Bari, rivolta al carcere minorile Fornelli. Agenti picchiati con calci e pugni: alcuni detenuti trasferiti in altri istituti

Saranno trasferiti in altri istituti di pena alcuni dei detenuti che domenica scorsa hanno provocato disordini all’interno del carcere minorile Fornelli di Bari.

Si tratta di meno di una decina di ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni che, secondo quanto si apprende da fonti investigative, sarebbero «teste calde» che avrebbero creato scompiglio nella terza sezione del carcere minorile barese.

La loro posizione è al vaglio dell’Autorità giudiziaria minorile. Nei disordini di domenica sera tre agenti della polizia penitenziaria sono rimasti feriti, due dei quali hanno fatto ricorso alle cure ospedaliere.

Stando a quanto ricostruito dai sindacati della polizia penitenziaria, i detenuti avrebbero provato a raggiungere la portineria dopo aver danneggiato gli arredi di alcune celle.

Rivolta al carcere minorile di Bari, picchiati con calci e pugni: tre agenti feriti. I sindacati: “Situazione grave”

Momenti di tensione si sono vissuti ieri nel carcere minorile Fornelli di Bari a causa di alcuni disordini che si sono verificati nel pomeriggio. All’esterno la zona è  tata presidiata da pattuglie della polizia di Stato mentre all’interno dell’istituto di pena sono stati a lavoro gli agenti della polizia penitenziaria.

Sarebbero tre gli agenti feriti. Due di loro sono stati medicati in ospedale, mentre il terzo è stato curato nell’infermeria interna al penitenziario.  L’aggressione sarebbe partita da una decina di detenuti che si sarebbe impossessata delle chiavi delle celle della sezione tre e avrebbe ferito gli agenti anche con un’arma da taglio.

“Quanto sta accadendo nel carcere minorile di Bari è grave ed è necessario un cambio di passo”, afferma il presidente nazionale del Conaippe, Mimmo Mastrulli secondo cui per domare i disordini sono arrivati rinforzi da altre carceri pugliesi. “Ma è assurdo – aggiunge – quanto accade ormai ogni giorno. Il direttore del carcere e il comandante di reparto non sono più compatibili con la realtà del carcere minorile barese e il ministero della Giustizia deve darsi una mossa e intervenire”.

“Oramai disordini e rivolte sono all’ordine del giorno nelle carceri minorili italiane: da Milano a Bari. Se fino a qualche tempo fa si poteva parlare di allarme ora invece siamo alla quotidianità”, riferisce all’ANSA Aldo di Giacomo segretario del Spp, il sindacato della polizia penitenziaria. La situazione all’interno del penitenziario minorile barese è al momento sotto controllo.

Secondo quanto fa sapere Federico Pilagatti, segretario del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, a scatenare i disordini sarebbero stati “alcuni detenuti che hanno aggredito e picchiato con calci e pugni due agenti in servizio che sono riusciti comunque a lasciare la sezione, per farsi medicare in ospedale”. I detenuti avrebbero anche distrutto alcuni arredi “impossessandosi della sezione”, aggiunge il sindacalista evidenziando che “tutto il personale in servizio al Fornelli è stato richiamato perché la situazione continua ad essere molto delicata”.

Rivolta nel carcere di Bari, agente ferito e infermiere in ostaggio. Chiuse le indagini: nei guai 3 detenuti

La Procura ha chiuso l’inchiesta sui disordini avvenuti nel carcere di Bari la sera del 17 agosto scorso, sono 3 i detenuti destinatari di un avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Tra loro un giovane nigeriano con problemi psichiatrici, ora internato nella Rems di Spinazzola. Le accuse nei loro confronti, a vario titolo, sono quelle di lesioni personali, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale.

La sera del 17 agosto due detenuti riuscirono a togliere ad un agente della polizia penitenziaria le chiavi della sezione e a liberare cittadino nigeriano ed istigarlo a picchiare il poliziotto. Gli indagati avrebbero poi distrutto un tavolo di legno, impugnando ciascuno una gamba del mobile e percorrendo i corridoi al fine di aizzare alla rivolta gli altri detenuti.

L’accesa contestazione avrebbe coinvolto un infermiere in servizio nel carcere che sarebbe stato trattenuto dai reclusi per alcuni minuti. I detenuti sono stati identificati dalle immagini registrate dalle telecamere presenti all’interno del penitenziario.

Telefonini in carcere a Brindisi, in 9 mesi registrati 41 casi: detenuti a rischio processo

Tra marzo e dicembre 2023 almeno 41 detenuti del carcere di Brindisi hanno usato i telefonini cellulari per comunicare con l’esterno. Lo ha accertato la Procura di Brindisi che ha emesso un avviso di conclusione delle indagini nei confronti dei 41 indagati al termine degli accertamenti della polizia penitenziaria avviati dopo la scoperta di alcuni telefonini introdotti nel carcere del capoluogo messapico.

Gli indagati, nei confronti dei quali sarà quasi certamente chiesto il rinvio a giudizio, sono accusati di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Le modalità con cui i telefonini sarebbero entrati in carcere non sono ancora state chiarite.

