Bari, Sandrino torna a parlare: “Visita di Emiliano e Leccese prima del mio arresto. Anche Laforgia chiese voti”

“Non intendo lanciare alcuna sfida alla Procura, come impropriamente scrivono alcuni giornali. Non è nel mio stile né avrei il potere di farlo. Attendo solo che la giustizia faccia il suo corso e che questa inchiesta in cui sono coinvolto in prima persona veda la parola fine. Tengo a precisare che nutro il massimo rispetto per i giudici e ho la massima fiducia nel loro operato. Mi considero ormai fuori dalla politica e da qualsiasi ruolo o incarico, non coltivo particolari ambizioni da questo punto di vista in attesa degli esiti dell’inchiesta giudiziaria a mio carico”.

Sandrino Cataldo, marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia ed ex numero uno di Sud al Centro, torna a parlare. Lo fa in un’intervista concessa all’Edicola del Sud. Era finito ai domiciliari il 4 aprile nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari in quanto considerato il promotore di un’organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020, prima di tornare libero in estate.

“Ho appreso dalla stampa le dichiarazioni di Vito Labianca che comunque è e resta persona con la quale c’è un vero rapporto di amicizia. Intanto devo precisare che Sud al Centro, un movimento civico che negli anni è cresciuto, si è affermato e che ha contribuito al successo elettorale degli schieramenti, non poteva essere rappresentato in via esclusiva dal sottoscritto. Principi e obiettivi sono sempre stati ampiamente condivisi da diverse persone, da iscritti, simpatizzanti e amministratori comunali del territorio che in questi anni hanno aderito al movimento. Mi sono dimesso dalla carica di segretario organizzativo all’indomani dell’inchiesta e non intendo interessarmi in questo particolare momento storico. Ribadisco, non intendo sfidare nessuno poiché non c’è nessuno da sfidare. Ritengo che il futuro di Sud al Centro sia nelle mani di coloro che hanno aderito nel corso di questi anni a un progetto politico basato sul civismo, di amministratori e politici che hanno compreso i bisogni dei cittadini all’interno di un contenitore di idee che è cresciuto e si è diffuso in tutta la provincia di Bari. E questo è un dato concreto – le sue parole -. Le dichiarazioni e le accuse da parte del sindaco di Bari, alla luce dei rapporti che egli intratteneva regolarmente con Sud al Centro, ci sembrano del tutto inopportune e strumentali. Mi chiedo cosa possa essere cambiato o se gli uomini cambino a seconda delle circostanze. È molto strano che adesso si facciano queste considerazioni quando, in occasione dell’ultimo incontro, ho addirittura ceduto a Leccese la mia sedia in segno di ospitalità e rispetto».

“Credo sia opportuno fare dei passaggi ai mesi precedenti e nell’immediatezza dell’inchiesta. In quel periodo, come tutte le forze politiche dell’area progressista, avevamo interlocuzioni con entrambi i candidati, Vito Leccese e Michele Laforgia – ha aggiunto -. Con loro abbiamo avuto anche diversi incontri che si sono tenuti nella nostra sede in via De Giosa. Il giorno prima del mio arresto l’attuale sindaco Leccese era venuto a farci visita insieme con il governatore Michele Emiliano alla presenza di tutti i componenti del direttivo di Sud al Centro. In quella occasione l’attuale sindaco ci chiese il sostegno nella prospettiva delle primarie che si sarebbero dovute svolgere. Il mese precedente fu sempre Leccese, all’epoca capo gabinetto del sindaco Antonio Decaro, a convocarmi nel suo ufficio per chiedere il sostegno ufficiale di Sud al Centro alla sua candidatura. Dieci giorni prima del mio arresto, sempre Vito Leccese, venne a farci visita presso l’ufficio dove lavoravo. Del resto, in un periodo pre-elettorale, questi incontri erano del tutto fisiologici alle candidature a sindaco. Un ulteriore incontro con Leccese lo ebbi, insieme con i rappresentanti di Sud al Centro, allo Showville, in occasione della manifestazione di presentazione della sua candidatura che venne ufficializzata proprio in quella circostanza. Lo stesso Michele Laforgia, sempre due giorni prima del mio arresto, venne a farci visita in sede per chiederci il sostegno alle primarie. Con Leccese ho sempre avuto ottimi rapporti. Nel corso di questi ultimi dieci anni mi sono sempre confrontato con lui per questioni di natura politica e che avevano a che fare con il Comune di Bari. Michele Laforgia lo conoscevo meno dal punto di vista politico. Ricordo che in una occasione mi invitò a una manifestazione politica da lui organizzata nel porto di Bari. Successivamente ho avuto modo di incontrarlo in altre tre o quattro occasioni, compreso l’incontro nella sede del movimento. Ricordo perfettamente che il giorno del mio arresto avevamo in programma, alle 10 del mattino, un direttivo nel quale avremmo dovuto sciogliere le nostre riserve e indicare il candidato da sostenere alle primarie. Non è stato più possibile per ciò che è poi accaduto”.

