Punta Perotti, risarcimento ai proprietari dei suoli: il Tribunale di Bari accoglie l’istanza del Comune contro lo Stato

Oggi il Tribunale di Bari ha emesso la sentenza relativa alla causa civile promossa dal Comune di Bari contro lo Stato Italiano per “accertare e dichiarare l’insussistenza dei presupposti del diritto di rivalsa dello Stato Italiano nei confronti del Comune di Bari in relazione alle sentenze della Corte E.D.U. del 20.01.2009 e del 10.05.2012” sulla vicenda Punta Perotti, al fine di accertare e dichiarare l’infondatezza della pretesa creditoria vantata dallo Stato italiano in relazione agli oneri finanziari sostenuti per risarcire i proprietari dei suoli, confiscati dallo Stato, per un ammontare di 46.080.000.

La sentenza odierna del Tribunale, accogliendo le tesi formulate dal Comune di Bari, dichiara l’insussistenza del diritto dello Stato a rivalersi nei confronti del Comune di Bari di quanto corrisposto in esecuzione della sentenza di condanna della Corte E.D.U. del 10.05.2012, nei confronti dei proprietari.

Questo perché all’ente locale non è addebitabile alcuna responsabilità sul danno subito dai proprietari a seguito della confisca disposta dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 11716/2001. Il Comune di Bari, dunque, si legge nella sentenza, essendo intervenuto nella fase di rilascio delle autorizzazioni edilizie, è estraneo al segmento a valle della vicenda, rappresentato dalla confisca dei beni posta a fondamento della pronuncia resa dalla Corte E.D.U., oggetto dell’azione di rivalsa.

Codice Interno, 108 imputati: il Comune di Bari e la Regione Puglia chiedono 20 milioni come risarcimento

Comune di Bari e Regione Puglia hanno chiesto un risarcimento da venti milioni di euro (dieci a testa) nei confronti dei 108 imputati nel processo in abbreviato nato dall’inchiesta ‘Codice interno’, che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria a Bari.

Il Comune ha anche chiesto la restituzione degli stipendi erogati tra 2019 e 2024 all’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso – a processo a dibattimento – mentre la Regione ha richiesto il sequestro del vitalizio di Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale in carcere dal 26 febbraio 2024.

Le richieste sono arrivate oggi da parte degli avvocati Tommaso Pontassuglia ed Enrico Dellino, che rappresentano rispettivamente Comune e Regione. Il Comune, in particolare, ha chiesto cinque milioni di euro agli imputati a cui sono contestati i reati di mafia e altri cinque a quelli finiti a processo per scambio elettorale politico-mafioso.

Tra questi c’è anche Olivieri, che per la Dda di Bari (che ha chiesto nei suoi confronti la condanna a 10 anni) nel 2019 avrebbe favorito l’elezione della moglie, Maria Carmen Lorusso, raccogliendo i voti da tre clan della città.

Tra le parti civili costituite c’è anche la municipalizzata dei trasporti Amtab (avvocato Andrea Moreno) che ha chiesto 2,2 milioni di risarcimento agli imputati Michele De Tullio e Tommaso Lovreglio, ex dipendenti (ora licenziati) legati al clan Parisi che avrebbero imposto alcune assunzioni. Nella prossima udienza del 5 marzo inizieranno le discussioni dei difensori degli imputati.

Il Comune di Bari non sarà sciolto, il sindaco Leccese esulta: “Un giorno di riscatto ora questa città non è mafiosa”

“Abbiamo scongiurato l’ipotesi più nefasta, quello dello scioglimento” del Consiglio comunale. “Finalmente la città ritorna a vedere una prospettiva di straordinaria crescita. È un giorno di riscatto”.

Così il sindaco di Bari, Vito Leccese, parlando con i giornalisti al suo arrivo al convegno ‘La destra di governo di Tatarella. A 30 anni dalla nascita di Alleanza Nazionale’. “La reputazione – ha aggiunto – era stata in qualche modo messa in discussione con l’avvio del procedimento. Finalmente la città può dirsi risollevata rispetto a questa etichetta di città mafiosa che ovviamente non faceva onore e giustizia alla città”.

