Lo scandalo di Lady Caracciolo, Aeroporti di Puglia apre inchiesta interna. Verifiche sulla laurea presentata

Il caso di Carmela Fiorella continua a far discutere. La moglie del consigliere regionale ed ex capogruppo pd Filippo Caracciolo nella giornata di ieri si è dimessa con una Pec dalla carica di dirigente delle risorse umane in Aeroporti di Puglia.

Era entrata in servizio il 1° aprile 2025 dopo aver vinto un bando contestato a causa di alcune stranezze. La 38enne di Barletta era da subito finita al centro delle polemiche.

Gli altri due candidati, come riportato dall’inchiesta de La Gazzetta del Mezzogiorno, sono infatti stati esclusi per precisazioni discutibili. Entrambi erano riusciti a presentare domanda nonostante il tempo limitato: il bando infatti è stato pubblicato per appena 15 giorni, di cui solo 10 lavorativi.

Altri dubbi sono stati sollevati in merito anche alla pergamena di laurea e al curriculum presentato dalla dottoressa Fiorella nella domanda di partecipazione. Titoli che la commissione scelta non avrebbe verificato.

Aeroporti di Puglia ha annunciato che verificherà con un audit interno lo “scandalo” di Lady Caracciolo. “Per me è una tragedia, in quanto noi corriamo e andiamo a testa alta per il lavoro che facciamo, ma notizie di questo tipo distruggono tutto – le parole di Antonio Vasile, presidente del consiglio di amministrazione della società -. Ora è mio dovere attivare il sistema di controlli, come prevede la legge, per capire cosa non ha funzionato”.

L’Università di Bari ha fatto sapere di aver avviato verifiche e controlli sull’esistenza effettiva della laurea specialistica in economia e management presentata e conseguita con 110 e lode il 26 settembre 2012, attestata da una pergamena con la firma di un rettore che sarebbe entrato in carica soltanto 14 mesi dopo. E anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è pronto ad entrare in scena e a denunciare qualora fosse falsa.

La Consulta dichiara incostituzionale la legge della Campania: per Emiliano addio all’ipotesi terzo mandato

È incostituzionale la legge della Regione Campania che consente al presidente della giunta regionale uscente che ha già svolto due mandati consecutivi di candidarsi per un terzo mandato. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale. Si chiude definitivamente così anche per il governatore pugliese Michele Emiliano la possibilità di aspirare al terzo mandato.

L’articolo 1 della legge della Regione, ricostruisce la Consulta, “dopo avere previsto che non è immediatamente rieleggibile alla carica di Presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi, ha tuttavia stabilito che, ‘(a)i fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge’.”

Ma proprio inserendo questo inciso, sottolinea la Corte Costituzionale, la Regione “ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo” posto dallo Stato con la legge numero 165 del 2004, “così violando l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”.

Il divieto del terzo mandato consecutivo “opera, infatti, per tutte le Regioni ordinarie – conclude la Consulta – dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale”.

Regionali Puglia 2025, Vendola: “Non so se mi candido. Decaro forte ma il candidato lo sceglie la coalizione”

“Da qui alle elezioni sarà spesso in Puglia. La candidatura alle prossime Regionali è una cosa che interroga la mia coscienza, perché non è solo il partito che me lo chiede, sto ricevendo una sollecitazione continua anche per strada, dalle associazioni del mondo del volontariato”.

L’ex governatore Nichi Vendola, leader di Sinistra Italiana, non respinge i rumors su una possibile candidatura alle prossime Regionali.  “Non abbiamo ancora la data delle elezioni, non è una scelta semplice per molte ragioni – ha aggiunto in un evento nella sede di Sinistra Italiana-. Sia se sarò candidato sia se non lo sarò mi vedrete continuamente in Puglia. Credo che sia l’espressione del bisogno di costruire un clima attorno al centrosinistra che sia di partecipazione ed entusiasmo legato a un progetto forte: quale Puglia immaginiamo nel 2030 in un contesto mondiale difficile”.

