Evade dai domiciliari, trovato per strada con una pistola carica e taglierino: arrestato 64enne di Manduria

Un 64enne di Manduria (Taranto), evaso dagli arresti domiciliari, è stato trovato per strada dalla polizia con una pistola semiautomatica munita di caricatore, 5 cartucce e colpo in canna, altri due caricatori per la stessa arma con 7 colpi ciascuno, un taglierino e oltre 6mila euro in contanti.

L’uomo è stato arrestato per i reati di evasione, porto illegale di armi e munizioni e porto di arma od oggetti atti ad offendere. Gli agenti del commissariato di Manduria, dopo aver accertato l’assenza ingiustificata dalla sua abitazione, hanno avviato le ricerche rintracciando il 64enne nelle immediate vicinanze di una carrozzeria.

L’uomo ha messo una mano nella tasca dei pantaloni come per prendere qualcosa, ma è stato subito immobilizzato. I poliziotti hanno sequestrato la pistola, le munizioni, il taglierino e la somma di denaro. Il 64enne è stato quindi accompagnato al carcere di Taranto in attesa dell’udienza di convalida.

Tassa di soggiorno a Bari, nel 2024 incassati 3,6 milioni. Dalla lotta all’evasione 16 milioni nelle casse del Comune

Nel corso del 2024 il Comune di Bari ha incassato 3,6 milioni dall’imposta di soggiorno introdotta il primo ottobre 2023. Dalla lotta all’evasione sono arrivati, invece, 16 milioni di euro, il 60% in più rispetto al 2023, quando erano stati recuperati dieci milioni.

Sono alcuni dei dati contenuti nel rendiconto di gestione 2024 presentato oggi dall’assessore al Bilancio e alla fiscalità locale, Diego De Marzo, e dal direttore della ripartizione Servizio finanziario, Giuseppe Ninni. Quanto alle spese di investimento, al termine dell’esercizio finanziario 2024 le spese in conto capitale ammontano a 106 milioni di euro, in linea con il 2023, e – spiega il Comune – “forniscono la misura complessiva dei cantieri aperti in tutta la città al 31 dicembre 2024, che quota circa 237 milioni di euro”.

Contemporaneamente, continua a ridursi il debito di finanziamento dell’ente: lo stock di debito al 31 dicembre 2024 è pari a 75 milioni di euro (meno 7,4% rispetto al 2023). Dal documento emerge inoltre che la disponibilità di cassa complessivamente a disposizione dell’ente è di oltre 377 milioni di euro, con un incremento del 26,51% rispetto al 2023 (298 milioni), del 9,1% rispetto al 2022 (343 milioni), del 27% rispetto al 2021 (270 milioni) e del 61% rispetto al 2020 (234 milioni). Nel quinquennio 2020/2024, quindi, la liquidità del Comune di Bari è aumentata di oltre 143 milioni di euro.

Dal rendiconto di gestione si evince che i crediti dell’ente ammontano a circa 470 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 490 milioni di euro registrati al termine dell’esercizio 2023.

Quanto ai crediti di natura tributaria, in particolare, nel 2024 sono diminuiti di circa 13 milioni rispetto al 2023. “Migliora la capacità di riscossione dell’ente, si riducono i residui attivi, aumentano gli introiti dell’attività di recupero dell’evasione, cala lo stock di debito, si riducono i tempi di pagamento e il debito complessivo da transazioni commerciali”, commenta de Marzo.

Controllati 60 B&b nel Barese, l’85% ha evaso il Fisco: 4 milioni non dichiarati. Scoperte 7 strutture abusive

Attività di affittacamere sconosciute al fisco. Strutture organizzate come alberghi ma dichiarate come a conduzione famigliare. Guadagni incassati ma dichiarati solo in parte o omessi in fase di dichiarazione dei redditi. Sono complessivamente 60 le strutture ricettive del Barese, controllate lo scorso anno dalla guardia di finanza di Bari.

Si tratta di B&B oppure affittacamere che nell’85% dei casi avrebbero violato le norme tributarie presentando dichiarazioni dei redditi con importi differenti rispetto a quelli realmente incassati.

