Tangenti per appalti truccati, Sannicandro a processo ma Emiliano lo rimette al vertice dell’Asset: c’è il decreto

Elio Sannicandro torna alla guida dell’Asset dopo essere stato rinviato a giudizio una settimana fa nell’ambito dell’inchiesta su presunti episodi di corruzione messi in atto dagli imprenditori Di Carlo, con l’obiettivo di essere agevolati e di ottenere appalti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Le accuse nei confronti di Sannicandro sono quelle di corruzione e turbativa d’asta per aver intascato tangenti per 60mila euro, ma il gip ha revocato l’interdizione per un anno dai pubblici uffici.

Emiliano non ha perso tempo e, visto il rapporto di fiducia, ha firmato il 15 luglio un decreto per riposizionarlo al vertice dell’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo. Il 24 luglio ci sarà un evento pubblico e a rappresentare l’Asset ci sarà proprio Sannicandro che non potrà al momento occuparsi della gestione degli appalti, assegnata al dirigente Vito Antonio Lomoro. Sannicandro si occuperà solo di strategia e programmazione. “Verrà assolto”, le parole del governatore della Regione Puglia davanti alla commissione parlamentare Antimafia. Emiliano è stato categorico. La revoca della sua sospensione fa uscire di scena Salvatore Refolo, che era stato nominato commissario dell’Asset.

Polemiche sul decreto anti rave, il questore Signer: “Applicheremo la norma a eventi non autorizzati”

“Applicheremo il decreto sui rave solo nel caso di eventi danzanti non autorizzati. E solo nel caso in cui siano messi in pericolo ordine pubblico e sicurezza”. Ad annunciarlo è il nuovo questore di Bari, Giovanni Signer, nel giorno del suo insediamento. “La norma è sicuramente perfettibile – ha aggiunto – il dibattito parlamentare e le osservazioni dei giuristi saranno utili per migliorarla. Ma quello dei rave è un problema complesso. Le sanzioni penali applicabili al momento sono blande. Il sequestro delle strumentazioni è affidato a un provvedimento amministrativo del sindaco. Chi organizza rave non lo fa per assicurare il divertimento ai giovani, ma perché si tratta di un’attività economica. I rave sono pericolosi per la sicurezza e la salute dei giovani e dei cittadini. Occorre puntare sulle attività di prevenzione come le intercettazioni telematiche e il sequestro delle attrezzature. Bisogna impedire che certi spazi siano utilizzati. La norma è però applicabile solo ai rave”.

Anche Davide Bellomo, consigliere regionale e neo deputato della Lega, si è espresso a riguardo. “Il governo non comprime diritti, ma riporta di moda parole come legalità e sicurezza. Il partito del ‘save the rave’ si rassegni e la smetta di gridare allo scandalo. Il vero autoritarismo non è quello di chi vuole far rispettare le leggi, ma di chi cerca di imporre usi e abusi di comportamenti penalmente rilevanti – afferma -. Non si vede per quale motivo il titolare di una discoteca debba rispettare regole stringenti, al limite della vessazione burocratica, e gli organizzatori di questi rave debbano e possano agire nella più totale illegalità. È accaduto anche questa estate in Puglia, con la compiacenza di qualche sindaco. Se ci sono piccoli correttivi da apportare al decreto, questa maggioranza lo farà rapidamente e bene in Parlamento. Così come rapidamente e senza incidenti è stata gestita dal governo la vicenda del rave di Modena. L’importante è che ci sia nella coalizione di centrodestra, così come emerge dalle dichiarazioni di queste ore, la volontà di colmare un vuoto legislativo che aveva fatto dell’Italia uno dei Paesi più frequentati per questo genere di manifestazioni prive di qualsiasi autorizzazione e organizzate in assenza delle più elementari regole di sicurezza per chi vi partecipa. Un primo segnale all’insegna della legalità è stato dato, altri ce ne saranno. Nel pieno rispetto della Costituzione, ma anche del programma comune di una maggioranza che gli elettori con il loro voto hanno premiato”. Lo dichiara Davide Bellomo,

Caro benzina, taglio delle accise da 30 centesimi: proroga del Governo fino al 5 ottobre

I Ministeri dell’Economia e delle Finanze hanno prorogato gli sconti sulle accise della benzina. È stato infatti firmato il decreto interministeriale che estende al 5 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione. Il costo si aggira sui 500 milioni visto che un mese costa circa 1 miliardo.