“Al centrosinistra serve innanzitutto un progetto politico forte, non basta battere una destra debole. Decaro? Antonio è un amico e una enorme risorsa per la nostra coalizione, ma sulla sua candidatura decide la coalizione”, ha poi detto in un’intervista rilasciata a L’Edicola del Sud.

Bari, un Parco della Rinascita sul suolo dell’ex Fibronit: cantiere aperto con Emiliano, Decaro, Leccese e Vendola

Tra 330 giorni, dove un tempo sorgeva una fabbrica di elementi per l’edilizia in amianto, ci sarà un parco urbano che abbraccerà tre quartieri di Bari rappresentando un enorme polmone verde.

Il cantiere del Parco della Rinascita, sui suoli della ex Fibronit bonificati, è stato inaugurato oggi. Entro la primavera del 2026, grazie al co-finanziamento del Pnrr, diventerà un’area verde aperta a tutta la città, con spazi di socializzazione, aree per lo sport e per i bambini, servizi e un imponente progetto di forestazione urbana.

Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’eurodeputato Antonio Decaro, il presidente di Sinistra Italiana Nichi Vendola, il sindaco Vito Leccese e il presidente del Comitato cittadino ex Fibronit, Nicola Brescia.

“Questo parco non restituirà serenità alle famiglie colpite – ha detto Leccese – ma il compito di noi amministratori è seminare speranza, e oggi quei semi cominciano a germogliare”. L’area, ha aggiunto, “diventerà “un luogo di vita, rinascita, rigenerazione urbana”.

Emiliano ha ricordato che il progetto rappresenta “una delle rarissime varianti da area edificabile ad area a verde, ci siamo arrivati partendo dal basso, con la collaborazione dei cittadini”. E ha inoltre evidenziato che in Puglia “75 milioni di euro serviranno a rimettere in sicurezza le discariche”, senza dimenticare la “battaglia per la salute dei cittadini di tarantini. Il ministro Urso ci ha promesso che la siderurgia italiana sarà decarbonizzata a questo è un risultato straordinario”.

Brescia ha sottolineato che “per il Comitato questo cantiere rappresenta il raggiungimento dell’ultimo obiettivo, ora saremo presenti per verificare che tutto vada nel modo giusto”, per la città invece rappresenta “una rinascita morale e civile, perché è un risarcimento minimo per il dolore subito dalle famiglie”.

Bari, Emiliano a processo per diffamazione all’ex consigliere Cipriani: chiesta condanna a 2mila euro di multa

La Procura di Bari ha chiesto di condannare il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, al pagamento di una multa dal valore di 2000 euro per diffamazione aggravata nei confronti dell’ex consigliere comunale Luigi Cipriani, responsabile del movimento politico ‘Riprendiamoci il futuro’.

I fatti risalgono al 13 settembre 2018 quando Emiliano nel programma “Viva l’Italia” su Rete 4, aveva insinuato un legame tra l’ex consigliere comunale di Bari, Luigi Cipriani, e il suo movimento politico con la criminalità organizzata operante nel quartiere Libertà. Frase che venne riportata da alcune testate giornalistiche locali.

Cipriani si è costituito parte civile e ha chiesto un risarcimento da 30mila euro. L’avvocato di Emiliano ha invece chiesto l’assoluzione del governatore “perché il fatto non costituisce reato” riferendosi alle frasi di Emiliano come “critica politica”.

“Non avevo alcuna intenzione di ledere l’onorabilità di Luigi Cipriani. So perfettamente che è una persona perbene e personalmente non è mai esistita l’idea che avesse un minimo legame con la criminalità organizzata. La mia è stata una polemica politica con l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva bypassato le istituzioni locali per fare un comizio davanti a un circolo del quartiere Libertà di Bari”, le parole di Emiliano quando è stato ascoltato in aula.

“La scelta di Salvini l’ho presa come uno sgarbo istituzionale. Salvini era andato in un quartiere complicato in cui c’è una tensione etnica e criminale molto forte, ma senza passare prima dalle istituzioni – ha poi aggiunto -. Il presidente della Regione non attacca un ministro senza una ragione ferrea, infatti Salvini non mi ha mai risposto. Il destinatario delle mie dichiarazioni era Salvini”.