L’attività di contrasto all’illegalità, ha consentito di scoprire sette strutture abusive, 4 milioni di euro di redditi non dichiarati, un mancato versamento Iva pari a 650mila euro e “1,2 milioni di euro di redditi oggetto di ravvedimento operoso con versamento a titolo di imposte e sanzioni di oltre 350.000 euro”, spiega la guardia di finanza.

Accanto a violazioni penali e tributarie contestate ai gestori delle attività irregolari, i militari hanno accertato violazioni anche amministrative come “l’omessa esposizione della targhetta identificativa della tipologia, del codice alloggio e del tariffario aggiornato”.

In 11 casi inoltre le strutture non avrebbero identificato e registrato gli ospiti con la conseguente violazione del Tulps, testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Evasione dal carcere di Nuoro, processo immediato per l’ex boss Marco Raduano: in 8 alla sbarra

Giudizio immediato per Marco Raduano, ex boss della mafia di Vieste (Foggia) dal marzo del 2024 collaboratore di giustizia, e per Gianluigi Troiano, suo ex braccio destro, arrestato il 31 gennaio del 2024 a Granada (Spagna) divenuto anche lui un ‘pentito’.

Insieme a loro altri sei viestani accusati, a vario titolo, di aver favorito la latitanza dell’ex boss Raduano, evaso dal carcere di massima sicurezza Badu e Carros il 24 febbraio del 2023, calandosi dal muro di cinta.

Fu catturato quasi un anno più tardi, il primo febbraio del 2024, in Corsica mentre stava andando a cena in un ristorante. Lo ha deciso il gup del tribunale di Bari Gabriella Pede che ha accolto la richiesta del della Dda. Il processo si svolgerà a Foggia: la prima udienza è fissata il 10 aprile prossimo.
Dopo l’arresto di Troiano e Raduano, divenuti collaboratori di giustizia, gli investigatori ricostruirono il traffico di stupefacenti e il favoreggiamento della latitanza di Raduano.

I due collaboratori di giustizia, Raduano e Troiano, sono accusati di traffico transazionale di droga e nello stesso procedimento Raduano e altri due indagati sono accusati di aver incendiato, nell’ottobre del 2023 a Vieste, l’auto della madre di un collaboratore di giustizia.

Secondo l’accusa, gli altri sei indagati avrebbero fornito e garantito a Raduano appoggi logistici e coperture, ospitalità anche per il tramite di terzi, apparecchi telefonici anche criptati, auto, denaro e informazioni utili ad eludere eventuali i controlli. Prima del 10 aprile gli indagati potrebbero chiedere il giudizio abbreviato. Parti offese il Ministero della Giustizia, il Comune di Vieste, il Ministero della Salute e la vittima dell’atto incendiario.

Bari, il Comune avvio progetto per ridurre l’evasione della TARI da parte dei nuovi residenti: le info

Su proposta della vicesindaca e assessora ai Servizi demografici Giovanna Iacovone, la giunta comunale ha approvato ieri il progetto “Nuovi cittadini 2024/2026”, finalizzato a ridurre l’evasione relativa alla TARI affiancando all’attività ordinaria di accertamento e riscossione, un ulteriore approccio di natura preventiva, grazie alla collaborazione trasversale della ripartizione Servizi demografici e della ripartizione Tributi. Il Comune di Bari, annualmente, è interessato dall’iscrizione di circa 5.000 nuovi cittadini (3.500 famiglie) che, provenendo da altri Comuni o dall’estero, decidono di trasferire a Bari la propria dimora abituale.

Tale circostanza comporta che i nuovi cittadini debbano, da un lato, presentare dichiarazione di residenza all’Ufficio Anagrafe entro venti giorni dalla data di trasferimento (come previsto all’art. 13 del DPR n. 223/1989), dall’altro, presentare denuncia per il pagamento della TARI entro il primo giorno del quarto mese successivo alla data di inizio del possesso, occupazione o detenzione dell’immobile assoggettabile al tributo (ai sensi degli artt. 29 e 30 del vigente regolamento TARI del Comune di Bari).