Emiliano: “No al terzo mandato mi archivio e tiro fuori da solo. Decaro erede? Non ho capito cosa vuole fare”

“Terzo mandato? La questione non è tecnica, io sono candidabile. La nostra legge elettorale non è stata mai adeguata al limite dei mandati, se lo facessimo il conteggio ripartirebbe da zero. Il punto è politico. Io ho investito nella costruzione della generazione successiva e questa generazione è pronta. Imporre il nome del Presidente uscente sarebbe un atto politicamente sbagliato. Io sono dell’idea che politicamente sia necessario cambiare e per questo mi tiro fuori. Anche perché vorrei evitare di farmi archiviare dagli altri: voglio archiviarmi da solo. Deve finire bene”.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, lo ha annunciato nell’intervista rilasciata nella puntata del Graffio che sarà trasmessa domani, venerdì 25 ottobre su Telenorba. “Ritengo giusto che io mi occupi di qualche altra cosa, con altri ruoli politici”, ha aggiunto il governatore. “Ad esempio vorrei capire con il fronte progressista se ci sono le condizioni nel 2027 per dare al Paese un governo diverso. Questo è un discorso che mi interessa Decaro? Penso che sarebbe il candidato naturale, ma non ho capito cosa voglia fare. Il successo elettorale e il conseguente ruolo prestigioso che gli è stato riconosciuto credo lo abbia messo in difficoltà. Dovrà ragionarne con sé stesso, con la sua famiglia e, se vorrà, con me”.

SS16 Bari-Mola di Bari e ss100: la Regione Puglia scrive al ministro Salvini per il commissariamento degli interventi

Il presidente della Giunta regionale, Michele Emiliano, e l’assessore ai Trasporti e alla Mobilità sostenibile, Debora Ciliento, hanno inviato una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e per conoscenza al ministro dell’Economia e Finanze, ad Anas e Ansfisa, per chiedere la nomina di uno o più commissari straordinari per la realizzazione dei seguenti interventi, presenti nel contratto di programma MIT-Anas 2021-2025 e ritenuti strategici dalla Regione Puglia e perciò inseriti nel Piano Attuativo del Piano Regionale dei Trasporti 2021-2030:

a) SS 16 Adriatica – Tronco Bari-Mola di Bari. Variante nel tratto compreso tra Bari e Mola con adozione della sezione stradale B (D.M. 5/11/2001);

b) SS 100 di Gioia del Colle – Completamento funzionale e messa in sicurezza tra i km 44+500 e 52+600 (San Basilio) con sezione di tipo B;

c) SS 100 Bari – Taranto. Completamento funzionale e messa in sicurezza con sez. tipo B dal km 52, 200 fino al km 66,600 (conclusivo della SS 100) con immissione sulla nuova arteria SS 106 DIR/S.S. 7 in territorio di Palagiano.

La possibilità di chiedere il commissariamento si giustifica alla luce del Decreto-Legge 29 giugno 2024, n. 89 convertito con modificazioni dalla L. 8 agosto 2024, n. 120, che consente la nomina di uno o più commissari straordinari per la realizzazione o il completamento di opere connesse o strumentali ai progetti di cui all’art. 1, comma 1, del DLgs 10 luglio 2023, n. 101, cioè progetti sui Corridoi della rete centrale, individuati ai sensi dell’art. 44, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2013, il cui costo totale supera i 300.000.000 di euro.

