Determina “falsificata” per eventi estivi, assolti l’ex sindaco e segretario di Grumo. I giudici: “Il fatto non sussiste”

Nella giornata di ieri il Tribunale di Bari, nel procedimento penale a carico di Michele D’Atri e Pietro Balbino, ha pronunciato sentenza di assoluzione ex art. 530 cpv. perché il fatto non sussiste.

D’Atri e Balbino, nel predetto procedimento penale, rispettivamente all’epoca dei fatti, nel 2019, sindaco del Comune di Grumo Appula e segretario del Comune di Grumo di Appula, erano chiamati a rispondere, in concorso tra loro, del reato di falso in atto pubblico (art. 479 c.p.), in quanto, secondo il capo di imputazione elevato nei loro confronti, avrebbero falsificato la determina dirigenziale relativa alla organizzazione degli eventi estivi organizzati e previsti nel Comune di Grumo Appula.

La determina in questione avrebbe attestato falsamente l’esistenza di copertura finanziaria necessaria a garantire lo svolgimento degli eventi estivi in programma nel Comune di Grumo Appula. Il Tribunale di Bari ha ritenuto che il fatto contestato fosse del tutto insussistente. Le ragioni delle decisone del Tribunale si conosceranno tra 90 giorni. D’Atri era assistito e difeso dell’Avv. Antonio Maria La Scala, mentre Balbino dall’avvocato Filippo Bottalico.

Grumo Appula, commento su un gruppo Facebook: l’ex sindaco D’Atri assolto dall’accusa di diffamazione

L’ex sindaco di Grumo Michele D’Atri è stato assolto dall’accusa di diffamazione aggravata dalla Corte d’Appello di Bari perché il “fatto non costituisce reato”.

In primo grado D’Atri era stato condannato ad una multa di 530 euro e al risarcimento nei confronti di un cittadino per un commento pubblicato su un gruppo Facebook di Grumo dove avevano accesso più di 4mila utenti.

In primo grado il Tribunale di Bari aveva ritenuto l’ex sindaco colpevole di diffamazione, peraltro aggravata. I giudici dell’appello hanno ribaltato la questione, revocando anche le statuizioni civili. D’Atri, assistito e difeso dall’avvocato La Scala, non dovrà pagare alcun risarcimento.

Falso ideologico, assolti ex segretario comunale di Grumo e l’ex sindaco D’Atri: “Il fatto non sussiste”

Michele D’Atri, ex sindaco di Grumo Appula, e Marilena Cavallo, ex segretario comunale, sono stati assolti dall’accusa di falso ideologico dal Tribunale di Bari. Secondo la denuncia dell’opposizione, la Cavallo avrebbe attestato falsamente la presenza di due consiglieri a una seduta del 22 gennaio 2019 e non avrebbe riportato le contestazioni sollevate dai due consiglieri in un’altra seduta del 14 dicembre 2018. D’Atri, assieme a Cavallo, è finito a processo per un verbale di deliberazione relativo all’acquisto di servizi socio-assistenziali per la piscina comunale, facendo risultare “un parere unanime” nonostante l’opposizione del sindaco di un altro Comune. Gli imputati sono stati assolti in quanto il fatto non costituisce reato e perché il fatto non sussiste.

“Finalmente, dopo tanto tempo, si chiude una vicenda assurda nata a seguito di una denuncia formalizzata dall’opposizione. La sentenza, considerata mette in evidenza la correttezza delle procedure poste in essere dal sottoscritto. Questo lungo iter processuale, durato cinque anni, fa pienamente luce sulla regolarità e la correttezza degli atti e delle procedure adottate – le parole di D’Atri -. Con molto rammarico e grande tristezza penso che questo fare opposizione oltre che a danneggiare la comunità privandola di un’opera importante, rallentandone l’iter amministrativo, ha leso la mia persona con le reiterate denunce arrecandomi solo danni e fastidi. Rimane comunque l’amarezza per un’opera non realizzata, quale sarebbe stata la costruzione di una piscina comunale, che avrebbe creato un grande sviluppo alla nostra comunità ed ai paesi limitrofi. Sono stati messi in atto tutti gli espedienti per ostacolarne la costruzione privando il territorio di qualcosa di veramente importante per lo sviluppo futuro della nostra Comunità. Una certa opposizione a discapito della democrazia e di quanto scelto dagli elettori ha cercato con questi metodi di sovvertire il responso popolare non rendendosi conto che con questo modo di fare ha danneggiato la nostra Città”.