Fu proprio la scoperta ed il successivo sequestro di un microtelefono in una cella a far partire le indagini. Da quanto è stato accertato dalle forze dell’ordine, durante la permanenza in carcere 41 indagati dalla loro cella avrebbero avuto, con i telefonini introdotti in modo da eludere i controlli, numerose conversazioni (e non solo con i propri familiari). Alcuni degli indagati si trovano ancora in carcere, altri in libertà.

Pestaggio in cella tra detenuti diventa virale sui social, Sappe: “Si sta scherzando con il fuoco” – VIDEO

“Quello che il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria cerca di spiegare a parole e con qualche foto di poliziotto massacrato di botte, (che alla fine non interessa a nessuno), viene fuori in tutta la sua spietatezza da un ennesimo video girato da detenuti (in un carcere che non conosciamo), che sottopongono un altro compagno di camera ad un trattamento di sottomissione con un pestaggio nemmeno tanto pesante”. Inizia così il comunicato stampa del Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria.

“Quel video può essere stato girato in qualsiasi carcere della nazione poiché è quello che accade realmente nei nostri penitenziari, anzi in tantissime altre situazioni c’è più violenza e sangue; tutto ciò grazie alla volontà di una certa politica che in questi anni ha di fatto consegnato le carceri ai detenuti più violenti e prepotenti, salvo poi preoccuparsi di prendersela con il calendario della polizia penitenziaria dopo averla umiliata, delegittimata, ridotta ai minimi termini negli organici – si legge nella nota -. Che la situazione fosse questa lo denunciamo da molto tempo, con i violenti e prepotenti che non vengono quasi mai puniti, con la stragrande maggioranza di detenuti più deboli che vengono sottomessi ai desideri di questi ultimi. Come pure le migliaia di telefonini sequestrati ogni anno non preoccupano quasi nessuno nonostante questo permetta ai boss di poter dirigere i loro affari dal carcero, oppure divertirsi con video su tik tok, a cui si sono aggiunti i droni express che fanno entrare di tutto. Bene, speriamo che questo video faccia capire che si sta scherzando con il fuoco, e che i primi a subire tutti ciò oltre ai detenuti che vorrebbero avere la possibilità per reinserirsi ma che vengono sopraffatti in qualsiasi modo, sono i lavoratori della polizia penitenziaria per poi finire con i problemi di ordine pubblico che una situazione esplosiva potrebbe provocare. Purtroppo gli unici che potrebbero mettere fine a tutto ciò è la polizia penitenziaria, ma come dicevamo prima è stata resa impotente e ridimensionata da chi voleva che i poliziotti indossassero un camice invece della divisa. Le carceri sono praticamente svuotate di poliziotti per cui i detenuti che hanno tutto il tempo e lo spazio di fare quello che vogliono, sia con le buone o con le cattive sottoponendo a loro i più deboli oppure massacrando di botte proprio gli agenti, per cui abbiamo fatto anche un calendario. Il SAPPE si augura che questo video risvegli le coscienze ed indigni l’opinione pubblica, il colle, il governo, poiché un paese civile si vede anche dalle carceri che non possono essere il far west per i delinquenti più violenti ed incalliti che rimangono quasi sempre impuniti. P.s. il video sarebbe stato girato da altri detenuti che ha volutamente riprendere il tutto per far capire chi comanda, per poi con inaudita spavalderia metterlo in rete”.

Bari, nuovi disordini nel carcere minorile: “Detenuti minacciano di morte gli agenti e tentato di appiccare il fuoco”

Dopo la rissa scoppiata nella giornata di ieri, si registrano nuovi disordini nel carcere minorile di Bari. La denuncia è del sindacato Cosp. “Cinque detenuti stanno distruggendo una intera sezione dopo essersi impossessati delle gambe dei tavoli di legno: stanno minacciando di morte gli unici due agenti in servizio e dicono di voler appiccare il fuoco all’intero istituto”, si legge nella nota.

“I detenuti sono stranieri e sono stati chiesti rinforzi alla vicina casa circondariale da dove stanno arrivando agenti in tenuta antisommossa – si legge -. Gli altri hanno preso le distanze dai cinque rivoltosi. Al ministro Nordio –voglio dire che le carceri sono nelle mani dei criminali, cosa si aspetta a intervenire”. Ieri nello stesso istituto di pena minorile di Bari c’era stata una rissa tra detenuti italiani e stranieri per sedare la quale i soli tre agenti in servizio avevano ricevuto schiaffi e calci.

È il sesto episodio di violenza nel giro di poche settimane nei penitenziari baresi. Nel Fornelli il 9 luglio scorso una violenta rissa era scoppiata tra giovani detenuti italiani e stranieri. I due gruppi si erano affrontati con spranghe e attrezzi presi dalla palestra. Il 20 luglio un ragazzo aveva staccato l’orecchio al compagno di cella con un morso. Il 17 agosto, invece, disordini si sono verificati nel carcere di Bari, dove un poliziotto penitenziario è stato ferito alla testa e un infermiere sequestrato per poco tempo all’interno di una sezione. Per quegli episodi, tre detenuti sono indagati.