Monopoli, 83enne muore in ospedale: donato il fegato. Per l’Asl Bari è il terzo prelievo d’organi del 2024

Si è concluso stanotte alle ore 3,45, nell’Ospedale di Monopoli, il prelievo del fegato da un paziente 83enne in morte cerebrale. È l’esito, coronato da successo, di una giornata di intenso lavoro in cui è stata impegnata l’équipe di Anestesia e Rianimazione del “San Giacomo”, diretta dal dott. Nicola D’Onghia. L’assenso dei familiari del deceduto ha dato il via alla macchina della donazione, una complessa procedura in cui è stato coinvolto il personale del Blocco operatorio e del Centro di Rianimazione (dove il paziente era ricoverato), gli specialisti neurologi e il Laboratorio di Patologia clinica, con la supervisione del coordinatore per la donazione dott. Maximiliano Galizia e il coordinamento della Direzione medica di presidio (diretta dal dott. Alessandro Sansonetti), per eseguire gli accertamenti e le verifiche di idoneità dell’organo finalizzati al prelievo.

Un percorso non semplice, il secondo portato a termine nell’Ospedale di Monopoli da quando – soltanto a dicembre scorso – è entrato ufficialmente nella rete del Coordinamento Regionale Trapianti, reso possibile grazie alla generosità e all’altruismo dei familiari del donatore. A tutti loro va il sentito ringraziamento della Direzione generale della ASL Bari, così come all’impegno del personale coinvolto che, ancora una volta, ha messo in mostra competenza, dedizione e capacità di lavoro d’équipe, caratteristiche e qualità fondamentali per donare una speranza di vita migliore ai tanti pazienti in lista di attesa per un trapianto.

Un modello che va rinforzandosi progressivamente, forte anche di una “cultura della donazione” sempre più matura e diffusa e all’attività di sensibilizzazione del Coordinamento Aziendale per la Donazione Organi e Tessuti e Trapianti. Con quest’ultima donazione, infatti, salgono a tre i prelievi d‘organo portati a termine nel 2024 nei centri abilitati della ASL Bari che, oltre a Monopoli, comprendono gli ospedali Di Venere e San Paolo di Bari (un prelievo ciascuno nel 2024) e l’Ospedale della Murgia di Altamura.

Fegato amaro, il calvario post trapianto a Bari. Franco: “Amo la mia città ma penso di trasferirmi”

Dopo avervi raccontato la storia di Isa, in tanti ci hanno contattato per denunciare storie analoghe. Questa volta è il turno di Francesco. Nonostante il centro di Bari, è stato costretto a farsi trapiantare il fegato a Bologna. Ma non finisce qui. Perché hanno riscontrato a Bari diversi problemi anche nella fase post trapianto, tanto da rivolgersi al centro di Salerno e valutare l’idea poi di trasferirsi in Emilia Romagna.

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Tumore del pancreas asportato a paziente trapianto di fegato: intervento raro al De Bellis di Castellana

Un tumore del pancreas asportato con successo su un paziente con fegato trapiantato. L’intervento chirurgico di pancreasectomia subtotale, di particolare complessità, è stato eseguito giovedì scorso 31 agosto all’Istituto Nazionale di Gastroenterologia “S. De Bellis” di Castellana Grotte dall’equipe del dottor Leonardo Vincenti, direttore del dipartimento di scienze chirurgiche. 69 anni, pugliese, il paziente era stato sottoposto 15 anni fa a trapianto di fegato a Modena dove, nel corso dell’ultimo controllo, gli era stato riscontrato un tumore al pancreas. Sono stati gli stessi sanitari modenesi ad indicare l’Irccs “De Bellis” come centro di riferimento idoneo a trattare questo caso. Le due più prestigiose istituzioni trapiantologiche statunitensi hanno pubblicato solo 9 casi nel mondo di pazienti con trapianto di fegato sottoposti poi a intervento per tumore del pancreas e non tutti con esito favorevole. In questo caso, per rimuovere completamente la neoplasia, è stato necessario asportare i 3/4 del pancreas. Il paziente è tuttora ricoverato in osservazione ed è in buone condizioni.