Ieri era l’ultimo giorno utile per decidere sullo scioglimento ma il ministero dell’Interno non ha portato il provvedimento in Consiglio dei ministri. La decisione avrebbe fatto seguito all’invio della commissione del Viminale a Bari per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nell’amministrazione comunale dopo gli oltre 130 arresti eseguiti a febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta ‘Codice interno’ su un presunto intreccio tra mafia, politica e affari.

Il Viminale dovrebbe però procedere al commissariamento di due aziende comunali, in aggiunta all’Amtab che è già in amministrazione giudiziaria con un provvedimento della sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Bari. Alcuni dipendenti comunali potrebbero essere sanzionati.

Bari, al via lavori su segnaletica stradale per 87mila euro nei 5 Municipi: priorità a posti per disabili

Nei giorni scorsi sono stati affidati lavori per 87mila euro per il miglioramento della segnaletica stradale orizzontale e verticale nei cinque Municipi della città di Bari. L’iniziativa, che mira a rendere le strade più sicure e accessibili per tutti i cittadini, con una particolare attenzione alle esigenze delle persone con disabilità, permetterà di rispondere, in tempi brevi, alle numerose richieste presentate da cittadini che hanno diritto a parcheggi riservati per disabili: nel frattempo è in fase di aggiudicazione l’accordo quadro da un milione di euro di durata annuale destinato alla nuova installazione, ampliamento e messa in sicurezza della segnaletica stradale nei cinque Municipi.

Gli interventi saranno prioritariamente destinati ai posti auto per persone con disabilità, sia per quanto riguarda la segnaletica orizzontale (strisce di delimitazione dei parcheggi riservati e simboli di accessibilità ben visibili) sia per la segnaletica verticale (cartelli indicatori di parcheggi riservati, con informazioni chiare e facilmente comprensibili).

L’appalto prevede, inoltre, la manutenzione e la sostituzione della segnaletica esistente e l’implementazione di nuova segnaletica, in particolare nelle aree con maggiore necessità, come le strade in prossimità di scuole, ospedali e altri luoghi pubblici.

“L’investimento sulla segnaletica, in modo che sia ancora più chiara ed efficace, costituisce un impegno concreto per garantire la sicurezza stradale, perché aiuta a prevenire incidenti e garantire che tutti i cittadini possano circolare in modo agevole – ha spiegato l’assessore alla Cura del territorio Domenico Scaramuzzi -. L’investimento di 87mila euro si è reso urgente e necessario per smaltire le liste d’attesa di chi ha fatto richiesta per ottenere un posto riservato, che ringrazio per la pazienza dimostrata. È in fase di aggiudicazione definitiva, però, l’accordo quadro annuale da un milione di euro sulla segnaletica, che ci permetterà di intervenire rapidamente tutte le volte che emergeranno criticità, di programmare operazioni diffuse su intere zone e migliorare l’accessibilità delle strade”.

Al Comune di Bari arriva la Commissione antimafia, anticorruzione e legalità. Leccese: “Per un’amministrazione sana”

È stata presentata questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo di Città, la proposta di delibera per la modifica dell’art. 16 dello Statuto della Città di Bari, ai fini dell’istituzione della “Commissione consiliare Antimafia, Anticorruzione e Legalità”. A illustrare gli obiettivi del provvedimento il sindaco Vito Leccese, l’assessore alla Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale Nicola Grasso, il presidente del Consiglio comunale Romeo Ranieri e i capigruppo dei partiti che compongono il Consiglio comunale.

