Ospedale Covid a Bari, FdI: “L’inchiesta certifica il fallimento di Emiliano sulla gestione della pandemia in Puglia”

“Aver avuto ragione è una soddisfazione amara, perché l’inchiesta della Procura di Bari sull’Ospedale Covid è il fallimento di un’intera gestione della pandemia in Puglia”. Inizia così la dichiarazione del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Renato Perrini e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina)

“Altro che ospedale di eccellenza, siamo di fronte a uno spreco di denaro per un appalto (TRUCCATO secondo la magistratura) lievitato da poco più di 9 milioni a circa 25 milioni – dichiarano -. Ma non ci voleva la sfera di cristallo per comprenderlo, noi di Fratelli d’Italia fummo, per la verità, l’unico gruppo, nel febbraio 2021, che ritenevamo prima inutile quell’unica dislocazione provvisoria della rianimazione, convinti che si sarebbero dovute potenziare quelle esistenti negli ospedali pugliesi e che oggi sarebbero continuate a funzionare! Invece ci fu un coro di consensi e di applausi che ci faceva sembrare come bastian contrari per partito preso… invece appariva chiaro che molti ‘conti’ non tornavano. Conti che non riuscivamo neppure a vedere perché l’allora direttore della protezione civile, Lerario, ci negava l’accesso.

“Passato il Covid abbiamo anche proposto una Commissione d’inchiesta su quello che era accaduto nel periodo Covid in Puglia (ospedale, fabbrica mascherine, Dpi cinesi, appalti a gogo), ma il centrosinistra votò contro. Forse proprio per il timore che venissero fuori anche responsabilità politiche nella vicenda – concludono -. Oggi la Procura di Bari individua 10 presunti responsabili sul piano penale… la giustizia farà il suo corso e chiarezza. Ma per noi, ribadiamo, c’è solo un responsabile politico: il presidente Emiliano, che dovrebbero chiedere scusa ai pugliesi!”

Ospedale Covid a Bari, appalto truccato: 10 indagati. Tra loro l’ex capo della Protezione Civile Mario Lerario

Sono 10 le persone indagate (raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari) dalla Procura di Bari per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. Tra loro l’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario e l’ex responsabile del procedimento. Gli altri indagati sono Vito De Mitri, 77 anni, di Lecce, Francesco Girardi, 38 anni, di Acquaviva delle Fonti, Vito Vincenzo Leo, 59 anni, di Acquaviva delle Fonti, Andrea Barili, 54 anni, di Bari, Domenico Tancredi, 42 anni, di Altamura, Sigismondo Zema, 57 anni, di Bari, Alessandro Goffredo Nuzzo, 71 anni, di Santa Cesarea Terme.

Le indagini riguardano la realizzazione dell’ospedale Covid in Fiera del Levante a Bari e sono state estese successivamente all’approfondimento di oltre 250 procedure a evidenza pubblica per un valore di circa 100 milioni di euro. I finanzieri hanno eseguito acquisizioni documentali e diverse perquisizioni presso le sezioni Protezione civile e Provveditorato economato della Regione Puglia e nei confronti di alcuni imprenditori aggiudicatari degli appalti.

Per quanto riguarda l’ospedale Covid, secondo la Procura Lerario e Mercurio avrebbero “condizionato di fatto la scelta del contraente con mezzi fraudolenti, consistiti nell’inserire nella lettera di invito trasmessa a 6 ditte (oggetto asseritamente di sorteggio pubblico di cui non vi è traccia in atti) un algoritmo per il calcolo del punteggio da attribuire all’offerta economica che aveva quale diretta conseguenza – come evidenziato dai consulenti tecnici nominati da questa Procura – il sostanziale azzeramento della rilevanza dell’elemento prezzo nella formazione della graduatoria di gara”. “In questo modo i ribassi sarebbero diventati ininfluenti, e questo avrebbe consentito facilmente di compensare tale differenza mediante il punteggio attribuito alle valutazioni di carattere qualitativo dell’offerta tecnica, per loro natura squisitamente discrezionali”. L’appalto, attribuito alla Cobar, ha poi visto la spesa passare da 9,5 a oltre 23 milioni di euro a colpi di ordini di servizio. Per questo motivo insieme a Mercurio e Lerario è indagato anche un componente della commissione di gara (Felice Antonio Spaccavento). Secondo la Procura i primi due erano “in posizione di incompatibilità”, in quanto hanno aggiudicato un appalto di cui loro stessi hanno scritto le regole.

