Bari, nuovi disordini nel carcere minorile: “Detenuti minacciano di morte gli agenti e tentato di appiccare il fuoco”

Dopo la rissa scoppiata nella giornata di ieri, si registrano nuovi disordini nel carcere minorile di Bari. La denuncia è del sindacato Cosp. “Cinque detenuti stanno distruggendo una intera sezione dopo essersi impossessati delle gambe dei tavoli di legno: stanno minacciando di morte gli unici due agenti in servizio e dicono di voler appiccare il fuoco all’intero istituto”, si legge nella nota.

“I detenuti sono stranieri e sono stati chiesti rinforzi alla vicina casa circondariale da dove stanno arrivando agenti in tenuta antisommossa – si legge -. Gli altri hanno preso le distanze dai cinque rivoltosi. Al ministro Nordio –voglio dire che le carceri sono nelle mani dei criminali, cosa si aspetta a intervenire”. Ieri nello stesso istituto di pena minorile di Bari c’era stata una rissa tra detenuti italiani e stranieri per sedare la quale i soli tre agenti in servizio avevano ricevuto schiaffi e calci.

È il sesto episodio di violenza nel giro di poche settimane nei penitenziari baresi. Nel Fornelli il 9 luglio scorso una violenta rissa era scoppiata tra giovani detenuti italiani e stranieri. I due gruppi si erano affrontati con spranghe e attrezzi presi dalla palestra. Il 20 luglio un ragazzo aveva staccato l’orecchio al compagno di cella con un morso. Il 17 agosto, invece, disordini si sono verificati nel carcere di Bari, dove un poliziotto penitenziario è stato ferito alla testa e un infermiere sequestrato per poco tempo all’interno di una sezione. Per quegli episodi, tre detenuti sono indagati.

Detenuto picchiato nel carcere di Bari, condannati 9 agenti penitenziari. La sentenza: “Fu tortura di Stato”

“Una tortura di Stato commessa da pubblici ufficiali con abuso dei loro poteri”. Così è stata definita nella sentenza del 20 marzo la tortura avvenuta nel carcere di Bari ai danni di Gregorio, il detenuto con problemi psichiatrici brutalmente picchiato dopo aver dato fuoco a un materasso nella sua cella la notte del 27 aprile 2022. Il Tribunale di Bari ha condannato 5 agenti della polizia penitenziaria per il reato di tortura, altri 4 invece a vario titolo per abuso d’ufficio, violenza privata, falso ideologico e rifiuti di atti d’ufficio.

Gli agenti condannati sono Giacomo Delia (5 anni), Raffaele Finestrone (4 anni e 6 mesi), Giovanni Spinelli (3 anni e 6 mesi), Antonio Rosati (3 anni e 5 mesi), Francesco Ventafridda (3 anni e 4 mesi), Vito Sante Orlando (13 mesi), Michele De Lido (11 mesi), Leonardo Ginefra (6 mesi) e Francesco Valenziano (6 mesi). A inizio mese abbiamo intervistato la sorella della vittima, Anna. 

“In carcere è vietato usare la forza per punire e la coercizione a fini disciplinari può essere usata solo per evitare danni a persone o cose”, si legge nella sentenza. “L’aggressione non è avvenuta in un contesto di allarme – si legge ancora -. Dagli agenti ci si attendeva capacità di autocontrollo e rispetto delle norme dell’ordinamento penitenziario, nonché la consapevolezza di dover operare per la cura delle persone che lo Stato ha dato loro in custodia”.