Neonato trovato morto nella culla termica a Bari: dal climatizzatore esce aria fredda:

La mancata ricarica dell’aria condizionata nella stanza in cui si trova la culla termica della chiesa san Giovanni Battista di Bari potrebbe aver avuto un ruolo nel caso del neonato trovato morto lì la mattina del 2 gennaio.

Come emerso già ieri, nel corso della consulenza tecnica disposta dalla Procura è stato rilevato un possibile malfunzionamento del materassino della culla (definito ‘tappetino’) e dei suoi sensori, che non avrebbero rilevato la presenza del piccolo e non avrebbero dunque fatto scattare l’allarme.

In sede di consulenza sono stati effettuati dei test dai quali si è visto che il tappetino non funzionava correttamente, a differenza dell’alimentatore della culla e dello stesso allarme che, stimolato in altro modo, ha fatto partire la chiamata al cellulare del parroco don Antonio Ruccia, l’unico collegato con la culla. Il prete e il tecnico Vincenzo Nanocchio, che ha installato la culla nel 2014 e lo scorso 14 dicembre ne cambiò l’alimentatore, sono indagati per omicidio colposo, ma la Procura di Bari procede anche per abbandono di minori a carico di ignoti.

La mattina del 2 gennaio, quando è stato scoperto il piccolo cadavere, il titolare dell’agenzia funebre Roberto Savarese – il primo a trovare il corpo – ha detto che dal climatizzatore, che si accende automaticamente una volta rilevato un movimento, usciva aria fredda. E anche ieri, nel corso delle prove fatte durante la consulenza, si sarebbe verificata la stessa cosa.

Come spiegato dal parroco, quel climatizzatore non va regolato manualmente a seconda delle stagioni, ma si adatta automaticamente a seconda delle temperature esterne, emanando aria calda in inverno e fresca in estate. L’ipotesi su cui è a lavoro la Procura (il procuratore aggiunto Ciro Angelillis e la pm Angela Morea coordinano le indagini della squadra mobile) è che l’apparecchio, come avviene nelle automobili, non sia stato ricaricato, e che quindi si sia attivato dopo aver rilevato il movimento, emettendo però aria fredda. Il piccolo, come emerso dall’autopsia, è morto verosimilmente per ipotermia. Al termine degli accertamenti di ieri, il tappetino della culla è stato portato via per altri esami, che verranno svolti nei prossimi giorni anche sulle altre apparecchiature del sistema.

Neonato trovato morto a Bari: forse non sono scattati i sensori dell’allarme e per riscaldare la culla termica

Potrebbe non aver funzionato i sensori che fanno scattare il riscaldamento e l’allarme nella culla termica in cui è stato trovato senza vita un neonato la mattina del 2 gennaio a Bari. È quanto emerso dalla consulenza di circa 3 ore che si è tenuta oggi nel locale che ospita la culla nel perimetro esterno alla parrocchia San Giovanni Battista. I sensori sono collegati al materassino e dovrebbero azionare riscaldamento e far partire la chiamata sul cellulare del parroco ogni qualvolta rilevano un peso. Dall’autopsia, infatti, era emerso che il bambino sarebbe verosimilmente morto per ipotermia.

Dai test eseguiti oggi, dunque, sarebbe stato rilevato il corretto funzionamento dell’alimentatore della culla e della scheda telefonica dalla quale sarebbe dovuta partire la chiamata verso il cellulare di don Antonio Ruccia, indagato per omicidio colposo insieme al tecnico Vincenzo Nanocchio che lo scorso 14 dicembre, dopo alcuni blackout e dopo essere stato chiamato dallo stesso parroco, sostituì l’alimentatore e ne verificò il funzionamento. Don Ruccia, dal canto suo, disse sin da subito, dopo il ritrovamento del neonato, che il suo telefono, quella mattina, non aveva squillato.

Quanto rilevato dai consulenti tende dunque a far escludere che la chiamata non sia partita a causa di presunti danni legati ai blackout. Il materassino, portato via, sarà sottoposto ad ulteriori accertamenti che riguarderanno anche l’intero funzionamento della culla. La consulenza, affidata dalla Procura di Bari al professore di ingegneria elettrica del Politecnico di Bari, Saverio Mascolo, e al perito Luigi De Vecchis, è stata effettuata alla presenza dei consulenti di parte Michele De Ligio (per Nanocchio) e Paolo Lino (per il parroco), anch’egli docente di ingegneria elettrica al Politecnico. Presente anche il parroco che, secondo il suo avvocato Salvatore D’Aluiso, è “turbato” dall’intera vicenda.