Tuttavia, dall’incrocio della banca dati TARI con il dataset delle iscrizioni di famiglie provenienti da altri Comuni o dall’estero, è emerso che ogni anno, a ridosso della scadenza fissata, soltanto un terzo delle famiglie interessate presenta spontaneamente regolare denuncia TARI. Si tratta dunque di un fenomeno che comporta la creazione di nuove sacche di potenziale evasione e che l’amministrazione intende affrontare con la realizzazione del progetto obiettivo, approvato ieri dalla giunta per favorire l’adempimento degli obblighi contributivi da parte dei nuovi cittadini baresi.

“Il progetto Nuovi cittadini – spiega Giovanna Iacovone – è il frutto di un impegno interdisciplinare che abbiamo voluto mettere in campo per provare a colmare il mancato introito della Tari che nella nostra città, come in molte altre, si aggira annualmente intorno al 30%. Un dato significativo che, se in parte è da ascriversi alla mancata volontà dei nuovi baresi di ottemperare agli obblighi contributivi, in parte dipende dalle banche dati di cui disponiamo, non sempre aggiornate e allineate.

Grazie a questo progetto, quindi, potremo implementare le attività intersettoriali attraverso l’incrocio dei dati anagrafici dei nuovi iscritti con il database delle denunce TARI e aggiornare la banca dati TARI con le informazioni anagrafiche e catastali rivenienti dalle nuove denunce, realizzando al contempo un’azione di moral suasion sui nuovi cittadini da affidare a una campagna di comunicazione ad hoc e a un sistema informativo e di supporto dedicato. Conoscere con esattezza l’ammontare complessivo delle denunce attese, individuare ogni mancata denuncia e prevenire ogni tentativo di evasione tributaria sono gli output attesi del progetto, per il quale ringrazio l’assessore De Marzo e il personale delle due ripartizioni coinvolte.

Il recupero dell’evasione è non solo un atto dovuto ma anche un’azione di equità nei confronti della stragrande maggioranza dei cittadini baresi che ottempera ai propri doveri e che deve poter contare su servizi pubblici adeguati ed efficienti. Se pensiamo che nel 2021 su 66 milioni attesi per la TARI ne sono stati incassati 47, è facile capire come le sacche di evasione rappresentino a tuti gli effetti un danno per la comunità amministrata”.

“Si tratta di un progetto importantissimo per la nostra città – commenta l’assessore al Bilancio e Fiscalità locale Diego de Marzo -. Abbiamo iniziato sin da subito un lavoro complesso e delicato sulla lotta all’evasione fiscale creando sinergie con un apposito gruppo di lavoro. Il progetto Nuovi cittadini e il conseguente incrocio delle banche dati tra Tributi e Servizi demografici rappresenta un altro importantissimo passo avanti che sarà effettuato proprio per aumentare la capacità di riscossione dell’ente, obiettivo che rappresenta un pilastro per il presente e il futuro di ogni amministrazione”.

Nel dettaglio il progetto Nuovi cittadini prevede che, per accrescere la propensione al pagamento della TARI da parte dei nuovi contribuenti, si proceda sia con l’espletamento della regolare attività di accertamento e riscossione, unitamente a una corretta attività di programmazione e di controllo, sia con un “input autorevole” da parte dell’ente che possa persuadere i nuovi cittadini del valore etico dell’adempimento tributario, inducendoli al comportamento atteso.

A tal fine sarà promossa una campagna di comunicazione in grado di far leva sul sentimento di solidarietà sociale ed economica, coerentemente con il dettato costituzionale, e sarà attivato un servizio di invio di specifici messaggi/avvisi al contribuente, una sorta di reminder da veicolare grazie all’impiego di strumenti smart e ormai familiari ai più quali mail e notifiche tramite AppIO.

