Discarica a cielo aperto a San Pio, i rifiuti del ristorante di Barivecchia abbandonati in campagna: denunciati titolare e ditta

Una discarica di rifiuti a cielo aperto in un terreno a San Pio. La Polizia Locale, dopo la denuncia del proprietario del fondo e dopo accurate indagini, ha scoperto che tutto proveniva da un’attività di ristorazione di Barivecchia.

Nel terreno sono stati abbandonati scarti di lavorazione, contenitori di vernici, parti di mobilio, contenitori usati in materiale plastico di prodotti alimentari, locandine plastificate con immagini di rosticceria e teloni in disuso in materiale plastico.

Il titolare dell’attività ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato denunciato per i reati di abbandono di rifiuti speciali non pericolosi su suolo privato ai sensi del Testo Unico Ambientale.

Gli agenti di Polizia Locale hanno poi individuato la ditta che abusivamente aveva raccolto i rifiuti dai locali commerciali del centro storico cittadino e poi sversato illecitamente nelle campagne di San Pio.

Si tratta di un’impresa individuale con sede legale nel centro città di Bari, iscritta alla Camera di Commercio ma risultata priva di iscrizione all’albo dei Gestori Ambientali e di conseguenza del prescritto formulario per il Trasporto dei Rifiuti.

Per i rifiuti abbandonati sull’area è stata attivata la procedura di bonifica a carico degli autori del reato, poi regolarmente eseguita sotto il controllo della Polizia locale e terminata con la bonifica e lo smaltimento a norma dei rifiuti speciali in discarica autorizzata.

Bari, sigaretta spenta sul guscio e calci alle tartarughe di Parco 2 Giugno. Denunciata coppia: “Atto violento”

Torniamo ad occuparci dell’aggressione ai danni di alcune tartarughe a Parco 2 Giugno a Bari, dopo il video che vi abbiamo mostrato in cui si vede una ragazza spegnere una sigaretta addosso a una tartaruga e poi sferrare ripetuti calci, anche alle altre, per farle cadere in acqua nel laghetto.

Il tutto è stato ripreso da un telefonino e pubblicato (prima di essere rimosso) sui social. I protagonisti sono stati denunciati alle forze dell’ordine dalla Lega anti vivisezione (Lav) che diversi mesi fa ha aperto uno sportello nel capoluogo pugliese.

Oltre al video, spiegano dall’associazione, ci sono stati anche “macabri commenti ironici”. “Il gatto Grey gettato in una fontana gelata e poi morto sempre nel Barese, la capretta di Anagni presa a calci in un agriturismo e poi morta e ora queste tartarughe – afferma Annarita D’Errico, responsabile nazionale degli sportelli Lav contro i maltrattamenti sugli animali -. Non si può e non si deve parlare di bravata, di ragazzata. È un atto violento e sistemico nei confronti degli animali, al quale va data una risposta ferma e coraggiosa”.

A fine novembre la Camera ha approvato a maggioranza in prima lettura la proposta di legge ‘Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali’, ma il testo “presenta delle criticità – evidenziano dalla Lav – prima fra tutte un aumento delle pene così lieve da continuare a permettere di evitare i processi e la certificazione dell’uso della catena come strumento di coercizione contro i cani”.

Di qui la richiesta “ai senatori della commissione Giustizia, dal relatore Potenti alla presidente Bongiorno, che hanno questo tema all’ordine del giorno, di approvare la nuova legge con le modifiche positive necessarie”, concludono.

Truffa a Bari, finto tenente dei Carabinieri sottrae 24mila euro ad anziano: denunciati 4 catanesi

Lo scorso 25 febbraio i militari della Compagnia Carabinieri Bari Centro, al termine delle indagini scaturite da una denuncia sporta presso la Stazione di Bari Scalo, hanno deferito alla competente Autorità Giudiziaria quattro catanesi, ritenuti responsabili, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa, di truffa aggravata in concorso.

In particolare la vittima riferiva ai Carabinieri che, dopo essere stata telefonata da un numero corrispondente a quello del centralino del Comando Provinciale di Bari, veniva indotta da un ignoto interlocutore, presentatosi quale Tenente dell’Arma, ad effettuare un bonifico di 24.000 euro tramite il conto corrente dell’anziano padre, a causa di presunte indagini in corso e il conseguente rischio di perdere la somma di denaro.