“Il provvedimento che illustriamo questa mattina, che seguirà l’iter previsto per le proposte di modifica dello Statuto della Città di Bari, è stato condiviso dall’intero Consiglio comunale – ha esordito Vito Leccese -. Come annunciato all’atto della mia proclamazione, con questa iniziativa intendiamo dar vita a una commissione che sarà incaricata di verificare eventuali fenomeni di infiltrazione o pressione da parte delle organizzazioni criminali nel tessuto economico, produttivo e istituzionale della città. Siamo allo scadere della prima fase della procedura, quella che prevede i 30 giorni di pubblicazione della proposta di modifica statutaria al fine di informare la città, e ringrazio sin d’ora i consiglieri comunali per le valutazioni che formuleranno a valle di questo tempo. Ricordo che questa iniziativa è nata, tra le altre, per rispondere al dibattito che da un anno a questa parte ha alimentato la cronaca, politica e giudiziaria, in relazione alla necessità di potenziare la trasparenza e i controlli volti a rafforzare tutti i presidi di legalità necessari a contrastare qualsiasi tentativo di infiltrazione mafiosa all’interno dell’ente e delle sue società partecipate. La proposta di istituire una commissione dedicata risponde anche a quel richiamo alla responsabilità pronunciato lo scorso anno dal procuratore generale De Castris in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e diventa ancora più attuale alla luce di alcuni passaggi della relazione tenuta sabato scorso dal presidente della Corte d’Appello Cassano. Nel suo intervento egli ha definito Bari una città splendente, capace di dispiegare un appeal straordinario sul piano dell’attrazione degli investimenti e dell’attrattività turistica, cresciuta molto rispetto agli anni ’90 anche grazie alle attività di bonifica svolta dagli investigatori e dagli inquirenti in tutti questi anni. Ma non ha nascosto una certa preoccupazione, dati alla mano, sulle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e produttivo cittadino, ricordando la presenza di una sorta di “zona grigia” che favorisce un incremento del livello di penetrazione delle mafie pugliesi in vari settori economici. Questa amministrazione comunale intende, perciò, valutare, analizzare e studiare per dispiegare le azioni più efficaci e incisive a contrasto dei rischi di infiltrazione. La nostra è un’amministrazione sana, che non intende fare alcun passo indietro rispetto a questo obiettivo ma che anzi vuole continuare a lavorare per la crescita della città esorcizzando qualsiasi tipo di condizionamento da parte delle organizzazioni criminali, tuttora presenti e attive sul territorio cittadino e metropolitano. Mi permetterete di sottolineare l’importanza del dato che vede insieme maggioranza e minoranza perché, se è vero che l’unione fa la forza, dobbiamo avere la forza e la volontà condivisa di respingere qualsiasi tentativo di infiltrazione o condizionamento. Per questo ringrazio in particolar modo le forze di minoranza che oggi sono qui con noi, e sento di poter affermare che questa non sarà assolutamente un’iniziativa di facciata ma di sostanza”.

“La spinta propulsiva per questo provvedimento viene dal sindaco – ha spiegato Romeo Ranieri – ma la delibera è prerogativa del Consiglio comunale, che ha lavorato per questo obiettivo. A tal fine abbiamo già predisposto gli atti per la modifica dell’art. 16 dello Statuto che prevede la possibilità di istituire una commissione consiliare di controllo, cosiddetta commissione antimafia sociale con tutte le ulteriori denominazioni.

Dopo l’approvazione, a brevissimo, della modifica statutaria, predisporremo con i consiglieri di minoranza la delibera di istituzione della commissione per raggiungere l’obiettivo. La nuova commissione si occuperà dei temi già indicati dal sindaco secondo modalità di lavoro condivise tra maggioranza e opposizione sia in termini di composizione numerica sia di frequenza di convocazione. La presidenza sarà in capo alle opposizioni”.

“Ringrazio il sindaco per il garbo e la sensibilità istituzionale con cui si è approcciato alla predisposizione di questo provvedimento – ha proseguito il consigliere Fabio Romito, coordinatore delle opposizioni – che per noi non può costituire in alcun modo un elemento su cui far propaganda, anche dato quanto accaduto Siamo qui perché crediamo molto nel lavoro che può svolgere questa commissione. Intervengo a nome di tutti i gruppi consiliari di opposizione: offriremo al sindaco una serie di elementi di riflessione ad esempio in merito alla composizione, convinti che più ristretta riusciremo a tenerla in termini numerici, più si riuscirà a lavorare speditamente e in maniera proficua. Come ha detto il sindaco, la commissione non avrà poteri né ispettivi né giurisdizionali, ma finalmente il Comune di Bari si doterà di un organismo, già presente sia in Consiglio regionale sia nel Parlamento italiano, che ci consentirà di accendere un faro quotidiano su un fenomeno che rischia di soffocare la nostra città, quello della criminalità organizzata, e di cui dobbiamo occuparci coadiuvando il lavoro straordinario del capo della Procura della Repubblica e del presidente della Cote d’Appello e delle altre istituzioni”.