Il Corridoio della rete centrale di riferimento è quello denominato “Scandinavia-Mediterraneo”, Allineamento “Livorno/La Spezia – Firenze – Roma – Napoli – Bari – Taranto – Valletta”, che comprende, a parte le opere relative al collegamento ferroviario Napoli-Bari che certamente supera di gran lunga la soglia dei 300.000.000 di euro, altri interventi relativi all’interconnessione con i porti (tra cui Bari e Taranto) e allo sviluppo delle piattaforme multimodali.

“Da Bari in direzione Taranto è possibile riscontrare tratte stradali e ferroviarie, terminali di scambio ferro-gomma, nodi urbani, porti e aeroporti, tutti appartenenti principalmente alla rete Core e in via residuale alla rete Comprehensive – scrivono il presidente Emiliano e l’assessore Ciliento -. L’intervento che riguarda la variante Bari-Mola di Bari della SS 16 è già inquadrato nell’ambito della rete Comprehensive e, pertanto, già per definizione è strettamente connessa e strumentale alla rete Core ferroviaria e stradale, al nodo urbano, portuale e aeroportuale di Bari e facilita i collegamenti da e per il nodo di Taranto. I due interventi sulla SS 100 sono anch’essi connessi e strumentali alla rete Core autostradale della A14 Bari-Taranto e alla rete Core ferroviaria Bari-Taranto, oltre che funzionali a garantire l’accessibilità ai nodi urbani/portuali di Bari e Taranto”.

“I tre progetti presi a riferimento sono tutti caratterizzati da un elevato grado di complessità progettuale, da una particolare difficoltà esecutiva e attuativa, da complessità delle procedure tecnico-amministrative, inoltre comportano un rilevante impatto sul tessuto socio-economico a livello nazionale, regionale o locale – si legge nella nota -. Non va poi trascurato il fatto che il tratto della SS 100 non ancora ammodernato è attualmente sotto la vigilanza dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali (Ansfisa), a causa degli eventi mortali che si sono manifestati con frequenza preoccupante. L’urgenza è perciò giustificata anche dalla necessità di dare attuazione al D.Lgs 35 del 2011 recante disposizioni in materia di ‘Gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali’”.

Commissariare i tre interventi comporterebbe quindi l’accelerazione degli iter autorizzativi, favorirebbe il reperimento delle risorse necessarie alla loro realizzazione, poiché al momento o non disponibili o affatto sufficienti, e permetterebbe ad Anas di iniziare a lavorare per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di tre tratti di strade statali fondamentali per la sicurezza degli automobilisti e per il rilancio economico e turistico di aree importanti della nostra Puglia, quali la provincia jonica e il sud barese.

Emiliano attacca la premier Meloni: “Non è a Bari perché evita di parlare della manovra lacrime e sangue”

“Ho l’impressione che la premier Meloni ha anche evitato di venire qui fisicamente perché avrebbe dovuto rispondere alle domande sulle sue scelte politiche sulla legge di bilancio. Invece, siccome è un dramma, in questo momento non sa ancora esattamente cosa deve dire agli italiani. Lo farà a tempo debito. Ho capito che ha questa necessità di riflettere su questa catastrofe economico-finanziaria che deve gestire”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano parlando con i giornalisti a margine della giornata conclusiva del Festival delle Regioni a Bari.

“Sinceramente, questo – ha aggiunto il governatore – era il momento di venire a guardare in faccia governatori, sindaci e cittadini e dire le cose come stanno. Questa è una manovra lacrime e sangue e non potevamo certo avallarla”.

Slitta due volte il blitz della Meloni a Bari, Emiliano ricorda: “In tanti attendono la firma del Patto per la Puglia”

“Voglio evitare di dare scuse di qualunque genere a chiunque, perché alle volte non si rendono conto che c’è tanta gente in attesa del Patto per la Puglia, compresa la scuola, perché questa manifestazione è stata fatta anche utilizzando soldi che hanno quella origine. Sono tante le cose che sono ferme da due anni e adesso speriamo che, superate tutte le emergenze di governo, si possa arrivare alla firma”.

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Bari a margine dell’inaugurazione della fiera Didacta Italia-edizione Puglia, rispondendo a una domanda sul possibile rinvio della firma con la premier Giorgia Meloni del Patto per la Puglia che sbloccherebbe le risorse del fondo di coesione.

