Covid Hospital in Fiera, Pagliaro chiede chiarezza: “Rispetto verso i cittadini”

“Sul grande pasticcio dell’Ospedale Covid in Fiera del Levante, la Regione deve fare chiarezza per dovere di trasparenza verso i cittadini, a prescindere dalle inchieste giudiziarie in corso. È quello che chiedo nella mia interrogazione urgente, che ricostruisce l’iter della vicenda mettendone in evidenza i punti oscuri. Innanzitutto i costi, lievitati da 9 a 25 milioni di euro, e poi le procedure di gara degli appalti per la realizzazione dei lavori e per la dotazione dei macchinari. Ma non solo: chiedo un report dettagliato sull’attività sanitaria erogata in quell’ospedale, il numero esatto dei pazienti presi in cura e assistiti (visto che si parla genericamente di un migliaio) e con quale esito terapeutico. La domanda, insomma, è chiara: è servita davvero la mega struttura pagata con soldi pubblici ed ora destinata allo smantellamento, con una spesa ulteriore di 4-5 milioni di euro? Quante vite umane sono state salvate, quante persone sono guarite grazie alle cure ricevute nell’ospedale Covid in Fiera?”. Se lo chiede il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.

“È vero che la fase emergenziale della pandemia richiedeva interventi rapidi e decisioni coraggiose per strappare alla malattia e alla morte il maggior numero di pazienti possibile, ma le scelte politiche e amministrative vanno valutate anche alla luce dei risultati e non solo delle buone intenzioni, al netto delle ombre di mala gestio tutte da chiarire. Non sarebbe stato più utile, oltre che più equo ed economico, potenziare i reparti ospedalieri già esistenti e diffusi su tutto il territorio regionale, in prima linea e in affanno nel fronteggiare la pandemia? Perché concentrare tante risorse su Bari, allestendo in un mese e mezzo un ospedale in quattro padiglioni della Fiera che sono stati requisiti con l’intervento del prefetto di Bari e il cui affitto, ancora oggi, costa 113mila euro al mese, pagati dallo Stato fino a marzo 2022 e poi dalla Regione, essendo cessato lo stato di emergenza sanitaria?”.

“Dopo il Covid ereditiamo una sanità pubblica disastrata, che soprattutto a Lecce e in Salento deve fare i conti con una carenza di personale spaventosa e con dotazioni strumentali inadeguate a rispondere al bisogno di salute sul territorio. Su questo riceviamo continue segnalazioni e denunce, e la nostra attività di verifica andrà avanti per portare alla luce ogni problema e sollecitare interventi risolutivi. Governare vuol dire amministrare, e questo compito dev’essere prioritario per garantire la migliore assistenza sanitaria ai cittadini”.

Uffici chiusi tutti i venerdì per il caro energia: dipendenti del Consiglio regionale pugliese in smart working

Per risparmiare sul consumo dell’energia elettrica e sulle bollette, gli uffici del Consiglio regionale pugliese, con sede a Bari, resteranno chiusi tutti i venerdì a partire dal prossimo 13 gennaio. La decisione è stata presa dall’Assemblea regionale e varrà, per ora, sino a fine marzo. Resterà aperta, a disposizione del pubblico, solo la biblioteca. “La decisione – spiegano dal Consiglio – è stata assunta per sostenere il risparmio energetico” e “comporterà il lavoro del personale in smart working”.

Calenda annuncia nascita di Azione nel Consiglio regionale pugliese. Amati precisa: “Restiamo in maggioranza”

È nato ufficialmente oggi il nuovo gruppo di Azione nel Consiglio regionale pugliese, composto da Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, ex Pd; e da Sergio Clemente, ex ‘Popolari con Emiliano’. Lo ha presentato questa mattina a Bari dal leader di Azione, Carlo Calenda, con i tre consiglieri regionali passati nella sua formazione e il consigliere Massimo Stellato che, invece, nei giorni scorsi ha aderito a Italia Viva. Il gruppo al momento sarà composto solo dai tre consiglieri regionali passati in Azione, Amati è stato nominato anche commissario di Azione in Puglia. “Riteniamo e pensiamo – ha detto Calenda – che vada costruito un modo di fare politica in Puglia che sia moderno. Forse è la regione nel Mezzogiorno che più si presterebbe a spiccare il volo per diventare una regione europea anche per il lavoro che ha fatto Vendola in passato, e anche alcune cose buone che ha fatto Fitto, perché no. Tuttavia, questo lavoro si è, a nostro avviso, interrotto nell’ultimo periodo. Non chiederemo, non chiederò, non abbiamo mai chiesto ai consiglieri regionali che sono venuti con noi, in nessuna parte d’Italia, di cambiare dall’opposizione alla maggioranza o viceversa: decideranno loro cosa fare. L’importante è che la linea politica sia quella che stiamo esprimendo”. Amati ha precisato che il gruppo resterà in maggioranza perché “lì siamo stati eletti”.

Calenda poi bacchetta Emiliano. “La Puglia non è il sultanato di Emiliano, la Puglia è una grande regione italiana che partecipa al Pnrr e che si sta modernizzando, non è il posto dove Emiliano fa qualsiasi cosa e niente può essere fatto senza Michele Emiliano. Anche perché – ha aggiunto – per fortuna il Tap lo abbiamo fatto nonostante Michele Emiliano, di cui ancora ricordo la frase ‘il cantiere sembra Auschwitz’. Andate su quella spiaggia, vi accorgerete che non si vede nemmeno da dove passa il Tap. Mi ricordo anche quando Emiliano disse ‘l’Ilva deve essere pubblica perché cosi riusciremo a fare l’acciaio green’, così sono riusciti a fare cadere un contratto blindato con Mittal. Vi risulta che l’Ilva stia facendo acciaio green? Mi risulta invece che diamo un miliardo di euro per pagare la bolletta elettrica”.