Neonato trovato morto a Bari, verifiche sulla culla termica: al via gli accertamenti. Si cercano risposte

Al via questa mattina gli accertamenti tecnici sulla culla termica della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco dove lo scorso 2 gennaio è stato trovato un neonato morto. Gli esami, disposta dalla Procura di Bari nell’ambito della doppia inchiesta, dovranno verificare l’eventuale malfunzionamento della culletta che potrebbe aver portato al decesso del bambino, morto per ipotermia secondo quanto stabilito dall’autopsia.

La consulenza tecnica è stata affidata all’ingegnere Saverio Mascolo e al perito tecnico industriale Luigi De Vecchis. Nel fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo risultano al momento indagati il parroco della chiesa, don Antonio Ruccia, e l’elettricista manutentore della culla Vincenzo Nanocchio. Entrambi hanno nominato propri consulenti di parte. A carico di ignori invece è ipotizzato il reato di abbandono di minore seguito da morte. Sul posto anche magistrati e Forze dell’ordine che hanno chiuso l’isolato, si tratta del primo accesso alla culla dopo il tragico ritrovamento.

Neonato trovato morto nella culla termica a Bari. Primi interrogatori: il tecnico parla, don Antonio Ruccia no

Si è avvalso della facoltà di non rispondere don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa san Giovanni Battista di Bari indagato per omicidio colposo nel caso del neonato trovato morto lo scorso 2 gennaio nella culla termica della parrocchia. Il suo interrogatorio, il primo come indagato (precedentemente era stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti), era infatti fissato per ieri pomeriggio ma il prete, assistito dall’avvocato Salvatore D’Aluiso, ha scelto di non rispondere alle domande.

Ha risposto invece Vincenzo Nanocchio, il tecnico elettricista co-indagato insieme a don Ruccia. La Procura, intanto, ha conferito l’incarico per la consulenza sulla culla all’ingegnere e professore di Ingegneria Elettrica del Politecnico di Bari Saverio Mascolo e al perito Luigi De Vecchis. La consulenza si terrà lunedì prossimo alle 12.00, gli indagati hanno a loro volta nominato dei propri consulenti.

Compito della consulenza è spiegare il funzionamento del sistema e di quante e quali parti sia composto, verificare se il sistema abbia funzionato e se no, se nella culla ci sono altri sistemi per la salvaguardia del bambino come un sistema di videosorveglianza (che c’è) e di condizionamento della stanza (c’è anche questo), comprendere se questi altri sistemi abbiano funzionato e se no, verificare il sistema di funzionamento dell’alimentazione elettrica. Nanocchio agli inquirenti ha raccontato di aver cambiato l’alimentatore della culla lo scorso 14 dicembre, dopo alcuni blackout che avevano interessato la chiesa, spiegando anche di aver provato quel sistema tre volte e che tutte e tre le volte aveva funzionato.

Neonato trovato morto nella culla termica a Bari, l’autopsia: “Era sottopeso disidratato e trascurato”

Era un ‘child neglect’, ovvero un bimbo sottopeso, fortemente disidratato e trascurato, il piccolo di circa 3-4 settimane trovato morto nella culla termica allestita nella parrocchia di San Giovanni Battista di Bari il 2 gennaio scorso.

Il piccolo, un maschietto, pesava 2 chili e 800 grammi ed era stato partorito a termine, forse non in ospedale, anche se quest’ultima è solo un’ipotesi.Sono questi i nuovi particolari che emergono all’autopsia compiuta ieri sul neonato, che sarebbe morto orientativamente per ipotermia, anche se per stabilirlo con certezza serviranno i risultati degli esami istologici. Se il piccolo non fosse stato così trascurato – a quanto viene riferito da fonti vicine alle
indagini – si sarebbe potuto salvare, nonostante il mancato azionamento dell’allarme della culla collegato al telefono del parroco e il mancatto funzionamento del riscaldamento della culla stessa.

Il piccolo ha anche delle piccole escoriazioni alle caviglie, assolutamente trascurabili e molto superficiali, forse provocate da parassiti cutanei. Resta ora da stabilire se il bimbo sia stato messo nella culla quando era ancora vivo oppure quando era già morto, anche se le prime valutazioni investigative propendono per la prima ipotesi. Infatti, la temperatura del cadavere era la stessa della stanza, particolare questo che fa ipotizzare agli inquirenti che il bimbo sia rimasto nella culla termica per molto tempo, fino alla morte.

Neonato morto nella culla termica, il tecnico indagato: “Don Antonio si occupa di tutto io intervengo a chiamata”

Le parole di Vincenzo Nanocchio, il tecnico che risulta indagato per l’omicidio colposo del neonato trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Poggiofranco. L’intervista telefonica è stata registrata e mandata in onda da Storie Italiane: “Io non ho un contratto di manutenzione”.

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Neonato trovato morto a Bari, domani l’incarico per la perizia sulla culla termica: si attende l’ok per i funerali

Dopo l’autopsia effettuata sul corpo del neonato trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Poggiofranco, si attende il nulla osta del magistrato per organizzare i funerali del piccolo. Ad occuparsene sarà il titolare dell’agenzia funebre che per primo, il 2 gennaio scorso, si è accorto della sua presenza nella culla termica.