Legge anti-sindaci, impugnata la norma della Regione Puglia. Emiliano: “Non ci opporremo al Governo”

“Ve lo sto dicendo in anticipo. La giunta regionale, fra poco, deciderà di non resistere dinanzi alla Corte Costituzionale alla impugnazione della legge sui sindaci”.

Lo ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano, intervenendo durante i lavori del Consiglio regionale. Il riferimento è alla norma “anti-sindaci”, approvata nella legge di stabilità regionale e che impone ai sindaci che vogliono candidarsi alle prossime elezioni regionali, di dimettersi 180 giorni prima della scadenza della legislatura.

Per sollecitare una modifica della legge, i sindaci pugliesi avevano dato vita ad un flash mob nell’Agorà del Consiglio regionale lo scorso 21 marzo.

“Su questo punto – ha aggiunto Emiliano – l’Avvocatura ritiene di non avere elementi per resistere e, quindi, se non ci sono suggerimenti da parte vostra – ha detto riferendosi ai consiglieri di entrambi gli schieramenti – la giunta deciderà di non resistere e di non frapporre argomentazioni a confutazione”.

La rivelazione choc di Nancy Dell’Olio: “Emiliano ha provato a baciarmi e mi invitò a casa sua. Scoppiai a piangere”

“Se Emiliano ci ha provato? Certo che ci ha provato”. Il retroscena piccante infuoca il caso di Nancy Dell’Olio. Nella puntata delle Iene in programma questa sera, andrà in onda un’altra intervista all’ex ambasciatrice della Regione Puglia che ha accusato nelle scorte settimane di essere stata presa in giro e raggirata dallo stesso Emiliano.

Il retroscena piccante è ad una serata al Circolo della Vela del 29 maggio 2019. “Al termine della cena  ci spostammo sui divanetti per bere qualcosa. Lì il presidente trasformò il tono del nostro incontro. E ci provò in quell’occasione, in un modo che mi spiazzò. Prese la mia mano e cercò di baciarmi – rivela -. Emiliano mi chiese se volessi andare a casa sua a proseguire la serata, ma gli dissi di no”.

“Quando mi infilai in auto per tornare a casa la mia assistente mi vide sconvolta. Scoppiai a piangere. E piansi a lungo, ero turbata. Ho scritto tutto, date, momenti, su un diario. E questo il presidente Emiliano lo sa”, ha aggiunto. 

Emiliano ha negato tutto. “Mi dà la possibilità di ricevere questa tesi formalmente? Nancy Dell’Olio ha detto che mi deve denunciare, vero? Bene, aspetto questa denuncia. Se devo porgere delle scuse alla signora Dell’Olio? Non ho niente di cui scusarmi”, la replica del presidente della Regione Puglia.

Crisi industriali in Puglia. Ex ilva, Leonardo, polo automotive di Bari e Versalis: incontro tra Emiliano e sindacati

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina ha incontrato presso la Fiera del Levante di Bari i rappresentanti sindacali impegnati in quattro vertenze sul territorio regionale: ex Ilva di Taranto, Leonardo di Grottaglie, Versalis di Brindisi e il polo dell’automotive concentrato nella zona industriale di Bari. Con Emiliano c’erano l’assessora alle Aree di crisi, Serena Triggiani e il presidente del comitato SEPAC, la task force lavoro, Leo Caroli.