“Questo è un atto molto significativo – ha sottolineato Nicola Grasso -, perché segna un momento nel quale l’integrazione dello Statuto sta a indicare che tra i suoi elementi fondativi il Comune vuole inserire questa Commissione, per renderla uno strumento di perpetua vigilanza e attenzione su tutti quei fenomeni criminali che tendono a insinuarsi, sia nella macchina amministrativa sia nell’attività imprenditoriale della nostra città, ora in grande espansione. Come in tutte le città che vivono momenti di forte crescita commerciale e imprenditoriale, vi è il rischio che fenomeni di questo genere possano aumentare.

Strumenti come la commissione che ci accingiamo a istituire servono a garantire che tali situazioni vengano monitorate, e vi si faccia fronte con l’ausilio importantissimo del Consiglio comunale, espressione di tutti i cittadini, e all’interno di esso delle forze di opposizione, che devono avere un ruolo di controllo, di impulso e di verifica. Avere istituito una ripartizione e un assessorato con focus specifici su questi temi è una scelta che va nella stessa direzione.

Si tratta, d’altronde, di realizzare i principi costituzionali: l’articolo 97, secondo cui i pubblici uffici devono essere organizzati in modo da garantire il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione, ed è fondamentale che imparzialità e buon andamento siano resi palpabili e percepiti da tutta la cittadinanza. E poi l’articolo 54, che dice che chi svolge funzioni pubbliche ha il dovere di farlo con disciplina e onore. La commissione avrà anche un importantissimo ruolo culturale, perché dovrà analizzare e favorire la consapevolezza di questi temi a tutti i livelli, dall’amministrazione alla società civile, dalle scuole a tutti i luoghi nei quali è necessario rendere tutti consapevoli che il fenomeno mafioso tende a insinuarsi anche laddove non ci si aspetta.. Questo momento segna un punto di contatto tra la funzione normativa del Consiglio comunale e quella amministrativa ed esecutiva della giunta, per l’interesse comune, per migliorare la nostra città, affinché sia al passo coi tempi e più impermeabile alle infiltrazioni, rispettosa dei principi costituzionali e dalla legalità.

Infine un’ultima considerazione: la presidenza della Commissione parlamentare antimafia è affidata a un parlamentare della stessa maggioranza di governo: l’amministrazione di Bari ha voluto dimostrare attenzione nei confronti delle opposizioni, affidando loro la presidenza della Commissione, perché siano ancora di più di controllo e di pungolo”.

“Credo che questa sia una bella giornata – ha concluso a nome della maggioranza Micheleangelo Cavone -, a dimostrazione di una condivisione forte rispetto a un tema importante, che nell’ultimo anno ha visto la nostra città alla ribalta della cronaca per alcune vicende poi divenute oggetto di indagini e che ha segnato la campagna elettorale, durante la quale tutti i candidati sindaco hanno preso impegni per la legalità e contro ogni tentativo di condizionamento criminale. Un fenomeno, come ricordava il coordinatore delle opposizioni, che riguarda non solo l’amministrazione comunale ma l’intera città, che negli ultimi anni ha conosciuto una forte crescita e ha ottenuto una serie di finanziamenti, comunitari e nazionali, che hanno inevitabilmente aumentato il rischio di infiltrazioni criminali.

Abbiamo deciso di affrontare questo tema in maniera sinergica con le opposizioni, e credo che l’impegno della città e dell’amministrazione possa essere rappresentato plasticamente sia dall’intesa con i consiglieri di opposizione sia dalla nutrita presenza, questa mattina, di consiglieri di ogni gruppo, il che testimonia quanto sia prioritario per noi il tema della trasparenza e del contrasto alle mafie in città. Nel ringraziare il sindaco, i colleghi consiglieri e l’assessore Grasso, che individuerà insieme a noi i principi che dovranno caratterizzare il regolamento, desidero sottolineare che stiamo scrivendo, tutti insieme, una bella pagina per la città”.