La premier, in un videomessaggio durante la cerimonia di inaugurazione della Fiera del Levante, lo scorso 28 settembre, aveva annunciato che presto avrebbe firmato il patto di coesione anche con la Puglia. E si era ipotizzato che l’intesa sarebbe stata siglata in occasione del Festival delle Regioni in programma a Bari dal 19 al 22 ottobre prossimi. Al momento, però, nel programma ufficiale dell’evento non è prevista la presenza della presidente del Consiglio.

Bari, Emiliano a processo per diffamazione all’ex consigliere Cipriani. De Santis (PD): “Era arrabbiato con Salvini”

Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, è a processa con l’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex consigliere comunale Luigi Cipriani, presidente del movimento politico Riprendiamoci il futuro. I fatti risalgono al 13 settembre 2018 quando Emiliano nel programma “Viva l’Italia” su Rete 4, aveva insinuato un legame tra l’ex consigliere comunale di Bari, Luigi Cipriani, e il suo movimento politico con la criminalità organizzata operante nel quartiere Libertà. Frase che venne riportata da alcune testate giornalistiche locali.

Nell’ultima udienza di ieri è toccato a Domenico De Santis, segretario regionale del Pd e vicecapo di gabinetto del presidente della Regione Puglia, testimoniare. “Emiliano era molto arrabbiato con il ministro Salvini per questo sgarbo istituzionale, perché invece di incontrare le istituzioni, il ministro dell’Interno fece un incontro politico”, le sue parole riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. Il processo è ormai alle battute finali, Cipriani si è costituito parte civile. Gli altri tre testimoni, l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e il parlamentare Claudio Stefanazzi, non si sono presentati in aula per impegni istituzionali e saranno citati di nuovo per la prossima udienza in programma il 9 gennaio.

Conti dei politici spiati, inchiesta a Bari: 7mila accessi tra il 2022 e il 2024. Emiliano: “Nessuno mi ha avvertito”

Inchiesta della procura di Bari su un ex dipendente bitontino di Intesa Sanpaolo che avrebbe effettuato oltre 6mila accessi a conti correnti, “tutti abusivi”. Nel mirino ci sono finiti militari, vip e soprattutto politici a partire dalla premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, capo della segreteria politica di FdI e anche l’ex compagno, il giornalista Andrea Giambruno, i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il procuratore della Dna Giovanni Melillo e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Nessuno mi ha avvertito di nulla”, ha fatto sapere il presidente della Regione che appare nell’elenco assieme ad altri parlamentari pugliesi di maggioranza e opposizione.

Sono solo una parte delle migliaia di nomi titolari di conti correnti – ricostruisce il quotidiano – sbirciati e monitorati dall’ex dipendente della banca. Il funzionario, licenziato lo scorso 8 agosto dopo l’apertura di un procedimento disciplinare, rischia grosso, visto che potrebbe aver violato la segretezza di dati ipersensibili su personalità politiche. Al licenziamento è seguito l’avvio di un procedimento di indagine, ancora in corso, da parte della procura di Bari. Secondo il quotidiano la procura sta cercando di capire il perché di questi accessi illegali, una domanda che al momento rimane senza risposta. La mole degli accessi sarebbe enorme e a differenza di quanto accaduto nel caso dell’indagine di Perugia sulla fuga di notizie, non si tratta, spiega ancora Domani, di segnalazioni di operazioni sospette della Uif o di dati di inchieste giudiziarie, ma di notizie molto più private e delicate, come i movimenti dei conti correnti.

Gli accessi sarebbero stati quasi settemila, realizzati tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024, e avrebbero più in particolare riguardato gli oltre tremilacinquecento clienti portafogliati di 679 filiali di Intesa Sanpaolo, sparse in tutta Italia. Tra i nomi anche quello del governatore del Veneto Luca Zaia, del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, di ufficiali dell’Arma e della Guardia di finanza. L’indagine è partita quasi per caso, grazie al lavoro della sicurezza della banca, che si è accorta che qualcosa non andava. Adesso toccherà alla magistratura e al Garante per la privacy, dove pende una denuncia della banca, far luce sulle possibili conseguenze di quanto accaduto.