Contestualmente sarà necessario che all’interno dell’ente si costituisca un coordinamento intersettoriale tra le due ripartizioni comunali interessate, tanto con riferimento alle rispettive basi informative quanto alle competenze e conoscenze verticali degli addetti delle due strutture, in modo che il Comune di Bari disponga di dati aggiornati e allineati alla reale situazione anagrafica e catastale, aumentando così la propria capacità di riscossione complessiva.

Nelle attività progettuali saranno coinvolti 4 dipendenti della ripartizione Servizi Demografici (a cui si aggiungono due PoEQ – posizioni di elevata qualificazione della stessa ripartizione, con compiti di coordinamento e monitoraggio) e 11 dipendenti della ripartizione Tributi (a cui si aggiunge la PoEQ Tari, con compiti di coordinamento e monitoraggio).

Evasione dal carcere di Nuoro, notte in cantina per Raduano: complice fermato per un controllo fuori da carcere

La fuga era stata organizzata nei minimi dettagli ma il boss della mafia garganica Marco Raduano, evaso dal carcere di Nuoro il 24 febbraio 2023, quando si calò con un lenzuolo dal muro di cinta del carcere di Badu ‘e Carros, non trovò la staffetta che lo avrebbe dovuto prelevare e portare fuori dall’isola. Il suo favoreggiatore, Daniele Peron di Mestre, mandato a Nuoro da Marco Rinaldi parente di Raduano per aiutarlo nella fuga, era stato fermato poco prima a un posto di blocco nei pressi del carcere da un controllo predisposto dal questore di Nuoro Alfonso Polverino.

Questo episodio lo ha costretto ad allontanarsi e a ripartire la sera stessa in nave alla volta di casa. E’ quanto emerge il giorno dopo i 21 arresti della Dda.
Sia Peron che Rinaldi, infatti, sono finiti in manette, nell’inchiesta condotta dal Pm della Dda di Cagliari Danilo Tronci, tra le 14 persone arrestate tra la Sardegna, la Puglia, il Veneto e a Corsica, con l’accusa di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dall’agevolazione mafiosa del clan foggiano di Raduano. La Direzione distrettuale antimafia sarda ha lavorato in collegamento con la Dda di Bari e con il coordinamento dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, e l’operazione ha portato in tutto a 21 arresti: oltre alle 14 arrestate dagli investigatori sardi altre sette misure cautelari sono state eseguite dalla Dda di Bari in un filone dell’indagine che ha smascherato una rete di traffico e spaccio di droga.

Oltre a Rinaldi e Peron, sono finiti in carcere l’agente penitenziario di Nuoro Salvatore Deledda, il corso Courbery Cedric, Elio, Mauro e Antonio Gusinu di Padru, Antonio Mangia e Pietro Antonio Tolu di Orune, Martino Contu e Massimiliano Demontis di Bitti, altri due corsi, Gerom Reggetti e Tommaso Ruffert, e Marco Furfaro veneto. È stato proprio il fermo di Daniele Peron a Nuoro, a far sospettare gli investigatori di Nuoro che grazie a lui sono risaliti a Rinaldi e quindi a tutta la banda dei foggiani.

La sera dell’evasione Raduano, che aveva con sé un telefono cellulare, ha dovuto rivedere i suoi piani servendosi di favoreggiatori sardi che lo hanno portato alcuni giorni a Bitti e poi 4 mesi in una tenda nelle campagne di Padru prima di partire per la Corsica, poi in Spagna, da cui – dopo l’arresto del suo braccio destro Gianluigi Troiano – è ritornato in Corsica dove è stato arrestato nel febbraio scorso.

Evasione del boss Raduano dal carcere di Nuoro: tra i 14 arrestati anche un agente della Polizia Penitenziaria

C’è anche un agente della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere nuorese di “Badu e Carros”, tra le 14 persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sulla fuga del boss boss della mafia garganica Marco Raduano, avvenuta il 24 febbraio 2023, quando l’uomo si era calato con un lenzuolo dal muro di cinta dopo essere riuscito a uscire nel cortile interno della struttura.

