Traffico di droga e kalashnikov: sequestrati beni per 1,5 milioni di euro a due fratelli di Andria

La Polizia ha eseguito un provvedimento di sequestro anticipato di beni, mobili e immobili, per un valore di circa un milione e mezzo di euro, nei confronti di due fratelli di Andria condannati in primo grado poiché ritenuti promotori ed organizzatori di una associazione dedita alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento è stato disposto dal tribunale di Bari.

Secondo le indagini compiute su delega della Dda, i due fratelli sarebbero stati al vertice di un’associazione finalizzata al traffico di cocaina. Inoltre i due portavano in luoghi pubblici armi da guerra del tipo kalashnikov. L’attività di spaccio avveniva con il contributo di altri appartenenti all’organizzazione che cedevano cocaina prevalentemente in piazza Santa Maria Vetere, nella zona antistante uno degli immobili interessati dal sequestro. In esecuzione del decreto sono stati sequestrati, sia nei confronti degli indagati, sia nei confronti dei loro familiari conviventi, e di terzi intestatari fittizi dei beni, case, auto, un impianto sportivo di calcetto e il patrimonio aziendale dell’impresa individuale che si occupava della gestione dello stesso impianto che veniva utilizzato per organizzare i summit fra i vari esponenti di spicco della criminalità andriese.

Inala la droga della risata da un palloncino e muore a 26 anni, oggi l’autopsia: “Pierpaolo aveva problemi di salute”

Pierpaolo Morciano, il 26enne di Alessano morto domenica sera mentre festeggiava il suo compleanno in strada con alcuni amici, sarebbe morto – secondo la ricostruzione degli investigatori – dopo avere inalato la cosiddetta droga della risata, ovvero protossido di azoto caricato in un palloncino. Ma aveva anche problemi di salute, spiega alla Gazzetta del Mezzogiorno Domenico Carluccio che, evidenzia il quotidiano, è da dieci anni il compagno della mamma di Pierpaolo.

“Per il mese prossimo – afferma Carluccio – avevamo prenotato una biopsia alle adenoidi, in ospedale, ormai da sei mesi facevamo accertamenti poiché dopo aver finito di mangiare Pierpaolo avvertiva problemi a respirare, utilizzava lo spray in commercio in farmacia per disostruire le vie respiratorie. Era anche un ragazzo corpulento, in sovrappeso. Vogliamo capire, sapere”.

“Pierpaolo – prosegue – aveva acquistato una bomboletta spray, di quelle utilizzate per pulire gli interstizi del pc, una scatolina di miniciccioli e dei palloncini, da un negozio del paese. Aveva uno scontrino da 13euro o giù di lì. Questo so. E mi dicono che ora da quel negozio le bombolette siano sparite, ma ci sono i carabinieri che indagano e non è compito mio. Da qui a dire che si drogasse ce ne passa”. Carluccio sottolinea che “se mai dovesse venir fuori che il nostro ragazzo usava sostanze strane allora lo diremo. Non solo. Proveremo a metterci al servizio di chi ha problemi del genere perché non accada più. Perché noi, perdendo lui, abbiamo perso tutto”.

Ora, aggiunge, “siamo scappati via da casa, siamo in una località protetta aiutati dalla chiesa. Eravamo sotto assedio, giornalisti, curiosi, conoscenti, tanta gente. Pierpaolo nostro portava gioia e allegria, quando metteva la musica la casa si riempiva di vita eppure era un ragazzo che aveva sofferto tanto, sin da piccolo”. Carluccio ricorda che sua madre “l’ha cresciuto da sola, da ragazza madre, dandogli il suo cognome. Da qui si può già comprendere quanto Pierpaolo avesse sofferto fin da piccolo, e quanto la mamma l’abbia protetto”. L’autopsia sul corpo di Pierpaolo sarà eseguita oggi.