“Qualche giorno fa – ha detto Emiliano in conferenza stampa – ho scritto al ministro Urso per chiedergli di poter condividere alcune questioni relative alla situazione industriale della Puglia: i punti di maggiore crisi riguardano soprattutto l’ex Ilva di Taranto, Leonardo a Grottaglie e Versalis a Brindisi.
Per quanto riguarda l’ex Ilva abbiamo il timore che all’interno del processo di cessione della fabbrica a terzi non ci sia la sufficiente garanzia da un lato dei livelli occupazionali, e dall’altro della effettiva realizzazione dei forni DRI e del processo di decarbonizzazione. Come Regione Puglia siamo convinti che sia difficile per il governo assicurare l’adempimento di questi due punti fondamentali, ovvero lavoro e salute, cedendo l’asset tarantino a terzi senza mantenere una partecipazione pubblica rilevante nella compagine sociale dell’azienda. Per quanto riguarda Eni Versalis, con grande rispetto, esprimo perplessità sulla ipotesi, che apparentemente da un punto di vista economico sembra avere una giustificazione, secondo cui c’è una perdita strutturale nella chimica di base italiana che produce un buco da 80-90 milioni di euro l’anno e che determina nei conti dell’azienda una perdita non giustificabile. Premettendo che per ragioni strategiche sull’ex Ilva perdiamo molto di più che 80-90 milioni l’anno, ci chiediamo perché la chimica di base non dovrebbe essere strategica quanto l’acciaio. Chiediamo al ministro di esprimere la sua posizione. Se la chimica di base non ha più margini di economicità in Europa, come sostiene Versalis, il problema non lo si risolve chiudendo gli impianti di cracking, ma cercando di individuare gli elementi per restituire competitività ad un sistema del quale il mercato ha comunque bisogno. Le nostre aziende, anche quelle di Brindisi, hanno bisogno di rifornirsi dei materiali che vengono dalle fabbriche della chimica di base. Ringrazio il ministro Urso che ha immediatamente risposto alla mia lettera convocando un incontro per il 5 marzo.

Per questo motivo, oggi ho riunito tutte le rappresentanze sindacali delle varie vertenze, assieme al presidente della task force per le crisi industriali Caroli e all’assessore Triggiani, proprio per stabilire con tutti i lavoratori quello che la Regione Puglia poi andrà a dire al ministro Urso”.

Secondo l’assessora Triggiani quello di oggi è stato “un altro importante momento di ascolto di tutti i sindacati e di tutte le parti interessate a queste vertenze le cui istanze porteremo, con una voce unitaria, all’incontro con il Ministro Urso in programma nei prossimi giorni. Quest’oggi – sottolinea l’assessora regionale alle Crisi industriali, Serena Triggiani – siamo seduti a un tavolo di confronto con il presidente Emiliano che segue da tempo e in prima linea vertenze così complesse, insieme al Comitato SEPAC presieduto da Caroli e dal mio assessorato con delega alle crisi industriali. Si tratta di situazioni di crisi che riguardano settori produttivi e industriali determinanti sia per la tenuta dell’economia regionale e nazionale sia perché coinvolgono moltissime lavoratrici e lavoratori che meritano attenzione e, soprattutto, un futuro occupazionale certo. Ed è per questo che continueremo ad affrontare con fermezza queste vicende anche a livello nazionale con proposte concrete e ci auguriamo risolutive per la nostra Regione e le industrie che la caratterizzano”.

Ospedali San Cataldo, Moscati e SS. Annunziata: l’appello di Emiliano a Schillaci per potenziare la Sanità tarantina

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato al Ministro della Salute, prof. Oronzo Schillaci, una lettera per una richiesta di finanziamento straordinario per le strutture sanitarie nella città di Taranto.

Nell’area di Taranto – si legge nella lettera di Emiliano a Schillaci – indagini ambientali ed epidemiologiche hanno documentato una compromissione dell’ambiente e dello stato di salute dei residenti con eccessi di mortalità comunale per malattie dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e per diverse sedi tumorali; per queste cause la mortalità e le ospedalizzazioni confermano eccessi nei quartieri più vicini alla zona industriale.

I dati epidemiologici mostrano, in entrambi i generi, eccessi per cause per le quali il ruolo eziologico delle esposizioni ambientali del sito siderurgico è accertato o sospettato sulla base della valutazione a priori delle evidenze epidemiologiche. In particolare, tale circostanza vale per tutte le cause, tutti i tumori (inclusi tumore del polmone e della pleura), le demenze, le malattie del sistema circolatorio (incluse la malattia ipertensiva e la malattia ischemica del cuore), le malattie dell’apparato respiratorio (incluse le malattie respiratorie acute) e le malattie dell’apparato digerente (inclusa la cirrosi epatica). L’analisi dei trend temporali mostra tassi di mortalità superiori alla media regionale, in entrambi i generi; per lunghi periodi i tassi sono superiori anche alla media nazionale.

