Demolizione Punta Perotti, oltre al danno la beffa: nessun risarcimento per la famiglia Rogazione Stea

Torniamo ad occuparci della demolizione di Punta Perotti. La Corte d’appello civile, il 12 maggio, ha ribaltato la sentenza dei giudici di primo grado e la famiglia Rogazione Stea, dopo non aver avuto diritto alla restituzione dei suoli, non otterrà neppure il risarcimento dei danni da parte del Comune quantificato in 27mila euro.

La famiglia, proprietaria del terreno, nel lontano 1989 aderì ad un piano comunale di lottizzazione, senza presentare richiesta di concessione edilizia. I terreni furono sequestrati nel 1997, la confisca arrivò quattro anni dopo, nel 2001, senza però che nessuno dei Rogazione Stea fu indagato. Un paradosso giudiziario con il tribunale che aveva dato inizialmente ragione alla famiglia, facendo emergere il mancato godimento del bene. Vista l’esistenza ad oggi di un parco su quei terreni, i giudici di primo grado avevano dichiarata “cessata la materia del contendere in merito alla restituzione”, disponendo però un risarcimento danni quantificato in 27mila euro. Una sentenza però che è stata ribaltata qualche giorno fa dalla Corte d’appello civile. Il motivo? Il tribunale si sarebbe pronunciato su una domanda risarcitoria che i ricorrenti Rogazione Stea non avevano sollecitato. 

“Grasso e sfigato”, 40enne di Corato assolto dalle accuse di maltrattamento: “La vera vittima della moglie era lui”

Viene assolto dalle accuse di stalking, lesioni personali, maltrattamenti in famiglia, violazione degli obblighi di assistenza familiare e, durante il processo, si scopre che la vera vittima in famiglia era lui. Protagonista dell’assurda vicenda un 40enne di Corato, assolto con formula piena dalle accuse dal giudice del Tribunale di Trani perché “il fatto non sussiste”. La richiesta del pm era di 3 anni di reclusione.

Durante il processo è emerso che in più di un’occasione la moglie, anche davanti a parenti e figlio piccolo, lo avrebbe chiamato “grasso e sfigato”. La donna viene descritta come una figura che “aveva sempre assunto comportamenti scorretti anche nelle occasioni conviviali, ogniqualvolta non era stata accontentata dal marito, dimostrando di non accontentarsi mai, malgrado il marito facesse di tutto per accontentarla”. La giudice ha inoltre evidenziato il buon comportamento del 40enne, un buon lavoratore, un buon padre e un buon marito. La donna avrebbe anche detto al figlio di “non mangiare la pasta altrimenti sarebbe diventato grasso e brutto come il padre”, oltre a dire al suo ex marito che si sarebbe rifatta una vita perché bella, al contrario di lui che portava sfortuna.