Traffico di droga e riciclaggio, maxi operazione della Finanza: 35 arresti a Lecce e provincia

Lecce e in alcuni comuni della provincia la polizia e la guardia di finanza sono impegnate in una vasta operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia per l’esecuzione di 35 misure cautelari nei confronti di persone accusate di reati associativi finalizzati al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Bari, il pentito Domenico Milella ci ricasca: l’ex braccio destro di Palermiti arrestato per droga a Genova

C’è anche il nome del pentito Domenico Milella, ex braccio destro di Eugenio Palermiti a Japigia diventato collaboratore di giustizia, nella lista delle persone arrestate questa mattina nell’ambito dell’operazione condotta dalla polizia di Genova che ha smantellato un’organizzazione criminale e un vasto traffico di sostanze stupefacenti ramificato in 5 regioni italiane, tra cui la Puglia, e in Spagna. Milella è stato fondamentale con le sue dichiarazioni nelle ultime inchieste più importanti dell’antimafia a Bari e dal 2020 vive in una località protetta insieme alla sua famiglia.

In questa inchiesta, come riportato da Repubblica, è coinvolto nell’episodio relativo a una presunta compravendita di stupefacenti nei pressi di un supermercato, degenerata poi in un tentativo di rapina da parte degli acquirenti. Secondo le indagini Milella avrebbe fatto parte di un gruppo criminale, in cui sono anche altri pugliesi, e operativo in Liguria nell’ambito della vendita e cessione di stupefacenti.

Droga, rapine e armi. Maxi operazione della Polizia tra Italia e Spagna: arresti anche a Bari e Lecce

Blitz antidroga della polizia di Genova che ha smantellato un’organizzazione criminale e un vasto traffico di sostanze stupefacenti ramificato in 5 regioni italiane, tra cui la Puglia, e in Spagna. Arresti anche a Bari e Lecce. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati concernenti il traffico, anche internazionale, e lo  spaccio di stupefacenti, la rapina, la ricettazione, la violazione delle norme in materia di armi. Tra loro anche alcuni collaboratori di giustizia e familiari sottoposti al programma di protezione.

Droga e munizioni da guerra, 4 arresti a Bari. Inseguimento e colluttazione nella città vecchia tra 20enne e poliziotti

Nell’ambito degli specifici servizi antidroga condotti dalla Polizia di Stato nella città di Bari, in diversi interventi della Squadra Mobile e dell’UPGSP, sono state arrestate quattro persone di 20, 28, 32 e 44 anni.

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, gli arrestati rispondono a vario titolo dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di munizionamento da guerra, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Al quartiere San Girolamo, i poliziotti della Squadra Mobile hanno tratto in arresto un uomo di 28 anni, con a suo carico numerosi precedenti penali, sottoposto a controllo nei pressi del proprio domicilio. Sottoposto a perquisizione personale, estesa ad alcune pertinenze dell’abitazione, è stato trovato in possesso 464 grammi di hashish e 305 grammi di marijuana, occultati all’interno della camera da letto. L’uomo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Sempre nell’ambito dei servizi predisposti dal Questore, nel quartiere Poggiofranco, gli agenti delle Volanti hanno tratto in arresto un uomo di 32 anni. Fermato per un controllo mentre era alla guida di un’autovettura a noleggio, è stato trovato in possesso di 11 dosi di cocaina, per un peso di 10 grammi e della somma in contanti di 445.00 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio. L’uomo è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, come disposto dall’autorità Giudiziaria.

I mirati servizi sono proseguiti anche nei quadranti serali e notturni, dove sempre i poliziotti delle Volanti hanno arrestato un giovane di 20 anni, fermato nel borgo antico dopo un breve inseguimento a piedi ed una colluttazione. Sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso di cocaina e marijuana, oltre a numerose munizioni per fucile d’assalto AK-47 e pistola, contenuti in una busta che ha cercato di occultare all’arrivo degli agenti. In totale si è proceduto al sequestro di 105 cartucce per pistola e fucile, 70 grammi di cocaina suddivisi in 184 dosi, 22 dosi di hashish e marijuana. A seguito di perquisizione presso la sua abitazione è stata anche rinvenuta e sequestrata la somma di 4.800 euro in contanti, ritenuta provento dell’attività delittuosa. L’arrestato è stato condotto presso il carcere di Bari.

