Crac Banca Popolare di Bari, 7 ex dirigenti a giudizio: tra loro anche i Jacobini – TUTTI I NOMI

Il gup di Bari Giuseppe De Salvatore ha disposto il rinvio a giudizio per sette ex dirigenti della Banca Popolare di Bari (ora Banca del Mezzogiorno) imputati, a vario titolo, per false comunicazioni sociali, aggiotaggio bancario, ostacolo alla vigilanza e anche – per due – maltrattamenti e lesioni personali nei confronti dell’ex Chief Risk Officer Luca Sabetta.

A processo, che inizierà il prossimo 5 giugno davanti ai giudici della seconda sezione collegiale B del Tribunale, finiscono dunque Marco e Gianluca Jacobini (rispettivamente ex presidente del cda e vice direttore generale), l’ex direttore generale Vincenzo De Bustis Figarola, l’ex ad Giorgio Papa e gli ex dirigenti Elia Circelli, Gregorio Monachino e Nicola Loperfido.

Prosciolto invece l’ex presidente del collegio sindacale Roberto Pirola, per il quale la stessa Procura aveva chiesto il non luogo a procedere. Marco Jacobini e De Bustis sono i due top manager ai quali sono contestati anche lesioni e maltrattamenti.

Nel processo sono costituite centinaia di parti civili, soprattutto ex risparmiatori e azionisti dell’istituto. Ma tra queste ci sono la stessa Banca del Mezzogiorno (riconosciuta anche come responsabile civile), Bankitalia, Consob, Codacons e Comune di Bari. Gli episodi di falso sarebbero stati commessi tra il 2016 e il 2018, con i dirigenti che – secondo l’accusa – avrebbero sopravvalutato il patrimonio acquisito dalla fusione con Banca Tercas per “occultare le perdite” con “l’intenzione di ingannare i soci e il pubblico al fine di conseguire un ingiusto profitto”, come si legge nell’imputazione.

Ma non sarebbero stati nemmeno inseriti nel bilancio del 2016 accantonamenti da 42 milioni in modo da far apparire “un utile inesistente”, così come inesistente sarebbe stata la liquidità da 500 milioni indicata nel 2017. Tra il 2016 e il 2019 sarebbero poi state diffuse false informazioni per occultare operazioni che avrebbero minato la stabilità patrimoniale della banca. Da una parte di questa inchiesta è nato lo stralcio per il quale Marco e Gianluca Jacobini sono già a processo per falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza e falsi prospetti sociali.

Crac Popolare di Bari, Jacobini in aula: “Ho perso 800 mila euro anche io vittima”

“Negli aumenti di capitale (della Banca popolare di Bari, ndr) ho investito tutta la liquidità che avevo, tra somme ereditate e altro, per circa 800mila euro. Non ho mai venduto le azioni prima che si svalutassero, anche durante e dopo l’aumento di capitale ho continuato a comprare. Avevo fiducia nella banca. Ora ho zero”.

Lo ha detto oggi, nell’aula ‘bunker’ di Bitonto (sede distaccata del tribunale di Bari), l’ex vice direttore generale della Banca popolare di Bari – oggi Banca del Mezzogiorno – Gianluca Jacobini, in un’udienza del processo in cui è imputato insieme al padre Marco, ex presidente del cda dell’istituto, per i reati (contestati a vario titolo) di falso in bilancio per gli anni 2016, 2017 e 2018 e ostacolo alla vigilanza della Consob e di Bankitalia.

Per Jacobini (difeso insieme al padre dagli avvocati Angelo Loizzi, Guido Carlo Alleva, Giorgio Perroni e Roberto Eustachio Sisto) si tratta del primo esame davanti al collegio giudicante presieduto da Marco Guida. Nell’udienza di oggi, Jacobini ha risposto alle domande dei suoi avvocati, parlando anche delle procedure che portarono all’acquisto, nel 2014, della banca abruzzese Tercas. Nella prossima udienza del 3 febbraio è previsto il controesame della Procura.

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La pm, pur riducendo per ciascun imputato le singole contestazioni, ha chiesto il giudizio per l’ex presidente Figc ed ex parlamentare Antonio Matarrese, vicepresidente vicario del cda del Bari dal 2010 al 2011, l’ex parlamentare Salvatore Matarrese, consigliere della società sportiva dal 2002 al 2011, e per gli ex amministratori unici Claudio Garzelli e Francesco Vinella.

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