Elio Sannicandro, ex direttore generale dell’Asset ed ex commissario per l’emergenza idrogeologica della Puglia, è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su presunti episodi di corruzione messi in atto dagli imprenditori Di Carlo, con l’obiettivo di essere agevolati e di ottenere appalti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Le accuse nei confronti di Sannicandro sono quelle di corruzione e turbativa d’asta. Il gip ha inoltre revocato a Sannicandro l’interdizione per un anno dai pubblici uffici.
A processo anche Antonio Di Carlo e la figlia Carmelisa, il giornalista e dipendente Coni Sergio Schiavone, che avrebbe fatto da intermediario con Sannicandro), i funzionari della Regione Leonardo Panettieri e Michele Tamborra, i responsabili degli Uffici tecnici di Ordona e Orsara Michele Campanella e Rocco Rossi, gli imprenditori Antonio Ferrara e Bruno Gregoretti, della Antonio Ferrara srl e Adriatiche strada Astra, l’ingegnere Donato Coppolella.
Roberto Polieri, altro dirigente regionale, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato come riportato da Repubblica. L’udienza è in programma a novembre. La società Fratelli Di Carlo srl è stata invece individuata come responsabile amministrativo del reato di corruzione. L’accusa ipotizza che Sannicandro abbia ricevuto da Di Carlo circa 60mila euro. “Siamo certi pertanto – spiega il suo avvocato Michele Laforgia – che il processo acclarerà la definitiva estraneità dell’ingegnere Sannicandro da qualsiasi ipotesi di reato”.