Omicidio a Poggiofranco, i legali dei familiari di Di Giacomo: “Proposta di risarcimento di Vassalli irricevibile”

“Qualche giorno fa, abbiamo ricevuto a mezzo posta elettronica la generica offerta – palesemente irricevibile nella forma e nei contenuti – di un immobile di valore non specificato e dell’autovettura di proprietà dell’imputato, la stessa auto utilizzata per raggiungere il luogo dell’omicidio. Non una parola di scuse, nessuna manifestazione di resipiscenza. Ogni ulteriore commento ci pare superfluo”. Così gli avvocati Antonio Del Vecchio e Michele Laforgia, difensori dei parenti di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista ucciso a Bari la sera del 18 dicembre 2023. E’ a processo il 59enne di Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani) Salvatore Vassalli, imputato per omicidio aggravato dalla crudeltà, dalla premeditazione, dalla minorata difesa della vittima e dai futili motivi.

“Precisiamo – scrivono ancora gli avvocati in una nota – che nell’udienza tenutasi ieri davanti alla Corte di Assise di Bari non è stata avanzata alcuna proposta risarcitoria da parte dell’imputato nei confronti dei familiari della vittima”. Quella sera, dopo aver aspettato Di Giacomo sotto casa, Vassalli lo avrebbe ucciso sparando sette colpi di pistola da distanza ravvicinata prima di fuggire a bordo della sua auto. Il movente, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe riconducibile a una vertenza civile per responsabilità professionale che la figlia di Vassalli, ex paziente di Di Giacomo, aveva intentato qualche anno prima nei confronti del fisioterapista.

Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, al via il processo: il killer Vassalli offre casa, auto e beni come risarcimento

Salvatore Vassalli, il 65enne imputato a Bari per l’omicidio del fisioterapista Mauro Di Giacomo (ucciso a Bari la sera del 18 dicembre 2023 sotto casa sua, nel quartiere Poggiofranco) ha offerto come risarcimento danni per i familiari della vittima la sua casa, la sua auto e tutti i beni di sua proprietà.

La richiesta è stata presentata oggi, nel corso della prima udienza in Corte d’Assise, dal difensore dell’imputato, l’avvocato Michele D’Ambra. La Corte (presidente Sergio Di Paola) ha poi respinto la costituzione a parte civile dell’Ordine dei fisioterapisti di Bari, Barletta-Andria-Trani e Taranto, non ritenendo l’Ordine – che aveva chiesto un risarcimento di 300mila euro – leso nella vicenda. Ammessi, invece, i familiari della vittima, la moglie e i due figli.

A Vassalli, originario di Canosa di Puglia, sono contestate le aggravanti della crudeltà, della premeditazione, della minorata difesa della vittima (che in quel momento non era nelle condizioni di difendersi, trovandosi con due buste della spesa e uno zaino tra le mani) e dei futili motivi: quella sera, dopo aver aspettato Di Giacomo sotto casa, lo avrebbe ucciso sparando sette colpi di pistola da distanza ravvicinata prima di fuggire a bordo della sua auto. Il movente, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe riconducibile a una vertenza civile per responsabilità professionale che la figlia di Vassalli, ex paziente di Di Giacomo, aveva intentato qualche anno prima nei confronti del fisioterapista. La prossima udienza è fissata per il 26 novembre.

Omicidio Di Giacomo a Bari, domani al via il processo: l’Ordine dei fisioterapisti si costituisce parte civile

Domani, 5 novembre, dinanzi alla Corte d’Assise di Bari, si celebrerà la prima udienza del processo penale nei confronti di Salvatore Vassalli, il 65enne di Gravina accusato di aver ucciso il 18 dicembre dello scorso anno il fisioterapista barese Mauro Di Giacomo, di 63 anni.

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Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, giudizio immediato per Vassalli: processo al via il 5 novembre

È fissato a domani, martedì 5 novembre, l’inizio del processo, dinanzi alla Corte d’Assise di Bari, in cui è imputato Salvatore Vassalli, l’operaio 59enne di Canosa arrestato con l’accusa di essere il killer di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso a Poggiofranco sotto la sua abitazione la sera del 18 dicembre scorso.

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Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, giudizio immediato per Vassalli: processo al via il 5 novembre

L’accusa ha ottenuto un decreto di giudizio immediato. Vassalli, detenuto nel carcere di Bari dal 16 maggio, risponde di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi, dalla minorata difesa e dall’aver agito con crudeltà. La vittima infatti era impossibilitato a difendersi in quanto aveva le buste della spesa. 

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Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, Vassalli racconta: “Non volevo ucciderlo ero preso dall’ira. Colpi partiti”

“Non volevo ucciderlo, ero preso dall’ira. I colpi sono partiti durante la colluttazione, volevo solo che si prendesse le proprie responsabilità”. Queste sono le parole proferite da Salvatore Vassalli, l’operaio 59enne di Canosa arrestato con l’accusa di essere il killer di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso a Poggiofranco sotto la sua abitazione la sera del 18 dicembre scorso, nell’interrogatorio che si è tenuto innanzi al gip Nicola Bonante e ai suoi avvocati.

Vassalli ha ribadito la propria versione dei fatti e ha parlato di una lite finita male. Aveva accompagnato sua figlia dal dentista a Bari e la ragazza non sarebbe riuscita a mettere la mano vicino alla guancia perché impossibilitata. La famiglia Vassalli aveva fatto causa a Di Giacomo, considerato colpevole per aver effettuato sulla ragazza nel 2019 una manipolazione sbagliata intervenendo sul rachide cervicale. Da qui la denuncia, la causa e la richiesta di risarcimento danni pari a 230mila euro per aver provocato un danno permanente causato da uno shock midollare. L’ultima udienza del processo si era celebrata il 7 dicembre.