Le indagini svolte dalla Stazione, mediante accertamenti bancari e acquisizione di immagini di video sorveglianza degli Uffici Postali, permettevano di appurare che, nelle ore immediatamente successive alla truffa, venivano effettuati a Catania dall’intestataria del conto corrente postale destinatario del bonifico (avente il ruolo di prestanome) dei prelievi di denaro contante ed emessi 4 vaglia in favore di altrettanti soggetti.

Gli altri tre indagati, tutti catanesi, uno dei quali identificato quale supervisore delle operazioni, venivano ripresi proprio mentre si recavano presso gli Uffici Postali per riscuotere i suddetti vaglia, consentendo di giungere alla compiuta ricostruzione dei fatti.

È importante sottolineare che il relativo procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che l’eventuale colpevolezza, in ordine al reato contestato, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Cane legato all’auto e trascinato per metri, denunciati padre e figlio a Cassano. LNDC: “Crudeltà inaudita”

“LNDC Animal Protection condanna con fermezza l’episodio avvenuto a Cassano delle Murge dove un cane è stato legato a una macchina e trascinato per metri a Cassano e annuncia denuncia. Grazie alla segnalazione tempestiva di alcuni cittadini, le forze dell’ordine sono intervenute salvando l’animale, che ora è affidato alle cure veterinarie”.

Inizia così il post di denuncia pubblicato sui social da LNDC Animal Protection. Padre e figlio sono stati individuati e denunciati, mentre il cane verrà dato in adozione una volta guarito.  “Questo episodio è di una crudeltà inaudita. Ancora una volta, questo episodio dimostra quanto sia fondamentale non voltarsi dall’altra parte davanti a casi di maltrattamento. Solo denunciando possiamo fermare simili atrocità e chiedere giustizia per le vittime innocenti – si legge ancora nel post -. LNDC seguirà da vicino la vicenda affinché i responsabili rispondano delle loro azioni. Gli animali non sono oggetti, ma esseri senzienti che meritano rispetto e protezione”.

La suocera muore ma nessuno vuole pagare il suo funerale, scoppia la rissa in strada tra cognati: denunciati

Ha dell’incredibile quanto accaduto venerdì scorso, 13 dicembre, a Parabita nel Leccese dove è andata in scena una violenta lite tra cognati. Il motivo? Nessuno voleva farsi carico delle spese del funerale della suocera appena morta in casa. Due uomini di 54 e 55 anni si sono fronteggiati prima a mani nude poi con un coltello e un bastone. Entrambi sono stati denunciati con l’accusa di porto abusivo di arma dopo l’arrivo sul posto dei Carabinieri. Alla base, secondo quanto ricostruito, ci sarebbero anche altre ruggini. La situazione è esplosa poi dopo il decesso della donna. Entrambi dovranno pagare non solo le spese del funerale ma anche quelle legali.

Baby gang a Conversano, devastato opificio abbandonato: denunciati 12 giovanissimi. In caserma con i genitori

Ben 12 ragazzi, tra cui molti minorenni, sono stati denunciati per aver devastato un opificio agro-alimentare da tempo chiuso situato sulla Conversano-Triggianello. L’accusa nei loro confronti è quella di danneggiamento aggravato e violazione di proprietà privata. Dopo essere riusciti ad introdursi nello stabilimento, hanno deciso di devastare la struttura. Sul posto è però transitata la pattuglia dell’istituto di vigilanza in servizio nella zona, prontamente sono stati avvisati i Carabinieri e il proprietario dell’immobile. Tutti sono stati identificati e denunciati in stato di libertà. I 12 giovanissimi di Conversano sono stati convocati in Caserma con i loro genitori e sottoposti a interrogatorio.

 

Maruggio, dottoressa aggredita e minacciata di morte: denunciati due turisti

I carabinieri di Maruggio (Taranto) hanno denunciato un uomo di 44 anni e la moglie di 35 per l’aggressione ai danni di una dottoressa in servizio alla locale Guardia medica. Rispondono di lesioni personali e minaccia.

I due coniugi, turisti in vacanza nella cittadina ionica, domenica scorsa, in piena notte, si sarebbero recati nella sede di continuità assistenziale per far visitare il figlio minore, che accusava un problema ad un occhio. La dottoressa di turno, dopo un primo controllo, aveva consigliato ai genitori di portare il figlio al pronto soccorso per eseguire accertamenti sanitari più approfonditi.