Il Direttore Generale della ASL di Taranto – prosegue la lettera di Emiliano a Schillaci – ha trasmesso quindi un Programma di attività e investimenti con riferimento a:

a) attivazione nuovo Ospedale San Cataldo: investimenti e assunzione di personale;

b) rifunzionalizzazione Ospedale SS Annunziata di Taranto;

c) istituzione dell’Ospedale di Base presso la città di Statte con relativo Pronto soccorso (Moscati).

A) Nuovo Ospedale San Cataldo. Il nuovo Ospedale si configura come una importante risposta per il territorio tarantino, in termini assistenziali, tale da determinare una offerta più qualificata ed organizzata, avvalendosi anche di tecnologie innovative.

“Appare evidente – si legge – che l’attivazione del nuovo Ospedale richiede specifiche procedure assunzionali, la cui copertura non può essere garantita dai tetti vigenti, nei limiti dello stanziamento massimo previsto dalla normativa vigente in materia. Una stima dei costi del personale necessario si aggira intorno ai 70 milioni di euro.

Gli ultimi dati epidemiologici disponibili rilevano, con riferimento all’incidenza dei tumori (2018-2021), eccessi di rischio rispetto al confronto con il resto della regione in entrambi i sessi per il complesso delle neoplasie, per il tumore del polmone, della vescica, dei melanomi della pelle, dell’encefalo. Importanti eccessi di rischio di ospedalizzazione (dati aggiornati al 2023) si osservano per le patologie cardiovascolari, acute e croniche, le patologie respiratorie, acute e croniche, le patologie dell’apparato digerente. Anche i tassi di prevalenza delle principali patologie croniche (dati aggiornati al 2022) risultano più elevati dei valori regionali. La realizzazione del nuovo Ospedale si inquadra in una strategia nazionale e regionale che punta al potenziamento dell’offerta sanitaria in un territorio caratterizzato, tuttora, da rilevanti criticità nel profilo di salute che richiedono presidi di diagnosi e assistenza di eccellenza al fine di poter corrispondere adeguatamente alla specifica vulnerabilità sanitaria che affligge la popolazione tarantina, e che determina, al momento, anche una mobilità passiva extraregionale importante, con un costo che, nel 2023, è risultato pari a circa 35 milioni di euro. Infatti, il Nuovo Ospedale consentirà di attivare più di 700 posti letto.

B) Ospedale SS Annunziata di Taranto. La Direzione strategica della Asl di Taranto ha previsto la riconversione dell’edificio monoblocco SS. Annunziata di Taranto a seguito del trasferimento delle attività ospedaliera al nuovo ospedale San Cataldo:

1. Attività rete territoriale (DM 77/2022);

2. Attività da concordare con il Comune (avviato un tavolo tecnico). In particolare, la riconversione dell’edificio monoblocco SS. Annunziata di Taranto a seguito del trasferimento delle attività ospedaliera al nuovo ospedale San Cataldo, prevede: • Casa di Comunità HUB; • Ospedale di Comunità (40 posti letto); • Hospice (40 posti letto); • Residenza Sanitaria Anziani (20 posti letto); • RSA R1 (40 posti letto).

C) Ospedale di Base presso la città di Statte con relativo Pronto soccorso. Tenuto conto del bisogno di salute della popolazione della città di Taranto e considerato l’elevato numero di accessi in Pronto soccorso presso l’Ospedale “SS. Annunziata”, si rende necessaria la istituzione di un Ospedale di Base, ai sensi del D.M. n. 70/2015 nella città di Statte, ove attualmente insiste l’Ospedale “Moscati”, con prevalente vocazione oncologica. In particolare, la istituzione dell’Ospedale di Base presso la struttura ospedaliera “Moscati”, consentirebbe di attivare un Pronto Soccorso, rivolto soprattutto alle patologie onco- ematologiche, pneumologiche nonché alle altre patologie riferite prevalentemente alle discipline mediche e non chirurgiche, che determinano un eccessivo sovraffollamento del P.S. dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto.

