Corruzione e mazzette, l’ex avvocato barese Chiariello lascia il carcere: concessi i domiciliari

Giancarlo Chiariello, l’ex avvocato barese condannato a 6 anni per corruzione in atti domiciliari, si trova ai domiciliari. Il Tribunale di sorveglianza ha accolto l’istanza presentata dai suoi legali.

Chiarello si era costituito nel carcere di Lecce dopo che la Cassazione aveva respinto il suo ricorso. Data l’età e la possibilità di scontare la pena residua di 4 anni e 10 mesi ai domiciliari, è stata concessa a Chiarello la sospensione della misura cautelare in carcere.

 

Polignano, appalti pilotati in cambio di sostegno elettorale: a processo l’ex sindaco Vitto. In totale 18 imputati

L’ex sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto, il suo ex vice Salvatore Colella e altri 16 imputati andranno a processo con l’accusa di corruzione, turbata libertà degli incanti e subappalto illecito.

A stabilirlo la gup di Bari, Susanna De Felice, che ha rinviato a giudizio gli imputati. Vitto, arrestato nell’aprile 2022 e posto ai domiciliari, era anche presidente di Anci Puglia.

Secondo quanto sostenuto dall’accusa, nel 2021 avrebbe manipolato un appalto da 840mila euro per i lavori di riqualificazione di largo Gelso e del lungomare Domenico Modugno, favorendo il consorzio Athanor Stabile dell’imprenditore Hibro Hibroj. In cambio avrebbe ricevuto appoggio per la sua attività politica ed elettorale.

Il processo inizierà il 3 luglio davanti ai giudici della seconda sezione collegiale del Tribunale di Bari. Nell’udienza preliminare sono stati contestati complessivamente 25 capi d’imputazione per reati commessi tra il 2015 e il 2021, coinvolgendo 21 imputati.

Nel corso dell’udienza di ieri è stato ratificato il patteggiamento del geometra comunale Pasquale Teofilo, accusato di turbata libertà degli incanti e falso, e dell’imprenditore Vito Dentico, imputato per subappalto illecito e falso. È stato invece assolto con rito abbreviato il dirigente comunale Raffaele Lassandro, difeso dall’avvocato Alessandro Dello Russo dello studio Polis, che era accusato di omissione di atti d’ufficio in relazione alla gara per la riqualificazione delle aree interessate.

Corruzione in Puglia, tangenti per appalti: la Corte dei Conti chiede 60mila euro come danni d’immagine a Lerario

Avrebbe causato un danno d’immagine da 60mila euro alla Regione Puglia. E per questo, su delega della Procura regionale della corte dei conti, la guardia di finanza ha notificato un invito a dedurre a Mario Lerario, ex dirigente della Protezione civile e della sezione provveditorato-economato della Regione, condannato in via definitiva a 4 anni e 4 mesi, in appello, per aver preso due tangenti da 10mila e 20mila euro da due imprenditori in cambio dell’affidamento di alcuni lavori.

La vicenda, come spiega la finanza in un comunicato, ha determinato nei confronti della Regione non solo un danno patrimoniale, “conseguente alle maggiori somme pagate dall’Ente locale per i lavori affidati alle due citate imprese, anche in conseguenza delle tangenti pagate, bensì anche un danno all’immagine derivante dalla lesione del prestigio, del decoro e della credibilità” dell’ente “a seguito della condanna penale del proprio dirigente”.

In particolare, i reati per cui Lerario è stato condannato “hanno determinato una diminuzione della considerazione dell’istituzione pubblica da parte dei cittadini, ledendone il rapporto di fiducia e configurando la lesione di un bene tutelato in via diretta ed immediata dall’ordinamento giuridico”. Il danno da 60mila euro è pari al doppio della somma che Lerario ha ricevuto come tangente.

Per un’altra vicenda di corruzione Lerario è stato condannato in primo grado a 5 anni e quattro mesi, per le presunte tangenti da 35mila euro ricevute dall’imprenditore Antonio Illuzzi (condannato in primo grado a 4 anni).