Dalle indagini sono emersi altri episodi di corruzione e turbativa d’asta a carico di Lerario tra cui gli appalti per la fornitura di attrezzature per la sala mensa del Consiglio regionale e per la realizzazione delle aiuole e per la realizzazione della sede della Protezione civile di Castellaneta Marina. In cambio Lerario avrebbe ottenuto lavori di ristrutturazione in un proprio immobile di Acquaviva delle Fonti, e avrebbe accettato una promessa di soldi per truccare l’appalto delle pulizie nelle sedi della Regione. Anche in questo caso, “è stato rilevato l’inserimento nella documentazione di gara di un algoritmo per il calcolo del punteggio da attribuire all’offerta economica tale da condizionare di fatto la scelta del contraente in quanto, anche ove vi fossero state multiple offerte contenenti ribassi tra loro assai differenti, la formula utilizzata avrebbe sostanzialmente azzerato la rilevanza dell’elemento prezzo nella formazione della graduatoria della gara».

Fiera del Levante, FdI all’attacco: “Vergognoso che alcuni spazi siano ancora occupati dal Covid hospital”

“Aver avuto ragione non ci rallegra, ma sicuramente ci rammarica. In quel gennaio 2021, in piena pandemia, Fratelli d’Italia fu l’unico partito a non salutare in modo positivo l’improvvisa costruzione di un ospedale Covid nella Fiera del Levante. In un’interrogazione urgente ponemmo 10 domande al presidente Emiliano, fra le quali le spese che lievitavano di giorno in giorno (appaltate per 10 milioni, sono poi arrivate a oltre 25 milioni) e invitammo il presidente a fermarsi per aumentare i posti letto nelle strutture ospedaliere già esistenti e che quindi non sarebbero state smantellate. Non ci furono mai date risposte, anzi ci fu in quell’occasione una sorta di denigrazione della nostra denuncia da parte del presidente Emiliano e dall’allora capo della Protezione Civile, Lerario, indagato, poi, anche per questo ospedale, sul quale oggi c’è anche l’occhio della Procura della Corte dei Conti”. Inizia così la nota di Fratelli d’Italia

“Alla vigilia della Fiera del Levante, e dopo 2 anni e 9 mesi, non solo l’ospedale occupa, vuoto, spazi della Campionaria, ma costa alla Regione, e quindi ai pugliesi, 111mila euro al mese – si legge -. Senza contare i tanti debiti fuori bilancio (specie quelli fatti e non riconosciuti dalla Protezione civile nazionale) che puntualmente arrivano per l’esame prima in Commissione Bilancio e poi per l’approvazione in Consiglio. Un debito abnorme che sta diventando una voragine, anche perché lo smantellamento costerebbe non meno di altri 4 milioni di euro, senza contare alcuni macchinari che giacciono in alcuni spazi dell’ospedale. Quello che Emiliano considerava un fiore all’occhiello, oggi è un pugno allo stomaco circondato da un degrado senza precedenti se si tiene conto che siamo a 2 giorni dall’inaugurazione della Fiera del Levante. Il tutto nell’incuria non solo generale, ma anche della politica che in questi anni si è preoccupata solo di occupare la Fiera in tutti i sensi: basterebbe fare un giro all’interno per capire quanti privati hanno affittato spazi e quanti sono, invece, quelli delle istituzioni pubbliche, in modo particolare della Regione. La stessa politica che vedrà Emiliano e Decaro intervenire all’inaugurazione con discorsi pieni di parole parole parole, ma scommettiamo senza dire una parola sull’ospedale in Fiera, ma soprattutto sul futuro della Fiera. Semmai ce ne sia uno”.

Affitti troppo cari e verifiche sulla congruità dell’appalto: Covid hospital senza pace. Indagini agli sgoccioli

Il Covid hospital allestito nella Fiera del Levante continua a far discutere. La Regione Puglia ha avviato una “verifica di congruità” sul costo dell’appalto affidato alla Cobar-Item Oxygen per la realizzazione dell’ospedale. Il progetto preliminare era stato approvato per 9,5 milioni, il costo della struttura poi è lievitato prima a 17 milioni e poi a 25. La nuova commissione di collaudo ha poi definito “l’opera non collaudabile” a causa di una serie di carenze nel progetto preliminare e la presunta incongruità del costo dell’appalto. A far discutere sono anche gli affitti troppo cari, ovvero i 300mila euro l’anno versati per i padiglioni 115, 116, 117 e 118, con annessa ristrutturazione esterna. Costanza Moreo, dirigente del settore Patrimonio della Regione Puglia, ha inviato una lettera all’Ente Fiera per rivedere gli accordi presi. “I canoni di locazione sono troppo onerosi, occorre rivederli al ribasso, scomputando circa quattro milioni e mezzo di euro destinati alle ristrutturazioni”, si legge in un passaggio. Le indagini della Procura e della Guardia di Finanza intanto sono ormai agli sgoccioli. La posizione degli indagati, diversi nomi sono stati inseriti nel fascicolo con il passare del tempo, verrà presto chiarita dal procuratore Roberto Rossi, dopo l’avviso di proroga notificato all’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario, al funzionario Antonio Mercurio e al legale rappresentante della Cobar, Domenico Barozzi.