Infine, nei pressi dello Stadio San Nicola, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno arrestato un uomo di 44 anni che, sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso di 28 grammi di cocaina e della somma di 120 euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

È importante sottolineare che i procedimenti si trovano nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure pre-cautelari, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza in ordine ai reati contestati dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Droga, armi e mafia a Bari: eseguiti 5 ordini di carcerazione per condanne definitive fino a 15 anni – I NOMI

I carabinieri di Bari hanno eseguito cinque ordini di carcerazione nei confronti di altrettante persone destinatarie di sentenze definitive di condanna, da uno a 15 anni di reclusione, per i reati – contestati a vario titolo – di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi. I fatti per cui i cinque sono stati condannati risalgono agli anni tra il 2015 e il 2018. Le indagini della Dda di Bari partirono dopo il ferimento di uno spacciatore del 23 settembre 2016, commesso – secondo quanto accertato – per motivi legati al «dominio delle piazze di spaccio» nel quartiere Poggiofranco.

Gli accertamenti successivi hanno consentito anche di svelare l’esistenza di un’associazione che spacciava «ingenti quantitativi» di hashish e marijuana. Riconducibile all’associazione anche un’arma – provento di furto – e 52 chili di hashish trovati e sequestrati il 5 giugno 2018. Nel corso delle indagini sono state arrestate 17 persone, sequestrate armi e considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti. I destinatari dell’ordine di carcerazione sono Maurizio Larizzi (41 anni, condannato a 15 anni e 10 mesi), Giorgio Larizzi (34 anni, condannato a 14 anni e 5 mesi), Vittorio Russo (28 anni, condannato a un anno), Nicola Ratti (29 anni, condannato a 3 anni e 3 mesi) e Federico Tamma (28 anni, condannato a 2 anni e cinque mesi con pena sospesa).

Estorsioni, armi e droga. Arrestati 4 affiliati al clan Strisciuglio: tra loro il 25enne Ivan Caldarola – TUTTI I NOMI

Sono Ivan Caldarola (25 anni), Antonio Raggi (25 anni), Francesco Mastrogiacomo (34 anni) e Saverio De SAntis (36 anni) i 4 affiliati al clan Strisciuglio di Bari arrestati questa mattina perché accusati di estorsione e tentata estorsione nei confronti dei titolari delle bancarelle di fuochi d’artificio (abusivi) nel quartiere Libertà di Bari, di detenzione e porto illegale d’arma da fuoco – armi usate anche per intimidazioni -, detenzione al fine di spaccio e spaccio di cocaina, hascish e marijuana sempre nel quartiere Libertà. Agli arrestati è contestata anche l’aggravante mafiosa, i fatti risalgono ai mesi di novembre e dicembre 2018. L’ordinanza, richiesta dalla Dda di Bari, è stata emessa dal gip.

Questi arresti, spiegano gli investigatori, costituiscono gli “ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate nel 2018 dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito del duplice tentato omicidio di due pregiudicati del clan Palermiti, consumato nel quartiere Madonnella di Bari”. Nell’estate del 2018, infatti, il clan Strisciuglio del quartiere San Paolo provò a conquistare la piazza di spaccio del Madonnella estromettendo i Palermiti, da sempre egemoni sul quartiere. Una faida, questa, che il 24 settembre di quell’anno – dopo il tentato omicidio di due pregiudicati dei Palermiti – portò all’omicidio di Walter Rafaschieri e al grave ferimento del fratello, Alessandro. Per quella vicenda, di recente, Giovanni Palermiti (figlio del boss Eugenio) è stato condannato a 20 anni di reclusione in Appello. In primo grado era stato condannato all’ergastolo.

Ai venditori abusivi di fuochi d’artificio del quartiere Libertà di Bari avrebbero chiesto soldi (tra i 100 e i 300 euro per bancarella) o batterie di fuochi per poterli vendere nel territorio di competenza del clan Strisciuglio. A due venditori, poi, il 25enne Ivan Caldarola avrebbe chiesto 5mila euro in fuochi pirotecnici per “dare il pensiero a papà” Lorenzo, capo dell’articolazione del Libertà del clan, e per mantenere amici e compagni in carcere. Caldarola, oggi, è finito in carcere insieme a Antonio Raggi (25 anni), Francesco Mastrogiacomo (34) e Saverio De Santis (36), con le accuse a vario titolo di estorsione e tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da fuoco (reati con aggravante mafiosa), detenzione a fine di spaccio e spaccio di cocaina, hascisc e marijuana. Le armi sarebbero state usate in più occasioni per alcune plateali intimidazioni, i fatti si riferiscono ai mesi di novembre e dicembre 2018.

