Demolizione Punta Perotti, oltre al danno la beffa: nessun risarcimento per la famiglia Rogazione Stea

Torniamo ad occuparci della demolizione di Punta Perotti. La Corte d’appello civile, il 12 maggio, ha ribaltato la sentenza dei giudici di primo grado e la famiglia Rogazione Stea, dopo non aver avuto diritto alla restituzione dei suoli, non otterrà neppure il risarcimento dei danni da parte del Comune quantificato in 27mila euro.

La famiglia, proprietaria del terreno, nel lontano 1989 aderì ad un piano comunale di lottizzazione, senza presentare richiesta di concessione edilizia. I terreni furono sequestrati nel 1997, la confisca arrivò quattro anni dopo, nel 2001, senza però che nessuno dei Rogazione Stea fu indagato. Un paradosso giudiziario con il tribunale che aveva dato inizialmente ragione alla famiglia, facendo emergere il mancato godimento del bene. Vista l’esistenza ad oggi di un parco su quei terreni, i giudici di primo grado avevano dichiarata “cessata la materia del contendere in merito alla restituzione”, disponendo però un risarcimento danni quantificato in 27mila euro. Una sentenza però che è stata ribaltata qualche giorno fa dalla Corte d’appello civile. Il motivo? Il tribunale si sarebbe pronunciato su una domanda risarcitoria che i ricorrenti Rogazione Stea non avevano sollecitato. 

Demolizione Punta Perotti, il Comune di Bari in Cassazione: ricorso contro risarcimento da 3,6 milioni di euro

L’obiettivo è quello di ribaltare la sentenza della terza sezione civile della Corte d’Appello di Bari che ha condannato proprio il Comune di Bari, ma anche la Regione Puglia e il Ministero della Cultura in solido tra loro, al pagamento in favore della Sudfondi s.r.l. in liquidazione della somma di 10,8 milioni.

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