Il 59enne quella sera lo ha affrontato. “Sono corso alla macchina e avevo la pistola in macchina. Prendo la pistola… lui l’ha visto perché eravamo proprio vicinissimi a un… neanche a due metri dalla macchina, lui l’ha vista, abbiamo continuato la colluttazione perché lui ha messo la mano sulla pistola, così mi ha preso il braccio e abbiamo continuato la colluttazione. In quel momento gli ho dato due tre botte a lui con la pistola e partivano… partivano i colpi perché come facevi con la mano… boom! Boom! Boom! Boom! Partivano i colpi a tutta forza. È stato tutta una… una baraonda, cioè non si capiva più… più niente! – le parole riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno -. Sono arrivato a Canosa, sono stato un po’ sotto casa per riprendermi… mi sembra che strada facendo ha chiamato mia moglie pure o l’ho chiamata io… forse l’ho chiamata io, perché forse ho visto che era tardi… ‘Sto arrivando’. Lei mi dice: ‘Dove sei andato? Sei andato a fare la spesa tanto tempo?’. ‘No, non ho fatto la spesa, ho avuto un contrattempo’, roba del genere. Perché lei sapeva che io ero uscito per andare a fare la spesa come tutte le altre sere, normalmente. E sono arrivato a casa. Sono arrivato a casa, sono stato, diciamo… tutta la notte a pensare: che faccio? Che non faccio? Che faccio? Che non faccio? Cioè non sapevo neanche io, diciamo, la decisione da prendere, se costituirmi, se fare, se dire… Allora diciamo che c’avevo… c’avevo questo peso su… diciamo sullo stomaco, cioè di… la mia intenzione era dall’inizio, diciamo, quella di costituirmi, però diciamo una volta ci stava uno che c’aveva la febbre, un’altra volta quella c’aveva… diciamo un’altra cosa’.

Ha poi confermato di aver distrutto la pistola. “La mattina mi sono alzato prima dell’orario di lavoro, sono andato là, l’ho fatta a pezzettini, strada facendo Canosa-Cerignola, siccome lavoravo a Cerignola, l’ho buttata”, ha aggiunto. E pare che l’intera famiglia sia intenzionata comunque a riassumere la causa civile avviata dalla figlia di Salvatore Vassalli nei confronti di Mauro Di Giacomo. Il processo si è stoppato ma ci sono tre mesi di tempo per agire nei confronti degli eredi della vittima. 

Omicidio a Poggiofranco, la ricostruzione di Vassalli: “Volevo solo spaventare Di Giacomo”. La pistola fatta a pezzi

Salvatore Vassalli, l’operaio 59enne arrestato con l’accusa di essere il killer di Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso a Poggiofranco sotto la sua abitazione la sera del 18 dicembre scorso, ha raccontato di aver fatto a pezzi l’arma del delitto. Lo ha svelato lui stesso nel corso dell’interrogatorio di garanzia svolto nei giorni scorsi.

Vassalli ha fornito la propria versione dei fatti. Ha dichiarato che quel giorno ha accompagnato sua figlia dal dentista a Bari e che la ragazza non sarebbe riuscito a mettere la mano vicino alla guancia perché impossibilitata. La famiglia ha fatto causa a Di Giacomo, considerato colpevole per aver effettuato sulla ragazza nel 2019 una manipolazione sbagliata intervenendo sul rachide cervicale. Da qui la denuncia, la causa e la richiesta di risarcimento danni pari a 230mila euro per aver provocato un danno permanente causato da uno shock midollare. L’ultima udienza del processo si era celebrata il 7 dicembre.

Secondo il racconto fornito, circa 10 giorni dopo, Vassalli, vedendo sua figlia sofferente, ha deciso di affrontare Di Giacomo. “L’avevo visto poche volte non ero neanche sicuro che fosse lui. Volevo solo che si prendesse le proprie responsabilità”, le sue parole. I toni si fanno accesi, Vassalli prende dalla macchina una pistola (dimenticata in auto e usata per esercitarsi in campagna) e la mostra per spaventarlo. Di Giacomo a questo punto prova a disarmarlo, nella colluttazione a distanza ravvicinata partono i 7 colpi. Secondo il racconto di Vassalli, Di Giacomo sarebbe stato colpito al volto con il calcio della pistola prima. L’operaio 59enne racconta poi di essersi liberato della pistola, facendola a pezzi e gettando le varie parti in punti diversi. Nel raccontare la sua versione dei fatti, distante da quella ricostruita dalla Polizia e dalla Procura, Vassalli afferma che le sue intenzioni non erano quelle di uccidere Di Giacomo e non ha nascosto il suo malessere interiore per quanto accaduto nei mesi successivi. Punta a far cadere l’aggravante della premeditazione e quella dell’aver agito con crudeltà.

Omicidio Di Giacomo a Poggiofranco, Vassalli si difende: “Colpi partiti per errore”. Ma le indagini dicono altro

Ha ammesso di aver avuto la colluttazione con la vittima, ma ha riferito che i colpi di pistola sono partiti accidentalmente mentre impugnava l’arma: si è difeso così, durante l’interrogatorio di garanzia Salvatore Vassalli, l’operaio edile di 59 anni, arrestato ieri dalla polizia con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di Mauro Di Giacomo.

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