Il poliziotto penitenziario, in base agli indizi finora acquisiti, avrebbe agevolato nella fuga Raduano, tra l’altro fornendogli telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici di comunicazione. L’operazione è scatta questa notte, nelle province di Nuoro, Sassari e Venezia, nonché in Corsica, con un blitz della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, nell’ambito dell’inchiesta diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari in collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Bari e coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Le 14 persone sono indagate, a vario titolo, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dall’agevolazione mafiosa in favore del clan foggiano Raduano, nonché per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. L’indagine è stata avviata il 24 febbraio 2023 a seguito dell’evasione di Marco Raduano dal carcere nuorese di “Badu e Carros” e ha consentito di acquisire indizi circa le presunte responsabilità di quanti ne avrebbero agevolato l’evasione e favorito la latitanza: in particolare, si tratterebbe di diversi soggetti, alcuni di origine sarda, altri dimoranti in provincia di Venezia, nonché di alcuni cittadini francesi, dimoranti in Corsica.

Bari, litiga con la moglie ai domiciliari. Cacciato da casa viene arrestato per evasione: “Fatemi andare in carcere”

La moglie lo caccia da casa mentre è ai domiciliari dopo un litigio e viene arrestato per evasione. Protagonista un 56enne barese, scarcerato dopo l’udienza celebrata per direttissima. L’episodio domenica, l’uomo si è presentato con gli affetti personali presso la caserma dei Carabinieri chiedendo di scontare la pena in carcere. Al 56enne erano state tolte anche le chiavi dell’abitazione. Ora è costretto a tornare nella stessa casa, con la moglie e con i suoi due figli minori, e ad affrontare un processo a gennaio.

Bari, software per tenere contabilità in nero: dentisti evadono le tasse per 6 milioni. Sono 29 gli indagati

La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di 28 dentisti di Bari e provincia, di tre società esercenti l’attività di studio odontoiatrico, dell’ingegnere informatico di Palo del Colle (Bari) Tommaso Carbone e di una sua società.

I 29 sono indagati per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. Le quattro società rispondono invece per la responsabilità amministrativa degli enti. Per l’accusa, negli anni tra il 2015 e il 2020, gli indagati avrebbero evaso imposte per oltre 6 milioni di euro. Le indagini, partite da una verifica fiscale avviata dal nucleo di polizia economico-finanziaria della finanza di Bari, hanno consentito di individuare in Carbone l’ideatore e il fornitore di un software gestionale che permetteva ai professionisti che lo utilizzavano di tenere una contabilità dei compensi ricevuti ma non dichiarati. Il sistema gestionale avrebbe consentito di creare delle “schede cliente” nelle quali, dopo aver premuto il tasto F12 della tastiera e digitato una password, era possibile rendicontare i compensi percepiti in nero. Il gestionale permetteva anche di memorizzare la contabilità parallela su supporti esterni, rimovibili in caso di controlli e non accessibili senza prima aver premuto F12 e digitato la password.

Il sistema permetteva quindi di tenere distinti due archivi informatici: uno interno definito “gestionale” con i dati delle fatture, uno esterno chiamato “storico” per raccogliere “i dati nella loro totalità”, come spiega la finanza in un comunicato, e dunque anche quelli non annotati nella contabilità ufficiale. Carbone avrebbe anche creato delle chat per parlare con i suoi clienti, “rimandando ulteriori spiegazioni ad incontri di persona e facendo riferimento alla contabilità ‘black'”, scrive sempre la finanza. A supporto delle indagini anche le dichiarazioni di diversi pazienti, che hanno dichiarato di aver versato importi in contanti dopo le visite senza ricevere fattura.

Evasione dal carcere di Lecce, il barese Vito Gassi catturato a Grumo: aveva con sé droga e un microcellulare

Vito Gassi, il detenuto barese arrestato a Grumo Appula due giorni fa dopo essere evaso dal carcere di Lecce, è riuscito a scappare sfruttando un ricovero in infermeria. Nel casolare di campagna dove si è rifugiato con la giovane moglie, sposata qualche giorno prima in carcere, i Carabinieri hanno trovato un microcellulare, utilizzato presumibilmente per organizzare la fuga, e circa 50 grammi di hashish.