Tragedia al carcere di Milano, 44enne pugliese si toglie la vita in cella: è il 75esimo suicidio nel 2024

Un detenuto di 44 anni pugliese si è suicidato in una cella del carcere milanese di San Vittore, dove è stato trovato cadavere stamani. Dell’accaduto è stata informata la pm di turno di Milano Letizia Mocciaro.

“Era in carcere per presunti reati correlati agli stupefacenti, fine pena provvisorio fissato al 2027 – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – si è strozzato ed è stato ritrovato esanime verso le 5.30 di stamattina”.

A nulla, aggiunge De Fazio, “sono valsi gli immediati tentativi di soccorso della Polizia penitenziaria e dei sanitari”. Si tratta “del 75esimo recluso che si toglie la vita dall’inizio dell’anno, in una strage continua – prosegue De Fazio – e che non trova alcun argine dal Governo”.

Carcere di Bari, aggrediti da detenuto con problemi psichiatrici: feriti due agenti penitenziari

Un’altra aggressione si è verificata questo pomeriggio nel carcere di Bari. Un detenuto con problemi psichiatrici si è scagliato contro due agenti di polizia penitenziaria che tentavano di tranquillizzarlo dopo aver danneggiato la stanza in cui era ricoverato per motivi di salute.

A denunciarlo è l’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp), i due agenti sono rimasti feriti in maniera non grave.

Scavalca il muro di cinta e scappa dal carcere di Avellino: catturato il 43enne Antonio Liuzzi di Grottaglie

È stato catturato dalla Polizia di Stato il detenuto evaso dal carcere di Avellino dopo aver scavalcato, ieri sera intorno alle otto, il muro di cinta. Le ricerche durate incessantemente per tutta la notte, hanno visto impegnate anche decine di pattuglie della Polizia Penitenziaria.

Il detenuto, Antonio Liuzzi, 43 anni di Grottaglie, in provincia di Taranto, sta scontando una pena per furti e rapine ed era stato trasferito alcune settimane fa ad Avellino dalla casa circondariale di Ariano Irpino. È in stato di fermo in attesa di essere interrogato dal pm di turno della Procura di Avellino.

Il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, insieme alla segretaria regionale, Tiziana Guacci, ha incontrato stamattina i giornalisti ad Avellino. “L’istituto di Avellino -hanno sostenuto- versa da tempo in una situazione di grave crisi anche a causa della carenza di organico, ma soprattutto per il sovraffollamento e perché nell’Istituto non è stata ancora applicata la circolare dipartimentale sulla chiusura delle sezioni di media e alta sicurezza”.

Agente aggredito nel carcere di Foggia, detenuto gli rompe la mandibola. Sappe: “Colpito senza motivo”

Un detenuto con problemi psichiatrici ha aggredito un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Foggia secondo quanto raccontato dal SAPPE, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). “L’agente colpito al volto senza alcun motivo ha riportato conseguenze alla mandibola”, si legge nella nota.

“Sono sette i poliziotti che sarebbero in malattia a seguito di danni importanti riportati dalle aggressioni subite da parte dei detenuti, senza contare gli altri che con grande sacrificio, anche emotivo, hanno ripreso comunque a lavorare. Ormai la tensione e lo stress che si respira tra i poliziotti è alle stelle poiché le continue provocazioni ed aggressioni che rimangono pressoché impunite demoralizzano gli agenti – denuncia il sindacalista Pilagatti -. In questo momento le carceri siano in mano ai detenuti: è un dato di fatto poiché i detenuti stanno dimostrando ogni giorno di poter fare quello che vogliono senza alcun contrasto effettivo”.

Il genio del giorno. Tenta di evadere dal carcere di Bari ma sbaglia tutto: detenuto finisce dritto in Direzione

Un detenuto straniero ieri ha tentato di evadere dal carcere di Bari ma invece di fuggire dal muro di cinta, ha sbagliato percorso ed è rientrato nella struttura dagli uffici della direzione. Lo rende noto Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe, sottolineando come la notizia possa sembrare “una barzelletta” ma l’episodio confermerebbe “problemi di sicurezza legati alla carenza di personale penitenziario”.

Il detenuto, “approfittando del fatto – aggiunge il sindacalista – che l’agente che sorvegliava quel posto era stato dirottato all’accompagnamento urgente ‘farlocco’ di un altro detenuto in ospedale, si è prima arrampicato sul muro dell’area dedicata ai passeggi superandolo”, ma “invece di dileguarsi è arrivato dritto negli uffici della Direzione dove gli agenti lo hanno bloccato e riportato all’interno dei reparti detentivi”. Il sindacato ha appreso che un detenuto dell’area Alta Sicurezza “sarebbe stato visitato dal dentista, il quale ha richiesto l’accompagnamento urgente in ospedale dello stesso dopo aver rilevato la perdita di un dente”.