“Si tratta – spiega il dottor Vincenti – di un intervento di straordinaria difficoltà tecnica in quanto un trapiantato di fegato ha una anatomia completamente stravolta con la ricostruzione di arterie e vene del fegato che passano all’interno del pancreas, quindi basta un danno millimetrico per chiudere i vasi che portano il sangue al fegato e si compromette la vita stessa del paziente”.

L’attività chirurgica del “De Bellis” non si è fermata nemmeno ad agosto, anzi, per andare incontro alle esigenze dei pazienti, è continuata a ritmi tali da consentire, nel solo mese clou del periodo estivo caratterizzato dalle ferie, ben 92 interventi per l’asportazione di tumori tra cui esofago (2), colon (24), retto (7), pancreas (9), fegato (3), 4 gastrectomie, una resezione della via biliare principale, 2 resezioni del tenue e 2 nefrectomie, sempre per neoplasie. Più della metà di queste procedure è stata eseguita con approccio mininvasivo. Nei primi 8 mesi dell’anno al “De Bellis” sono stati eseguiti circa 750 interventi, quasi tutti di chirurgia maggiore: numeri record da primato nazionale. “Tutto questo – sottolinea il dottor Vincenti – è stato possibile grazie al sacrificio, all’abnegazione e al contributo di tutte le componenti dell’istituto: equipe chirurgiche, anestesiologiche, di gastroenterologia, radiologia, anatomia patologica, laboratorio analisi, personale infermieristico e il supporto della direzione strategica”.

Policlinico Bari, eseguiti tre trapianti di fegato in 5 giorni: salvata una 56enne con un’epatite fulminante

Nel Policlinico di Bari sono stati eseguiti tre trapianti di fegato, di cui uno d’urgenza su una paziente con un’epatite fulminante, in soli 5 giorni. Salgono a 13 da inizio anno al Policlinico di Bari gli enterventi di questo tipo effettuati con successo. A eseguirli il nuovo responsabile dell’unità operativa di chirurgia epato-biliare, il professor Francesco Tandoi, giunto all’ospedale universitario barese dell’ospedale Molinette di Torino, uno dei centri specializzati con il più alto volume di attività trapiantologica in Italia. La notizia arriva in prossimità della Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti che si terrà il 16 aprile.

“Abbiamo effettuato due trapianti di fegato con organi provenienti da donatori pugliesi, i riceventi sono stati un uomo di 58 anni e una donna di 59 proveniente dalla Calabria. Poi è arrivato un caso in urgenza. Una donna di 56 anni di Taranto con un’epatite fulminante. In 48 ore siamo riusciti ad effettuare il trapianto con un fegato messo a disposizione dal Crt Lazio”, spiega il professor Tandoi, che si è laureato alla scuola di medicina di Bari e poi per 13 anni è stato dirigente medico della chirurgia generale alla Città della Salute e della Scienza le Molinette di Torino, specializzandosi nei trapianti di fegato.

“Qui a Bari – aggiunge il professor Tandoi – ho trovato una situazione molto fertile, con un team di chirurghi e operatori molto motivato. Lavorare a Torino mi ha dato la possibilità di imparare tanto e ora ho la possibilità di portare qui quel bagaglio tecnico che sicuramente servirà per potenziare questa attività”.

“Siamo certi che la eccellente professionalità e il carisma del professor Tandoi – afferma il professore Loreto Gesualto, coordinatore del Centro Regionale Trapianti – daranno un grande contributo all’attività del nostro Centro regionale trapianti e ai nostri pazienti in attesa di trapianto. L’attività trapiantologica di fegato, rene e cuore quest’anno è già molto intensa (46 trapianti da inizio anno). Desidero rivolgere ancora una volta un appello alla donazione. Se raggiungiamo questi risultati, se salviamo vite umane lo dobbiamo all’eccezionale generosità dei donatori che hanno espresso il consenso in vita o delle famiglie che, nonostante il dolore, scelgono di donare, facendo il più grande atto d’amore”.

“L’attività trapiantologica è altamente specialistica, richiede un impegno multidisciplinare che solo alcuni centri di eccellenza sono in grado garantire e qui al Policlinico continueremo a fare investimenti per dare una seconda opportunità di vita ai pazienti in lista d’attesa per un trapianto”, conclude il direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria barese, Giovanni Migliore.