentenza, essendo intervenuto nella fase di rilascio delle autorizzazioni edilizie, è estraneo al segmento a valle della vicenda, rappresentato dalla confisca dei beni posta a fondamento della pronuncia resa dalla Corte E.D.U., oggetto dell’azione di rivalsa.

Crolla palazzo a Bari, accordo Adisu-Comune: gli alloggi vuoti degli universitari a chi è rimasto senza casa

Gli appartamenti vuoti destinati agli studenti per chi è rimasto senza una casa dopo il crollo del palazzo in via De Amicis a Bari. In giornata potrebbe essere già sottoscritto il protocollo tra l’Adisu e il Comune per mettere subito a disposizione una decina di alloggi.

L’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario della Regione Puglia scende in campo a sostegno di chi ha visto sgretolarsi la propria casa e di chi è stato allontanato dall’abitazione per motivi di sicurezza nelle vie adiacenti.

Cani avvelenati e uccisi a Bari, il Comune avvia le indagini: “Accertamenti in corso ma fate attenzione”

La ripartizione tutela Ambiente, Igiene e Sanità rende noto che, in seguito a segnalazioni di presunti episodi di avvelenamento cani in alcune zone di Bari, la Polizia Locale ha avviato gli opportuni accertamenti.

Nelle more delle indagini della Polizia Locale, si invitano i possessori di cani a prestare la massima attenzione nel percorrere le vie indicate dai cittadini nelle segnalazioni giunte al Comune: via Postiglione, via Maria Cristina di Savoia, via dei Mille, via Amendola, via Pisacane, area cani di Vico Capurso, via Giuseppe Pellegrini. Si consiglia per precauzione di utilizzare museruola e guinzaglio, al fine di evitare il contatto tra il proprio animale ed eventuali sostanze tossiche.

In seguito a segnalazioni di sospetto avvelenamento, la ripartizione Ambiente procede attivando le verifiche con la Polizia Locale e la Asl di Bari (Servizi Veterinari): nel caso di ritrovamento di una possibile esca avvelenata, nelle more degli esiti delle indagini della Polizia Locale, la stessa viene inviata dalla Asl all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Putignano per gli accertamenti tossicologici.

Se vengono identificate sostanze tossiche nell’esca (o nel caso in cui venga accertata la presenza di sostanze tossiche a seguito dell’autopsia disposta sui cani oggetto di segnalazione), l’Istituto comunica il referto alla Ripartizione Ambiente, che procede a emettere apposita ordinanza sindacale per attivare ulteriori controlli della Polizia Locale, posizionamento della segnaletica di allerta e avvisi alla cittadinanza.

Legalità e trasparenza dell’azione amministrativa, il Comune di Bari sarà monitorato: diktat del Prefetto – I NOMI

Il sindaco di Bari Vito Leccese ha chiesto al segretario generale del Comune Donato Susca di procedere con la costituzione di un apposito gruppo di lavoro, composto da dirigenti comunali individuati in considerazione delle competenze utili a garantire il processo di collaborazione preventiva nel rispetto del buon andamento dell’azione amministrativa, come indicato nella nota del prefetto di Bari del 17 febbraio scorso, nella quale si rileva “l’insussistenza di collegamenti diretti dell’apparato politico-amministrativo con la criminalità organizzata tali da determinare il condizionamento o un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi”. Pertanto, in data odierna, il segretario generale ha proceduto alla nomina dei componenti del gruppo di lavoro.

“Come indicatoci dal prefetto – commenta Vito Leccese -, con la costituzione del gruppo di lavoro interno intendiamo implementare le misure già messe in campo da questa amministrazione per assicurare i principi di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa. Il gruppo di lavoro, che vanta competenze nelle materie indicate nella comunicazione prefettizia, sarà impegnato a definire, nel più breve tempo possibile, le misure più opportune per potenziare l’attività amministrativa del Comune, i cui esiti saranno costantemente riferiti al prefetto”.

Di seguito i componenti nominati:

· con riferimento ai servizi di TPL: ing. Claudio Laricchia (dirigente ripartizione IVOP)

· con riferimento ai servizi di Igiene pubblica: ing. Antonio Toritto (dirigente ripartizione Ambiente, Igiene e Sanità)

· con riferimento ai servizi di Welfare: dott. Giancarlo Partipilo (dirigente ripartizione Servizi alla persona)

· con riferimento ai servizi del Commercio e Turismo: dott. Michele Cassano (dirigente settore Polizia annonaria, Ecologia e Attività produttive)

· dott.ssa Rosalba Cirillo (dirigente ripartizione Tributi)

· avv. Pierina Nardulli (dirigente ripartizione Personale)

· dott. Nichi D’Onchia (dirigente ripartizione Controlli, Trasparenza, Legalità e Antimafia sociale)

· avv. Annarita Amodio (dirigente Appalti, Contratti e Gestione L.L.P.P.)

· dott. Michele Palumbo (dirigente ripartizione Polizia Locale)

· dott. Giuseppe Ninni (dirigente ripartizione Servizio finanziario)

Le attività del gruppo di lavoro saranno guidate dal segretario generale comunale con il supporto amministrativo del suo ufficio di segreteria. Ai lavori del gruppo sarà invitato a partecipare il direttore generale del Comune di Bari Davide Pellegrino per le necessarie attività di coordinamento dei dirigenti e delle strutture amministrative dell’ente.