Corruzione in Puglia, a processo i fratelli Pisicchio: Regione e Comune di Bari si costituiscono parti civili

La Regione Puglia e il Comune di Bari sono state ammesse come parti civili nel processo a carico dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio, del fratello Enzo e di altri 12 imputati accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false.

A deciderlo è stato il gup di Bari Nicola Bonante che ha respinto le eccezioni presentate dai difensori di alcuni imputati. Il Comune, che si è costituito nei confronti dei due Pisicchio, dell’ex responsabile unico del procedimento Francesco Catanese e dell’imprenditore Giovanni Riefoli, chiederà oltre un milione di euro tra danni d’immagine e patrimoniali.

La Regione si è costituita nei confronti di Alfonsino Pisicchio e di alcuni altri imputati, ma non di Enzo. Ad Alfonsino Pisicchio sarà chiesto un risarcimento dei danni non patrimoniali di 50mila euro.

Nella prossima udienza del 9 aprile, su richiesta di alcuni difensori, si discuterà anche di un’eccezione relativa alla genericità di alcuni capi d’imputazione.

Corruzione in Puglia, Alfonsino Pisicchio a processo: Regione e Comune di Bari chiedono danni all’ex assessore

La Regione Puglia e il Comune di Bari hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo a carico dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio, del fratello Enzo e di altri 12 imputati accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false.

La richiesta è arrivata oggi davanti al gup di Bari Nicola Bonante, l’udienza è stata rinviata al prossimo 4 febbraio. Il Comune, che si è costituito nei confronti dei due Pisicchio, dell’ex responsabile unico del procedimento Francesco Catanese e dell’imprenditore Giovanni Riefoli, chiederà oltre un milione di euro tra danni d’immagine e patrimoniali.

La Regione si è costituita nei confronti di Alfonsino Pisicchio e di alcuni altri imputati, ma non del fratello Enzo. Ad Alfonsino Pisicchio sarà chiesto un risarcimento dei danni non patrimoniali di 50mila euro. Le accuse per Alfonsino Pisiscchio – che risponde di corruzione e turbata libertà degli incanti – riguardano il periodo in cui era assessore della giunta Emiliano, quando avrebbe utilizzato “la sua influenza politica e le sue relazioni – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito”.

Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito “quale esecutore delle direttive” del fratello “e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino”. Dalle indagini è emersa la turbativa di una gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto per la gestione e riscossione dei tributi, aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d’asta di circa 5,5 milioni. Il rup, Francesco Catanese, secondo l’accusa avrebbe confezionato il bando ad arte per un imprenditore ottenendo in cambio l’assunzione della moglie. Inoltre, un componente della commissione di gara avrebbe ottenuto la stessa promessa di assunzione per il figlio con l’intermediazione dei fratelli Pisicchio a loro volta destinatari di denaro, assunzioni, promesse di assunzioni ed il finanziamento illecito al partito ‘Iniziativa democratica’ da parte dell’imprenditore cui avevano fornito informazioni riservate.

“Italia sotto mazzetta”, il dossier di Libera sulle inchieste per corruzione: Puglia quinta regione con 64 indagati

“Italia sotto mazzetta’ è il dossier sulle inchieste per corruzione che Libera ha censito dal 1° gennaio al 1 dicembre 2024: sono 48 le inchieste, con il coinvolgimento di 28 procure in 14 regioni, 588 le persone indagate. Le regioni meridionali compreso le isole “primeggiano” con 20 indagini, seguite da quelle del Centro (16) e dal Nord (12).

Prima il Lazio con 10 inchieste, seguita da Campania con 9 inchieste, la Lombardia con 7, Sicilia con 5 e Puglia con 4. In queste regioni si concentra il 74% delle inchieste. Ben 106 persone indagate sono nel Lazio, 82 in Sicilia, seguita dalle Marche con 80 indagati di cui ben 77 in una sola inchiesta su corruzione per finte vaccinazioni anticovid, 79 in Campania, Lombardia con 72 indagati, e Puglia a quota 64.