Infine, per quanto attiene gli accessi in pronto soccorso, si rappresenta che la concentrazione maggiore è riferita all’Ospedale Ss. Annunziata di Taranto (pari al 45% degli accessi quotidiani della Asl di Taranto), pertanto si ritiene che l’attivazione del Pronto soccorso presso l’Ospedale “Moscati” di Taranto, potrebbe alleggerire la pressione quotidiana sul P.S. di Taranto. Tenuto conto, altresì, del bacino di utenza previsto dal D.M. n. 70/2015, si ritiene che sia quanto mai necessario ed indispensabile istituire un Ospedale di base presso la città di Statte, con la relativa attivazione del Pronto soccorso”.

Le spese aggiuntive previste dal 2026 riguardano il nuovo ospedale San Cataldo, comprese le attività di Sanitaservice per 72.284.420 euro.

Per il “Moscati” (secondo pronto soccorso) saranno necessari altri 10.503.858 euro, per un totale di 82.788.279 euro .

Per la rifunzionalizzazione del “SS.Annunziata”, con adeguamento antisismico saranno necessari infine una tantum 19.759.439 euro

“Pertanto – scrive Emiliano al ministro – si chiede una deroga rispetto ai vigenti limiti di spesa per poter procedere con quanto necessario. Per sostenere le attività illustrate, si ritiene che, considerati i vigenti vincoli di spesa, nonché le prescrizioni del Piano di rientro, sia necessario chiedere uno specifico finanziamento al Ministero della Salute, in deroga ai vincoli di spesa, soprattutto per quanto attiene il piano assunzionale, attraverso una specifica norma di legge”. In allegato, le schede a cura della Asl Ta.

Nancy Dell’Olio denuncia Emiliano: “Promesse tradite e mai scuse. Sono stata presa in giro”

Nancy Dell’Olio, che per qualche anno ha ricoperto l’incarico di ambasciatrice della Puglia nel mondo, ha deciso di denunciare il governatore Michele Emiliano perché – spiega in una intervista al Corriere del Mezzogiorno – le fu “promesso” che il suo contratto con la Regione sarebbe stato rinnovato ma, afferma, “mi hanno presa in giro.

C’è stata malafede”. “Dopo varie proroghe semestrali – ricostruisce Dell’Olio – per un anno e mezzo ho lavorato aspettando che il bando venisse in qualche modo riproposto e l’accordo formalizzato. Vai avanti, mi dicevano. E io andavo avanti, nell’interesse della Puglia. Mi hanno presa in giro. C’è stata malafede”.

L’ex ambasciatrice di Puglia ricorda di avere inviato circa un anno fa a Emiliano e alla Regione una lettera di diffida ma, spiega, non ha ricevuto “nessuna” risposta. Secondo quanto riferito nell’intervista, Dell’Olio firmò il suo contratto nel 2019 sulla base di un “bando in cui era previsto l’inserimento in Pugliapromozione di una figura senior, con contratto di sei mesi da rinnovare di volta in volta”. L’inizio dell’incarico, l’8 luglio, venne sancito nell’ambasciata italiana a Londra.

Poi alla fine del 2020 l’allora assessore alla Cultura e al Turismo, l’ex ministro Massimo Bray, “commissariò Pugliapromozione e la affidò per tre mesi all’avvocato Renato Grelle che sospese tutte le proroghe dei contratti” ricorda dell’Olio spiegando che “tutti mi rassicurarono” che il suo contratto sarebbe poi stato rinnovato. “Sarebbe bastato dirmi – afferma – ‘avvocata Dell’Olio, la sua consulenza non è più necessaria’. Mi fidavo, col senno di poi non avrei dovuto”.

Dell’Olio dice infine che ha cercato “di parlare con Emiliano senza successo. Mi venne accennato un accordo a tre anni ma con un compenso ridimensionato. Vinsi un nuovo bando con il Teatro Pubblico, però la nomina non partì. Cominciai a star male. Per questa storia sono in cura da un neurologo da circa due anni”.