Armi, droga ed estorsioni ai venditori abusivi di fuochi d’artificio al Libertà: in carcere 4 affiliati al clan Strisciuglio

Nelle prime ore della mattinata, personale della Polizia di Stato di Bari ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro pregiudicati baresi, organici al clan Strisciuglio.

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, gli arrestati rispondono, con l’aggravante mafiosa, dei delitti di estorsione e tentata estorsione in danno dei titolari delle bancarelle abusive di fuochi pirotecnici natalizi, stanziati sulle vie del quartiere Libertà di Bari; numerosi episodi di detenzione e porto illegale di armi da fuoco, utilizzate all’occorrenza per esplodere colpi in aria con finalità intimidatorie, anche in occasione di fibrillazioni sviluppatesi con esponenti di altri clan criminali; numerosi episodi di detenzione al fine di spaccio e spaccio, sempre nel quartiere Libertà, di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Tutti fatti avvenuti nei mesi di novembre e dicembre del 2018.

Si tratta degli ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate nel 2018 dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito del duplice tentato omicidio di due pregiudicati del clan Palermiti, consumato nel quartiere Madonnella di Bari. Nell’estate del 2018, la frangia del clan Strisciuglio del quartiere San Paolo, tentò di conquistare la fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Madonnella di Bari, cercando di estromettere il clan Palermiti, da sempre dominante in quel rione.

La sera del 18 settembre gli obiettivi dell’azione di fuoco erano due pregiudicati del clan di Japigia, che viaggiavano su uno scooter: il commando armato, a bordo di un’autovettura rubata e di tre motoveicoli, aprì il fuoco, incurante della presenza di ignari cittadini che passeggiavano per strada. Il passeggero dello scooter riuscì a sottrarsi ai proiettili esplosi da un revolver Colt 38 special e da una pistola semiautomatica CZ, calibro 9 mm, mentre il conducente, colpito in più parti del corpo, dopo un delicato intervento chirurgico ed una lunga degenza ospedaliera, riuscì a salvarsi. La risposta del clan Palermiti per l’agguato del 18 settembre non tardò ad arrivare: infatti, sei giorni dopo, il 24 settembre, nel quartiere Carbonara di Bari, Michele Walter Rafaschieri fu assassinato e suo fratello rimase gravemente ferito. Il 18 giugno 2024, la Squadra Mobile di Bari ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci pregiudicati baresi, responsabili dell’agguato armato, mafioso, del 18 settembre 2018.

Dal procedimento penale originario, relativo al duplice tentato omicidio, si sono sviluppati due procedimenti stralcio: con il primo, il 29 dicembre 2018, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto, sempre dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sei esponenti del clan Strisciuglio del quartiere Libertà, ai quali è stata contestata una tentata estorsione in danno dei titolari di una agenzia di onoranze funebri del quartiere Libertà, la detenzione ed il porto illegali di armi da fuoco, l’esplosione di colpi di arma da fuoco sulla saracinesca di un circolo ricreativo. Il secondo procedimento stralcio, sempre relativo a soggetti ascrivibili al clan Strisciuglio del quartiere Libertà, è quello che ha favorito l’esecuzione, in data odierna, del provvedimento cautelare nei confronti dei quattro esponenti di spicco del sodalizio mafioso.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Tragedia nel Leccese, 22enne travolto da auto sulla Tricase-Lucugnano: arrestato 30enne. Positivo a droga e alcol

Danilo Sciurti, il 30enne di Specchia alla guida della Volvo che nel tardo pomeriggio di ieri ha investito e ucciso un giovane ragazzo del Bangladesh sulla 275 a bordo di un monopattino, è stato arrestato. I test alcolemici e tossicologici a cui è stato sottoposto sono risultati positivi, per lui sono scattati gli arresti domiciliari. L’amico, che viaggiava a bordo di una bici, invece è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Tricase.