Ci sono “mazzette” per finte vaccinazioni covid o per ottenere falsi titoli di studio, “mazzette” che hanno facilitato l’aggiudicazione di appalti per la gestione dei rifiuti o per la realizzazione di opere pubbliche o la concessione di licenze edilizie. Poi ci sono le inchieste per scambio politico elettorale e quelle relative alle grandi opere. In prossimità della Giornata Internazionale contro la Corruzione che si celebra domani 9 dicembre, Libera ha scattato una fotografia sulla corruzione nel nostro Paese nell’anno in corso.

“L’istantanea – rileva Libera – mostra un quadro allarmante: l’avanzata senza freni della corruzione in Italia. Da Torino ad Avellino, da Bari a Pozzuoli, da Palermo e Catania, da Milano a Roma, il 2024 è un continuo bollettino di ‘mazzette’ con il coinvolgimento di amministratori, politici, funzionari, manager, imprenditori, professionisti e mafiosi coinvolti in una vasta gamma di reati di corruzione”.

“Le tante inchieste – ad avviso di Libera – ci raccontano di una corruzione ormai ‘normalizzata’, che come una vera ‘patologia nazionale’ alimenta sfiducia diffusa nelle istituzioni democratiche, disimpegno, astensionismo”.

Tangenti per appalti truccati, rinviato a giudizio l’ex dg Asset Sannicandro: a processo altre 11 persone – I NOMI

Elio Sannicandro, ex direttore generale dell’Asset ed ex commissario per l’emergenza idrogeologica della Puglia, è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su presunti episodi di corruzione messi in atto dagli imprenditori Di Carlo, con l’obiettivo di essere agevolati e di ottenere appalti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Le accuse nei confronti di Sannicandro sono quelle di corruzione e turbativa d’asta. Il gip ha inoltre revocato a Sannicandro l’interdizione per un anno dai pubblici uffici.

A processo anche Antonio Di Carlo e la figlia Carmelisa, il giornalista e dipendente Coni Sergio Schiavone, che avrebbe fatto da intermediario con Sannicandro), i funzionari della Regione Leonardo Panettieri e Michele Tamborra, i responsabili degli Uffici tecnici di Ordona e Orsara Michele Campanella e Rocco Rossi, gli imprenditori Antonio Ferrara e Bruno Gregoretti, della Antonio Ferrara srl e Adriatiche strada Astra, l’ingegnere Donato Coppolella.

Roberto Polieri, altro dirigente regionale, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato come riportato da Repubblica. L’udienza è in programma a novembre. La società Fratelli Di Carlo srl è stata invece individuata come responsabile amministrativo del reato di corruzione. L’accusa ipotizza che Sannicandro abbia ricevuto da Di Carlo circa 60mila euro. “Siamo certi pertanto – spiega il suo avvocato Michele Laforgia – che il processo acclarerà la definitiva estraneità dell’ingegnere Sannicandro da qualsiasi ipotesi di reato”.

Corruzione in Puglia, tangenti per appalti della Protezione Civile: ridotta la condanna per Lerario e Leccese

Sono state ridotte in Appello le condanne per le tangenti negli appalti della Protezione civile. Quattro anni e quattro mesi per l’ex capo della Protezione civile della Puglia, Mario Lerario, e 3 anni per l’imprenditore Luca Leccese. È questa la decisione della Corte d’appello di Bari che ha ridotto le pene comminate in primo grado (5 anni e 4 mesi a Lerario e 4 anni a Leccese). La Corte ha riconosciuto ai due imputati le attenuanti generiche. Le due difese hanno rinunciato ai motivi di appello.

Corruzione, mazzetta da 15mila euro: l’ex sindaco di Altamura Giacinto Forte condannato a 6 anni

Per l’ex primo cittadino, dimessosi nel 2018 in seguito all’inchiesta per la quale fu anche messo ai domiciliari, è stata anche decisa l’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre alla confisca di 15mila euro e al pagamento della stessa somma a titolo di riparazione pecuniaria in favore del Comune di Altamura in persona del sindaco pro tempore.

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