Bari, corteo funebre contromano per Christian Di Gioia: il Comune chiede 500mila euro come risarcimento

Si è tenuta oggi una nuova udienza nell’ambito de processo sul corteo avvenuto il 24 giugno 2023 dopo i funerali di Christian Di Gioia, il 27enne morto a causa di un incidente stradale con lo scooter due giorni prima nel quartiere Japigia di Bari. Il corteo di decine di moto, partito proprio da Japigia, scortò il feretro del 27enne fino al cimitero, passando contromano anche sotto il carcere di Bari e paralizzando per diversi minuti il traffico in varie strade della città.

Il Comune di Bari si è costituito parte civile, chiedendo un risarcimento di 500mila euro. I 10 imputati, invece, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Gli indagati rispondono di blocco stradale con l’aggravante mafiosa: avrebbero infatti ostentato «una condotta idonea ad esercitare» sugli altri «quella particolare coartazione e conseguente intimidazione, propria delle compagini mafiose», e «in particolare del clan “Parisi-Palermiti” predominante nel quartiere Japigia di Bari», come si legge nel capo d’imputazione. Nella prossima udienza del 12 febbraio accusa e parte civile discuteranno davanti alla gup Gabriella Pede.

Caos al Comune di Bari, dietrofront del M5S: i pentastellati tornano nella maggioranza Leccese

Dietrofront del Movimento 5 stelle. In una nota firmata dal vicepresidente nazionale del partito Mario Turco, dal coordinatore regionale Leonardo Donno, da quello provinciale Raimondo Innamorato e dai consiglieri comunali di Bari Antonello Delle Fontane e Italo Carelli, il partito dichiara di “essere pronto a lavorare al servizio dei cittadini baresi all’interno della maggioranza e della Giunta guidata dal sindaco Leccese con responsabilità e serietà”.

I due consiglieri del M5S lo scorso 21 agosto avevano annunciato di lasciare la maggioranza Leccese dopo la nomina dell’esterno Raffaele Diomede come assessore con deleghe importanti come Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza, all’Antimafia sociale, Gare e Appalti, Trasparenza, Patrimonio, Beni confiscati, ERP, Emergenza abitativa.

“La ritrovata sinergia e compattezza, a seguito dei confronti interni avuti nelle settimane successive al consiglio comunale dello scorso 21 Agosto, ci consentono di confermare il convinto e concreto sostegno al sindaco Vito Leccese, ritenendo convintamente il gruppo del MoVimento 5 Stelle all’interno del perimetro della maggioranza consiliare Lavoreremo senza sosta per l’attuazione del programma elettorale votato dai cittadini baresi e nel loro esclusivo interesse – si legge -. Nei prossimi giorni sarà sottoposto alla valutazione del sindaco Leccese, che ringraziamo per la sua disponibilità e fiducia, un profilo qualificato designato per assolvere il ruolo assessorile attribuito al M5S su temi importanti e caratterizzanti come Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza, all’Antimafia sociale, Gare e Appalti, Trasparenza, Patrimonio, Beni confiscati, ERP, Emergenza abitativa”.

Voto di scambio e mafia a Bari, al via il processo: oltre 120 imputati. Regione Puglia e Comune parti civili

Al via questa mattina il processo relativo all’inchiesta Codice Interno che lo scorso febbraio ha portato all’arresto di 130 persone facendo emergere l’infiltrazione mafiosa nei tessuti economici, politici e sociali della città di Bari. Il processo verrà celebrato al Tribunale di Bari, precisamente nell’aula della seconda sezione penale.

Presenti anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro. Regione e Comune si sono costituiti parti civili, così come il Ministero dell’Interno, il Comune di Altamura, il presidente Figc Gravina, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Amtab.

Imputati 124 indagati. Tra loro l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la moglie Maria Carmen Lorusso (ex consigliera comunale di Bari), il padre di lei, Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, ma anche gli esponenti dei clan Parisi-Palermiti (Savino Parisi, Eugenio Palermiti, Tommy Parisi, Giovanni Palermiti, Tommaso Lovreglio) Montani e Strisciuglio.