Fermato a Barcellona con 10 chili di droga, condannato 27enne di Monopoli. No all’estradizione: “Ha due figli”

La Corte di Appello di Bari ha rifiutato la richiesta di estradizione del Tribunale di Barcellona per portare un 27enne di Monopoli in un carcere spagnolo e fargli scontare la condanna a 3 anni e un giorno, inflitta dopo che il 15 gennaio 2020 fu sorpreso alla stazione dei bus di Barcellona con quasi dieci chili di droga dal valore di 53mila euro.

Fu arrestato ma presto ottenne la scarcerazione e, in attesa del processo, fece ritorno in Italia. Nel 2021 è arrivata la condanna e la multa inflitta di 60mila euro. Nei mesi scorsi è arrivata la richiesta di estradizione e il no dei giudici baresi. Il 27enne sconterà la pena in Italia anche perché lavora e ha due figli.

Manager russo arrestato al porto di Bari, respinta l’estradizione: “Mosca è in guerra”

La Corte di Appello di Bari ha respinto la domanda di estradizione proposta nei confronti del 71enne Gennadii Lisovichenko, dirigente russo arrestato nel porto di Bari su mandato di arresto internazionale emesso dall’autorità giudiziaria della Federazione russa. L’uomo, in carcere dal 20 gennaio al 25 febbraio e poi agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico in provincia di Bari, è tornato libero dal 18 marzo. I giudici hanno depositato per il momento solo il dispositivo della sentenza, le cui motivazioni si conosceranno nelle prossime settimane.

L’ex dirigente del settore petrolchimico è accusato di «abuso di potere della persona che svolge funzioni di direzione in organizzazioni commerciali» e tentata frode, per vicende relative a presunti raggiri societari risalenti al 2018. La stessa Procura generale di Bari aveva chiesto il rigetto della domanda di estradizione, «considerata la fuoriuscita, in data 10 marzo 2022, della Federazione russa dal Consiglio d’Europa che annovera tra le proprie finalità la “Tutela dei diritti dell’uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto” – ha sostenuto il sostituto pg Giannicola Sinisi – nonché l’attuale impegno dello stesso Paese sul fronte di guerra con la confinante Ucraina».

La difesa di Lisovichenko, con gli avvocati Fabio Schino e Andrea Saccucci, ha invece depositato una corposa memoria basata su diversi motivi, tra i quali le precarie condizioni di salute dell’indagato, anch