Asl Bari, al Di Venere tac e risonanze magnetiche anche di domenica: “Riduciamo le liste d’attesa”

Sino alla fine del 2024, Tac e risonanze magnetiche saranno eseguite anche di domenica nell’ospedale di Venere di Bari per ridurre le liste di attesa. Questo è quanto deciso dall’Asl, dal 22 settembre fino a fine dicembre, la Radiologia dell’ospedale di Venere incrementerà le prestazioni diagnostiche aggiungendo un turno domenicale di 12 ore nel fine settimana.

I cittadini – con prenotazione per esami TAC e risonanza magnetica brevi o urgenti – potranno accedere dalle 8 alle 20. “L’inserimento del turno domenicale nelle agende di prenotazione – ha spiegato il direttore generale facente funzioni della Asl, Luigi Fruscio – è un progetto sperimentale che rientra nel piano aziendale attuativo per il governo delle liste di attesa aggiornato di recente. Siamo fiduciosi nella risposta positiva della popolazione che, in questo modo, avrà più possibilità di accedere alle prestazioni più richieste, come Tac e risonanze. Ringrazio tutti gli operatori del Di Venere che, con spirito di sacrificio e dedizione al lavoro, hanno accettato questa nuova responsabilità, mettendosi a disposizione della collettività”.

Bari, follia al Di Venere. Tardano a dimettere il figlio: mamma aggredisce due infermieri

Due infermieri dell’ospedale Di Venere di Bari sono stati aggrediti da una donna ieri pomeriggio e hanno riportato ferite con diagnosi di 15 e 10 giorni. Lo comunica l’Asl di Bari. Gli infermieri sono stati aggrediti da una mamma in attesa della dimissione del figlio: un’attesa prolungatasi – a quanto si è potuto ricostruire – per via del contemporaneo arrivo di codici rossi che hanno impegnato il personale del pronto soccorso. E’ stata allertata la Polizia, intervenuta sul posto con una volante. La direzione generale della Asl di Bari “esprime totale vicinanza e solidarietà agli operatori sanitari vittime dell’aggressione e condanna fermamente l’ennesimo gesto perpetrato contro il personale nell’esercizio delle sue funzioni e in danno della comunità, poiché causa l’interruzione di un pubblico servizio”.

L’Azienda sanitaria locale che, “come già in precedenti episodi, metterà a disposizione dei dipendenti il proprio ufficio legale”, stigmatizza “un certo malcostume secondo il quale l’attesa in pronto soccorso, sovente all’origine di incresciosi episodi, sarebbe una semplice perdita di tempo invece che il necessario adempimento clinico – conclude la nota – connesso alla generale priorità dei casi”.

“Ad oggi risultano inefficaci tutte le misure definite a parola per contrastare il fenomeno. Siamo stanchi di ricevere attestazioni di solidarietà e pacche sulla spalla. Ora è il tempo di reagire prima di tutto incrementando il personale per meglio rispondere a bisogni dei cittadini”, il commento di Andreula, presidente OPI Bari.

Bari, protesi di carbonio su paziente oncologica. Primo intervento al Di Venere: “Passo avanti importante”

L’esordio del carbonio in un intervento di chirurgia vertebrale oncologica. Il delicato intervento, eseguito per la prima volta nell’ospedale Di Venere di Bari, è stato articolato in due momenti: l’asportazione di una neoplasia a livello della vertebra lombare, seguita dal posizionamento dei mezzi di sintesi in carbonio per dare stabilità alla colonna vertebrale e favorire il percorso di cura. Questo tipo di materiale, infatti, permette una migliore risposta al trattamento radioterapico successivo, in quanto il carbonio non presenta l’interferenza tipica dei metalli come il titanio. Nello stesso tempo, l’impiego di sistemi protesici in carbonio non provoca alterazioni sui successivi controlli diagnostici, soprattutto tac e risonanza magnetica. La procedura effettuata con successo dall’équipe di Neurochirurgia, in collaborazione con il personale del blocco operatorio e il team di Anestesia e Rianimazione diretto dal dottor Claudio Petrillo, ha riguardato una paziente oncologica, peraltro già operata anni prima nello stesso centro per un raro tumore del midollo spinale cervicale.

“Per la Neurochirurgia del Di Venere – commenta il direttore dell’unità operativa, dottor Bruno Romanelli – si tratta di un passo avanti importante, che qualifica l’attività specialistica del nostro personale e consente a pazienti affetti da patologie complesse di affrontare meglio il percorso di cura, oltre che poter usufruire di una qualità di vita più soddisfacente”. L’intervento si è reso necessario poiché la paziente presentava una metastasi da carcinoma mammario localizzata ad una vertebra lombare, con importante compressione del canale vertebrale e delle strutture nervose, nonché con conseguente instabilità della stessa colonna vertebrale e limitazioni della mobilità.