“Un’altra inchiesta in cui al centro ci sarebbero accessi illegali ai conti correnti di numerosi esponenti politici. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo su un ex dipendente di Banca Intesa Sanpaolo, accusato di aver effettuato oltre seimila accessi non autorizzati ai conti correnti. In Italia, a quanto pare, spiare sta diventando uno sport nazionale: è evidente, quindi, che non sia più procrastinabile intervenire con l’inasprimento delle pene e con regole più restrittive. Ci lavoreremo con serietà: è una questione intollerabile”. Lo afferma in una nota il vicepresidente della Commissione nazionale Antimafia, Mauro D’Attis, a proposito della notizia sull’inchiesta sugli accessi illegali a conti correnti bancari di politici e altri personaggi pubblici di Intesa Sanpaolo

“La recente inchiesta aperta dalla Procura di Bari, che riguarda l’accesso illecito ai conti correnti di politici e altre figure di rilievo, solleva preoccupazioni profonde non solo per la privacy delle persone coinvolte, ma anche per la sicurezza dei cittadini in generale.” Lo afferma in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti. “Questo episodio – continua – evidenzia quanto sia essenziale garantire una protezione adeguata dei dati personali in un’epoca in cui le informazioni sono vulnerabili a violazioni su vasta scala. Confidiamo che le autorità competenti portino avanti le indagini con la massima trasparenza, affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto e si possano rafforzare i sistemi di sicurezza a tutela non solo dei rappresentanti delle istituzioni, ma di tutti i cittadini.” Conclude poi Ancorotti: “È fondamentale che simili episodi non si ripetano e che la fiducia nelle nostre istituzioni bancarie e nella tutela dei dati personali venga preservata”.

“Sconvolge ma purtroppo non stupisce la nuova inchiesta portata alla luce dal quotidiano Domani dalla quale emerge che i conti correnti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di ministri, magistrati e imprenditori, venivano spiati da un dipendente di banca infedele. Si parla di oltre seimila operazioni non autorizzate e in violazione della privacy che interessano i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto e molti altri. L’auspicio è che la magistratura faccia presto chiarezza sull’accaduto per stabilire se ci troviamo di fronte a uno scandalo di portata maggiore, che si aggiunge all’inchiesta di Perugia sul dossieraggio ancora aperta e tutta da verificare”. Così il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli.

Spia i conti bancari, nei guai ex dipendente Intesa Sanpaolo di Bitonto: tra loro Emiliano e Meloni. Inchiesta a Bari

Un bitontino risulta indagato per aver spiato migliaia di conti bancari, tra qui quelli della premier Meloni, di sua sorella Arianna, del suo ex compagno Giambruno e dei ministri Santanché e Crosetto.

Ma non solo. Nella lista ci sono anche il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, Ignazio La Russa, Raffaele Fitto, Luca Zaia, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, i nomi di alcuni sportivi, militari e imprenditori. L’inchiesta è curata dalla Procura di Bari, come riportato dal quotidiano Domani. Lo scorso 8 agosto il funzionario della banca è stato licenziato, ma rischia grosso dopo aver violato nel norme sulla privacy. L’indagine è nata dalla denuncia di un correntista, resta da capire perché lo abbia fatto e se ci sono altre persone coinvolte.

Sanità Puglia, il Governo impugna la legge regionale sulla vaccinazione contro il papilloma virus: l’ira di Emiliano

“L’impugnativa del governo nazionale nei confronti della legge regionale pugliese che promuove la vaccinazione contro il papilloma virus e introduce misure di prevenzione per il carcinoma del collo dell’utero rappresenta non solo un attacco alle competenze legislative della Regione Puglia, ma anche una chiara disconnessione dalla realtà sanitaria e sociale che viviamo. La legge regionale n. 22 del 30 maggio 2024 si fonda su un principio etico: proteggere la salute dei cittadini, in particolare dei più giovani. È inaccettabile che il governo, guidato da una visione miope, scelga di opporsi a iniziative che mirano a garantire una vita più sana ai pugliesi”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

“La legge pugliese non impone obblighi, ma richiede un’informazione consapevole e responsabile, stabilendo che l’iscrizione scolastica sia subordinata alla presentazione di documentazione riguardante la vaccinazione contro l’HPV, con la possibilità che ci si rifiuti di presentarla, nel rispetto, perciò, del diritto di scelta – le parole del vice presidente Raffaele Piemontese -. Questo approccio educa e informa, elementi fondamentali per combattere la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione. Ci saremmo aspettati cooperazione non l’ennesima impugnazione di legge regionale”.