Non capiamo come possa circolare liberamente e ci poniamo tante domande sul senso di giustizia e legalità nella nostra cara amata Italia.
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In Iran le proteste sono partire dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo appropriato.
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Quello dell’arrotino è un lavoro intramontabile. I nostri Antonio e Tino ne hanno incontrato uno davvero curioso durante la registrazione di un servizio.
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L’amministrazione comunale, aderendo alla campagna di ANCI e dell’associazione Toponomastica femminile “8 marzo, 3 donne, 3 strade”, finalizzata a sanare il gap di genere nella toponomastica, intende rendere omaggio a otto donne che hanno rappresentato, ciascuna per la sua storia, modelli di impegno politico e civile, eccellenze nel campo dell’arte e della cultura e vittime della violenza di genere e criminale.
La toponomastica, infatti, può farsi parte attiva e responsabile nell’azione di recupero della memoria storica delle donne che hanno agito e prodotto cultura, che hanno avuto un ruolo nella storia, nelle scienze e nelle arti o che sono diventante un simbolo di lotta o di cambiamento. Da tempo l’amministrazione comunale è impegnata a ridurre l’evidente divario di genere storicamente esistente nelle intitolazioni di luoghi e spazi pubblici presenti sul territorio cittadino.
Con la delibera approvata questa mattina dalla giunta comunale, la città di Bari, perciò, si appresta ad intitolare otto spazi pubblici, presentati questa mattina in conferenza stampa, a Palazzo di Città, dal vicesindaco e assessore alla Toponomastica Eugenio Di Sciascio, dalle assessore comunali e da consigliere comunali e municipali.
In apertura il vicesindaco ha ricordato come, attraverso le intitolazioni, i luoghi della città possano raccontare storie di vita, di impegno e di lotta, incarnate in questo caso dalle donne scelte dall’amministrazione comunale per aver lasciato un segno e un esempio. “Oggi è la Giornata internazionale della donna – ha aggiunto Di Sciascio – e non possiamo non dedicare questa giornata alle donne dell’Ucraina, bambine, ragazze, donne e anziane che in questo momento stanno vivendo il dramma più atroce che si possa immaginare, come se l’umanità non fosse mai riuscita ad imparare dagli errori e dagli orrori del passato. Il nostro auspicio è che si possa arrivare alla pace il prima possibile”.
“In questa giornata ho l’onore di ricordare Mariolina De Fano, straordinaria attrice barese, cui abbiamo voluto intitolare un palco del Teatro comunale Piccinni – ha dichiarato l’assessora allo Sviluppo economico Carla Palone -. Ho avuto il piacere di poter assistere ad alcune delle sue interpretazioni, che le sono valse non solo l’affetto dei baresi ma anche il riconoscimento della cinematografia nazionale”.
“Chiara Fumai, classe ’78, è stata testimone di una cultura femminista che ha attraversato la sua intera attività artistica – ha continuato l’assessora alle Culture Ines Pierucci -. Il suo talento puro e visionario ha indagato in maniera assolutamente originale il rapporto tra potere, linguaggio e sovversione mettendosi nei panni di donne ai margini del sistema patriarcale. In soli dieci anni ha lasciato un segno indelebile nel panorama dell’arte contemporanea”.
“Caterina Susca era una donna comune – ha proseguito la presidente della Commissione consiliare Pari opportunità Silvia Russo Frattasi -: un’amica, una figlia, una moglie, una madre. L’11 novembre del 2013 è stata uccisa per mano di un uomo che l’ha aggredita, violentata e poi uccisa. A lei e a tutte le donne vittime di violenza, ancora troppe, dedicheremo una targa all’interno del nuovo parco Rossani, ai piedi di un albero di mimosa, simbolo per eccellenza della vita”.
“Io sono perché noi siamo è una frase di Marielle Franco, uccisa a Rio de Janeiro per il suo impegno a tutela delle donne, delle minoranze, del popolo della favelas, delle persone Lgbtqi e per le sue denunce contro gli abusi della polizia – ha evidenziato l’assessora al Welfare Francesca Bottalico -. Anche in nome del suo impegno quotidiano, intendiamo continuare a lavorare per promuovere culture di genere e non violente, anche attraverso l’intitolazione della biblioteca del lascito Garofalo”.
“Ho l’onore di presentare l’intitolazione dell’area pedonale di via Martiri d’Otranto a Maria Celeste Nardini, politica, femminista, antifascista e pacifista – ha detto l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano -. In un momento come questo ricordare il suo impegno e la sua attività politica è più importante che mai. Vogliamo raccontarli in particolare ai bambini della scuola Don Bosco, che leggeranno quella targa tutti i giorni, e lo faremo insieme alle donne e agli amici comitato a lei intitolato, che ringrazio per la loro presenza qui”.
“Sabina Anemone, primo donna medico in Puglia, si è sempre occupata dei più piccoli con cura e amore – ha sostenuto la consigliera comunale Micaela Paparella -. È stata un esempio di emancipazione femminile in un tempo, gli anni ’30 e per giunta nel Mezzogiorno, in cui le donne erano relegate esclusivamente ai ruoli di mogli e madri. Io sono particolarmente legata alla sua figura, perché era mia nonna e perché ha vissuto prestando la sua opera e la sua professionalità in particolare in favore delle persone più fragili e amando intensamente la vita e l’arte”.
