Terremoto politico a Brindisi, crisi in maggioranza: il Sindaco Pino Marchionna azzera la giunta

Il sindaco di Brindisi, Pino Marchionna, ha azzerato la giunta Il primo cittadino, sostenuto da una coalizione di centrodestra, questa mattina ha revocato le deleghe ai suoi assessori. A chiedere l’azzeramento della giunta erano stati 19 consiglieri comunali della sua maggioranza. Al termine di una serie d’incontri tra i partiti, non era stata trovata una sintesi politica su come affrontare questa fase. E così questa mattina Marchionna ha deciso l’azzeramento.

La crisi sarebbe riconducibile a uno scollamento fra la giunta e i gruppi consiliari che avrebbero lamentato uno scarso coinvolgimento nelle iniziative dell’ormai ex esecutivo. “Spero – ha spiegato il sindaco – di poter risolvere la crisi in pochi giorni, già entro questa settimana, anche un pò prima”. “Ho escluso le mie dimissioni – ha aggiunto – perchè il rapporto con i partiti ed i gruppi consiliari è molto sereno e ragionevole. Ci sono delle posizioni politiche forti che vanno considerate e sintetizzate”.

“In questo momento l’ipotesi principale è quella di fondare la nuova giunta sulla stessa maggioranza e sulle stesse caratteristiche che hanno definito il varo della prima” squadra di governo con “il perimetro della maggioranza – ha concluso Marchionna – che rimarrà sempre lo stesso”.

Bari, Soa senza pace. Dall’inchiesta per evasione fiscale alla crisi: avviati licenziamenti per 12 dipendenti

Ad annunciarlo è la FILCAMS CGIL Bari. “In questi giorni è stata inoltrata ai sindacati da parte dell’azienda una comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge n. 223/1991. La decisione adottata è causata dalla situazione di crisi che continua ad attanagliare l’azienda per il crescente minor fatturato ed i ridotti volumi di attività”, si legge nella nota.

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Caro energia e rincari di materie prime: Regione Puglia sospende per sei mesi i mutui concessi alle imprese

Sospesi fino al 30 giugno 2023 i mutui concessi dall’Amministrazione Regionale, per il tramite di Puglia Sviluppo S.p.A., a valere sugli strumenti denominati “NIDI”, “Tecnonidi”, “Microcredito” e “Fondo a favore delle Reti per l’Internazionalizzazione”. Il provvedimento è stato approvato oggi dalla Giunta regionale con la finalità di supportare e limitare l’impatto sulle micro, piccole e medie imprese pugliesi derivanti dal persistere delle perturbazioni del mercato conseguenti la crisi post-pandemica, nonché i rincari delle materie prime, l’impennata dei costi energetici e il calo del fatturato derivanti dal conflitto russo ucraino.

“Sostenere le imprese ed evitare il collasso del sistema economico e sociale – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci – è una priorità della Regione Puglia che intende mettere in campo ogni azione possibile in questa direzione. Il tessuto economico della nostra regione è composto prevalentemente da aziende con un numero di lavoratori che varia da 1 a 9, imprese molto piccole che hanno resistito al colpo durissimo inferto dalla pandemia e che oggi si ritrovano ad affrontare una crisi energetica internazionale. Sospendere il pagamento degli addebiti delle rate dei mutui significa dare una boccata d’ossigeno al tessuto economico e sostenere la liquidità per consentire agli imprenditori di programmare con maggiore serenità le attività future. Questo vale per le imprese più piccole, per quelle più grandi ci stiamo attivando per richiedere ad ABI – Associazione Bancaria Italiana la sospensione dei mutui degli investimeni fatti su tutti gli altri strumenti finanziari regionali di incentivazione all’impresa come ad esempio quelli del Titolo II, Titolo II Circolante, CDP, i PIA ecc.”.

“Bloccare fino a fine giugno 2023 il pagamento delle rate delle misure di agevolazione concesse a oltre 16 mila imprese pugliesi – ha dichiarato il Vice Presidente e assessore al Bilancio della Regione Puglia Raffaele Piemontese – serve a mantenere posti di lavoro e a preservare il nostro tessuto imprenditoriale capillare. Lo abbiamo sostenuto nel 2020 mentre infuriava la pandemia, lo facciamo anche oggi, mentre si è scatenata la tempesta del caro energia e del caro bollette, sempre con lo scopo di mantenere forte e reattiva la nostra economia”.