I due denunciati, quindi, avrebbero inveito contro la dottoressa, una specializzanda 32enne in urologia, accusandola di non saper svolgere il proprio lavoro, per poi minacciarla di morte ed arrivando a strattonarla. La dottoressa si era quindi recata presso la Stazione Carabinieri di Maruggio per sporgere querela, riferendo di aver subito delle lesioni. Grazie all’ascolto di testimoni, la visione delle telecamere di video-sorveglianza e le verifiche incrociate nelle banche dati in uso alle forze di polizia, i carabinieri sono riusciti a risalire ai presunti responsabili. Successivamente, si è proceduto all’individuazione fotografica da parte della vittima dell’aggressione. La dottoressa, secondo fonti sindacali, avrebbe dichiarato di non voler più svolgere turni nel presidio di continuità assistenziale di Maruggio.

Follia a Giovinazzo, vigile minacciato e picchiato fuori dal ristorante: denunciati padre e figlio

Un agente della polizia locale di Giovinazzo è stato aggredito da due uomini, padre e figlio. L’episodio è avvenuto domenica scorsa all’esterno di un ristorante in località Trincea. I due aggressori, dopo averlo insultato e minacciato, lo avrebbero colpito a pugni.

La vittima è stata trasportata in ospedale a Molfetta e ha riportato ferite guaribili in 15 giorni. Padre e figlio, dopo essersi allontanati a piedi tra la folla, si sono costituiti al Comando della Polizia Locale di Giovinazzo. I due sono stati denunciati per minacce, violenza e denuncia a pubblico ufficiale.

Bari, centinaia di reperti archeologici nascosti in casa a Loseto: denunciati due pensionati di 67 e 82 anni

I Carabinieri della Stazione di Bari Carbonara, in collaborazione con militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e del NIPAAF di Bari, hanno deferito in stato di libertà due pensionati di 82 e 67enne, residenti a Bari e incensurati, sul cui conto emergono gravi indizi di colpevolezza (accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) in ordine ai reati di “ricettazione di beni culturali” e “violazioni in materia di alienazione di beni culturali” (art. 518 quater e novies c.p.).

In particolare, nell’ambito di un mirato controllo presso un immobile in località “Loseto” di proprietà del 67enne, in passato sede di un’officina meccanica, i Carabinieri della Stazione di Bari Carbonara e del NIPAAF Gruppo Carabinieri Forestale di Bari hanno riscontrato la presenza di attrezzature meccaniche e utensili di lavoro, oltre a diversi rifiuti speciali derivanti dall’illecita attività abusiva esercitata (fusti di oli esausti, batterie dismesse, pneumatici fuori uso, pezzi di ricambio di autovetture) in chiara violazione della normativa ambientale. Per tale motivo il 67enne, cui è stata contestata la violazione di “esercizio abusivo di attività di meccatronica” (art. 10 co. 2 l. 122/1992)” con irrogazione della sanzione amministrativa di 5.162,50 euro, è stato deferito in stato di libertà per il reato di “gestione illecita di rifiuti” (art. 256 co 1 e 3 D.Lgs 152/2006), con contestuale sequestro amministrativo ai fini della confisca dell’attrezzatura utilizzata per l’attività di autoriparazione.

Nell’ambito delle operazioni, l’attenzione di militari si è poi concentrata su una moneta poggiata su una scrivania che, successivamente, è risultata un reperto archeologico. Il controllo è stato così esteso all’intero immobile ove, al termine della perquisizione, sono state sequestrate ulteriori 90 monete archeologiche e 6 reperti di materiale ceramico, risalente al IV-III secolo a.c.. I successivi approfondimenti, condotti unitamente ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, hanno consentito di identificare nell’82enne il presunto fornitore dei reperti, motivo per il quale anche la casa dell’anziano è stata perquisita. Lo stesso ha consegnato inizialmente ai militari un raccoglitore contenente 2195 monete della medesima provenienza e poi, a conclusione di un più approfondito controllo, sono state rinvenute, in una vetrinetta della sala da pranzo, ulteriori 30 manufatti fittili, tra cui anfore, coppette, unguentari, di età risalente al IV-III secolo a.c.. I reperti archeologici rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro penale e custoditi temporaneamente presso il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, in attesa di accertamento dell’autenticità da parte di personale della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari.