Resta, invece, la misura cautelare per la condanna in primo grado relativa alle accuse di traffico e detenzione di armi, esplosivi e ricettazione.
Continue readingCaso De Benedictis, oltre 3 milioni di beni sequestrati a Chiariello: Cassazione dice no al ricorso
È inammissibile il ricorso presentato dall’ex avvocato Giancarlo Chiarello contro il sequestro dei beni. Lo ha dichiarato la Cassazione.
Continue readingTraffico e detenzione di armi da guerra, il giudice: “De Benedectis e complici si sentivano impunibili”
Le motivazioni della sentenza di fine giugno che ha condannato alla pena di 12 anni e 8 mesi di reclusione l’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis e l’imprenditore agricolo Antonio Tannoia.
Continue readingBari, tangenti in cambio di scarcerazioni: appello di De Benedictis e Chiariello contro aggravante mafiosa
L’ex giudice e l’avvocato penalista barese sono stati condannati lo scorso marzo ad una pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione per quattro presunti episodi di corruzione.
Continue readingTraffico e detenzione di armi da guerra: l’ex giudice barese De Benedictis condannato a 12 anni e 8 mesi
Stessa condanna per l’imprenditore agricolo Antonio Tannoia. Ratificato il patteggiamento a 5 anni di reclusione per il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito, Antonio Serafino.
Continue readingBari, tangenti in cambio di scarcerazioni: “Tra De Benedictis e Chiarello corruzione sistematica che favorì i clan”
L’ex giudice Giuseppe De Benedictis e l’avvocato Giancarlo Chiarello erano legati da un rapporto di amicizia consolidato nel tempo, fondato su un accordo corruttivo “sistematico” e paritario.
È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, espresse in 124 in pagine, della giudice Laura Liguori con il quale l’ex magistrato e penalista barese sono stati condannati a 9 anni e 8 mesi per corruzione in atti giudiziari.
Un modus operandi che “non si può escludere fosse risalente nel tempo e articolato in episodi ulteriori rispetto a quelli del processo e che ha favorito singoli soggetti, ma anche i gruppi criminali di appartenenza”, si legge negli atti.
Per alcuni provvedimenti di scarcerazione ci sarebbe stata alla base una vera e propria trattativa economica, le decisioni di De Benedictis avrebbero influito anche su altri procedimenti in corso della Dda di Bari e per questo la corruzione è aggravata per aver anche agevolato la mafia. “Gli interrogatori sono di contenuto meramente confessorio di fatti di eccezionale gravità , rispetto ai quali nel corso delle indagini erano stati acquisiti elementi probatori di univoca interpretazione e pertanto sarebbe risultata improbabile qualsiasi difesa”, precisa la giudice.Â
Caso De Benedictis, il Tar respinge il ricorso del figlio: niente restituzione dell’arsenale
Il ricorso fu presentato perché le armi erano intestate al figlio di De Benedictis e perché i due avevano una residenza diversa.
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De Benedictis ha rivelato ai magistrati della Procura di Lecce i nomi dei 5 Carabinieri che lo avrebbero aiutato nel trasporto di arme illegali nella masseria.
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Grazie alle intercettazioni sono spuntati nomi di professionisti che acquistavano dall’ex giudice le armi.
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Le pene inflitte dalla gup del Tribunale di Lecce con rito abbreviato sono state più elevate delle richieste della Procura.
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