Il detenuto è stato però “trattato con codice verde” e “i poliziotti hanno dovuto attendere ore prima di ritornare in carcere”. Pilagatti si chiede come sia possibile “che nessuno si preoccupa del fatto che se un detenuto esce dal carcere per motivi sanitari anche quando non dovrebbe, oltre che violare una legge dello Stato, si mette in grave rischio la sicurezza del carcere e della cittadinanza” perché si sottraggono gli agenti accompagnatori alla sorveglianza della struttura penitenziaria. Il Sappe “si augura che la tentata evasione faccia aprire gli occhi a chi dovere, magistratura penale e di sorveglianza, poiché questi eventi critici creano allarme sociale. La polizia penitenziaria – conclude Pilagatti – non è più disposta a fare da agnello sacrificale per le responsabilità di altri”.

Detenuto dà fuoco alla stanza, tragedia sfiorata nel carcere minorile di Bari. Sappe: “Scenario inaccettabile”

“La giornata di sabato è stata disastrosa per i penitenziari pugliesi poiché dopo l’aggressione di un poliziotto nel carcere di Taranto, nella stessa serata un minore straniero ristretto nel carcere minorile di Bari con problemi psichiatrici ha dato fuoco alla stanza in cui era ospitato con altri due stranieri, creando caos all’interno della sezione ove era ristretto. Il pronto intervento dei poliziotti in servizio in servizio ha evitato che il drammatico evento si trasformasse in tragedia, poiché il velenoso fumo del materasso ignifugo che aveva avvolto la stanza eppoi propagatosi in tutta la sezione, non avrebbe lasciato scampo all’incendiario ed agli altri ristretti. Dalle notizie in nostro possesso sembrerebbe che proprio chi ha appiccato il fuoco è stato accompagnato d’urgenza presso l’ospedale da dove dopo le cure del caso è stato dimesso e riaccompagnato al Fornelli”. Inizia così il comunicato del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.

“Si ritiene inaccettabile la politica dell’amministrazione penitenziaria minorile poiché due dei tre occupanti la stanza incendiata, provenivano dal carcere minorile di Milano Beccaria ove avevano creato grandi problemi, dopo essere passati da Roma creando anche li guai per poi arrivare a Bari che in questo momento vive una situazione drammatica a seguito del sovraffollamento dei detenuti a cui fa da contraltare la grave carenza di poliziotti, circa una ventina (la metà) – si legge -. Ma come è possibile che i Dirigenti della giustizia minorile invece di affrontare i problemi per risolverli, li scaricano alle strutture minorili che non hanno alcuna possibilità per gestire tali detenuti? E’ mai possibile che si possa permettere a dei ragazzi che noi chiamiamo delinquenti, tanto cari ad una certa politica che li coccola e non solo, di andare in giro per la nazione a distruggere sezioni mettendo a rischio anche la vita degli altri ristretti nonché dei poliziotti penitenziari? Perché questi criminali non vengono trattati così come avviene nei penitenziari di nazioni più civili delle nostre come l’Inghilterra, Stati Uniti? Perché si permette a pochi delinquenti di fare tutto quello che vogliono nelle carceri minorili come accaduto proprio nel carcere di Milano? Perché non si trattano questi personaggi che mettono a ferro e fuoco le nostre carceri per minori, facendo danni ingenti e creando problemi anche agli altri ristretti, come meritano?”

“Il SAPPE non può non ringraziare i tre poliziotti che quella sera gestivano l’intero Istituto e che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvarla a a questi irresponsabili, nonché riportare la calma nella sezione ove si era creato forte malessere e protesta da parte degli altri ristretti preoccupati dal fumo che avvolgeva la sezione – conclude -. Il SAPPE chiede inoltre che si proceda con un immediato sfollamento del Fornelli nonché con l’invio urgente presso la struttura minorile di almeno 10 unità per far fronte alla situazione e garantire la sicurezza del carcere nonché dei ristretti”.

Aggressioni e torture in carcere, Anna: “Mio fratello è pericoloso. Va curato in comunità”

Anna è la sorella di Gregorio, il detenuto con problemi psichiatrici brutalmente picchiato dopo aver dato fuoco a un materasso nella sua cella del carcere di Bari la notte del 27 aprile 2022. L’abbiamo incontrata perché, consapevole della pericolosità di suo fratello, ha una richiesta precisa da avanzare

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