Nella giornata di domani sarà invece conferito l’incarico per effettuare la perizia sulla culla termica che dovrà stabilire cosa è accaduto e cosa non ha funzionato. Don Antonio Ruccia, il 7 dicembre scorso, aveva richiesto l’intervento del manutentore a causa di un malfunzionamento. Una settimana dopo il tecnico è intervenuto e ha sostituito un alimentatore bruciato. Entrambi sono indagati per omicidio colposo, parallelamente s’indaga anche contro ignoti per abbandono di minore con conseguente morte.

Neonato trovato senza vita nella culla termica a Bari, l’autopsia: “È morto di freddo”

Il neonato trovato senza vita la mattina del 2 gennaio nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista di Bari sarebbe morto per ipotermia. Questi sono i primissimi risultati dell’autopsia svolta oggi nell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari sul corpo del bimbo che – secondo i primi accertamenti – avrebbe meno di un mese di vita. A svolgerla è stato il professor Biagio Solarino, la Procura di Bari indaga per omicidio colposo nei confronti del parroco, don Antonio Ruccia, e del tecnico manutentore che ha installato la culla nel 2014.

L’avvocato Salvatore D’Aluiso assiste don Ruccia che ha nominato come consulente di parte il dottor Mariano Manzionna, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale San Paolo di Bari. Il tecnico è assistito invece dall’avvocato Giovanni De Leo e non ha nominato consulenti. I risultati dell’autopsia saranno resi noti in 60 giorni e saranno basati anche sui prelievi di tessuti e liquidi compiuti oggi durante l’esame autoptico. Si cercherà di stabilire con esattezza l’epoca e la causa del decesso del piccolo. La Procura parallelamente indaga anche per abbandono di minori a carico di ignoti.

Nel fascicolo d’indagine c’è anche l’episodio relativo al blackout che ha colpito la zona della parrocchia il 14 dicembre scorso dalle ore 15 alle 18 circa. Sul posto intervennero i tecnici dell’Enel, nello stesso giorno, ma nel periodo antecedente al black out, fu effettuato una manutenzione sulla culla termica e fu sostituito l’alimentatore, oltre a verificare il corretto funzionamento. Dopo il ritorno dell’elettricità fu nuovamente verificato il corretto funzionamento della culla, secondo quanto affermato dalla difesa.

Neonato morto nella culla termica, da eroe a “criminale”: minacce social a don Antonio Ruccia

In attesa del percorso della magistratura ci sentiamo in dovere di intervenire nella vicenda, con la testimonianza del soccorritore 118 Riccardo, in merito all’odio social che si è scatenato nei confronti proprio di Don Antonio Ruccia. Da eroe a crocifisso, da eroe a mostro. Basta poco al giorno d’oggi per passare dagli elogi a minacce, offese e cattiverie senza freni. 

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Neonato morto a Bari, tracce di urina nella culla termica: si cerca la madre. I sospetti su Don Antonio Ruccia

Prosegue l’inchiesta sulla morte del neonato trovato senza vita nella culla termica della chiesa San Giovanni Battista di Poggiofranco. Nella giornata di ieri sono stati iscritti nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, don Antonio Ruccia e il manutentore della culla termica. 

Nella giornata di oggi verrà effettuata l’autopsia. Parallelamente s’indaga anche per il reato di abbandono di minore, aggravato dalla morte, a carico di ignoti. Per questo si stanno passando a setaccio le immagini delle videocamere di sorveglianza nel tentativo di individuare chi ha portato il bimbo. Una situazione davvero controversa perché potrebbe essere accusata di abbandono di minore (la Corte di cassazione indica che si commette reato se non ci si accerta che il bambino venga preso in carico da qualcuno), ma allo stesso tempo potrebbe risultare parte offesa nel filone dell’inchiesta che ipotizza il reato di omicidio colposo. L’ipotesi è che chi ha lasciato il figlio in chiesa voleva salvargli la vita, ma lì invece è morto.

Sono state infatti trovate tracce di urina all’interno dell’incubatrice, segnale che fa credere come il piccolo fosse vivo quando è stato portato e che sia morto assiderato. A dare risposte certe sarà l’autopsia svolta in giornata. Il sospetto degli inquirenti è che il manutentore della culla termica e don Antonio Ruccia sapessero del guasto della culla termica e che abbiano sottovalutato il rischio di un suo utilizzo. Restano da capire anche gli eventuali rapporti tra la stessa parrocchia e il Policlinico che, attraverso il dg Sanguedolce, per il momento ha smentito un coinvolgimento attivo con il funzionamento della culla termica. L’ultima manutenzione sarebbe stata effettuata a metà dicembre.