“Sono onorata di ricordare Maria Colangiuli, una donna semplice, una casalinga, una madre vissuta al San Paolo, il mio quartiere – ha sottolineato la consigliera del Municipio III Chiara Riccardi -. Fu uccisa dai proiettili vaganti di un kalashnikov durante uno scontro a fuoco per strada, mentre preparava la cena. Ricordo la paura di quegli anni e ricordo anche che, dopo quell’evento tragico, la mia famiglia mi impedì di giocare persino sul balcone. Quei proiettili scossero la vita dell’intero quartiere, che nei giorni successivi manifestò per dire basta alla violenza e alla criminalità. Oggi, quindi, con questa intitolazione, possiamo conservare il suo ricordo e costruire la memoria della metamorfosi sociale avvenuta nel mio quartiere”.
L’ultima intitolazione riguarda Norma Cossetto, vittima delle foibe e medaglia d’oro al valor civile, iniziativa votata all’unanimità dal Consiglio comunale per stigmatizzare la violenza e il furore ideologico. A Norma Cossetto, ha concluso il vicesindaco Di Sciascio, sarà intitolata una strada nei pressi del Villaggio Trieste.
Di seguito, le otto donne cui saranno intitolate strade e spazi pubblici della città di Bari:
Marielle Franco
(1979-2018)
Politica e sociologa brasiliana, attivista per i diritti umani e delle persone lgbt che si è battuta in prima linea per denunciare gli abusi della polizia e per difendere i diritti delle donne nere e dei giovani delle favelas. Consigliera comunale a Rio de Janeiro, Presidente del comitato delle donne del consiglio comunale, è stata uccisa all’età di 38 anni a Rio de Janeiro.
La città di Bari intende dedicare la “Biblioteca di comunità”, situata nel parco “Lascito Garofalo” – Municipio V -, a Marielle Franco.
Maria Celeste Nardini
(1942-2020)
Già parlamentare e attivista, animata da passione civile e impegno in favore dei più fragili, degli ultimi e dei diritti delle donne.
La città di Bari, in conformità con la decisione della giunta comunale e del Municipio I, intende intitolare il giardino situato nella zona pedonale ex via Martiri D’Otranto – Municipio I – a Maria Celeste Nardini.
Chiara Fumai
(1978-2017)
Giovane artista conosciuta e apprezzata come una eccellenza assoluta nel panorama dell’arte contemporanea italiana, raggiungendo grande fama internazionale.
La città intende dedicare l’area a verde situata in piazza Eroi del Mare, nel triangolo composto da piazza degli Eroi, lungomare di Crollalanza e dal tratto oltre via Giuseppe Bozzi – Municipio I – a Chiara Fumai, in conformità con la decisione della giunta comunale.
Mariolina De Fano
(1940-2020)
Considerata una “pietra miliare” del teatro barese, artista sensibile, capace di incarnare la baresità con tutte le sue contraddizioni, fin dall’inizio della sua quarantennale carriera, ha saputo conquistare la simpatia e l’affetto dei baresi. Il suo talento e la sua professionalità l’hanno proiettata nel panorama della cinematografia nazionale.
La città di Bari intende dedicare un palco del Teatro Comunale Niccolò Piccinni a Mariolina De Fano.
Sabina Anemone
(1913-2004)
Prima donna a conseguire la Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari, specializzandosi in pediatria. Dal 1940, per tutto il periodo bellico, svolse la sua attività presso l’Ospedale Sanatorio Cotugno, curando i bambini affetti da tubercolosi, e prestando, nel contempo, visite gratuite alle mamme in difficoltà presso l’ambulatorio La goccia del latte, suscitando riconoscimenti ed ammirazione da parte di tutta la comunità barese. Direttrice del reparto infettivi dell’Ospedaletto dei Bambini, nel 1971 diventò insegnante di Igiene e Anatomia all’Istituto Tecnico Femminile di Bari fino al raggiungimento della pensione. Morì a Bari all’età di 91 anni.
La città di Bari, in conformità con la decisione della giunta comunale, intende intitolare il tratto iniziale di via Michele Garruba, da piazza Cesare Battisti a via De Rossi -Municipio I – a Sabina Anemone.
Norma Cossetto
(1920-1943)
Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dalle truppe titine, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Medaglia d’oro al merito civile per la luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio.
Il Consiglio comunale, il 25 maggio 2020, ha approvato all’unanimità la proposta di intitolazione di una via cittadina nelle vicinanze del Villaggio Trieste – Municipio III – a Norma Cossetto.
Maria Colangiuli
(1930-2000)
Vittima innocente, colpita a morte da un proiettile vagante mentre era all’interno della sua casa, durante una sparatoria per strada tra gruppi criminali rivali.
La città di Bari, in conformità con la decisione della giunta comunale, intende intitolare dell’area a verde prospiciente via Vincenzo Ricchioni, tra via Nicola Leotta e via Riccardo Ciusa – Municipio III – a Maria Colangiuli.
Caterina Susca
(1953-2013)
Mamma e donna esemplare, nata e vissuta nella città di Bari, l’11 novembre del 2013 non è sopravvissuta all’aggressione e alla violenza feroce, perpetrata a suo danno da un brutale assalitore.
La città di Bari, su proposta della Commissione consiliare speciale permanente delle Pari Opportunità, intende apporre, in prossimità di un albero presso il parco “Rossani”, una targa in memoria di Caterina Susca e di tutte le donne vittime di violenza.
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