Femminicidio a Taurisano, tenta il suicidio in carcere: il 56enne Albano Galati trasferito in isolamento

Albano Galati, il 56enne di Taurisano che si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Aneta Danielczyk colpendola con 20 coltellate, ha tentato di togliersi la vita in cella. Per questo è stato trasferito in isolamento. L’autopsia effettuata nei giorni scorsi ha accertato che sul corpo della 50enne polacca sono state inflitte 20 coltellate. Solo una è stata fatale, ovvero quella che ha reciso l’arteria del braccio destro. Dall’esame è emerso anche che l’uomo ha utilizzato un taglierino, rinvenuto spezzato in casa, oltre ad un coltello da cucina.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Albano Galati si è recato in un bar del Paese a bere whisky dopo l’omicidio con le mani ancora sporche di sangue, prima di presentarsi in commissariato e confessare quanto fatto. L’uomo, che ha ferito anche la vicina di casa a cui la vittima aveva chiesto aiuto per sfuggire alla furia omicida del marito dal quale si stava separando, ha manifestato in commissariato uno stato di alterazione psicofisica, si è sentito male e ha perso i sensi. Una volta rinvenuto, dopo l’intervento di un’ambulanza, è stato interrogato dai pm ai quali ha detto di non ricordare nulla, neanche perché si trovasse lì in quel momento. Galati era da poco in cura in un Centro di igiene mentale al quale si era rivolto spontaneamente dopo aver perso il lavoro in seguito a problemi di salute per cui aveva dovuto smettere di lavorare. La difesa è pronta a chiedere l’autorizzazione per una perizia psichiatrica e sembra essere decisa sulla pista dell’incapacità di intendere e di volere.

Femminicidio ad Andria, Enza uccisa dal marito: i Ris di Roma esamineranno il coltello usato da Luigi

I Ris di Roma effettueranno gli accertamenti tecnici sul coltello e sull’altro materiale sequestrato dopo l’omicidio di Enza Angrisano, la 42enne di andria uccisa dal marito Luigi Leonetti il 23 novembre 2023. L’uomo al momento è detenuto presso il carcere di Lucera, dopo aver lui stesso confessato il femminicidio avvenuto per gelosia. Per la gip, Lucia Altamura, Leonetti ha agito con freddezza e lucidità, prendendo il coltello più tagliente tra quelli presenti in casa. Una settimana prima dell’omicidio, Enza, dopo l’ennesima lite col marito, era finita in ospedale per due forti schiaffi ricevuti da Leonetti, con cui era sposata da 14 anni e aveva due figli di 11 e 6 anni.

Femminicidio ad Andria, Luigi poteva soccorrere Vincenza ma non lo ha fatto: “Non mi interessa”

“Non mi interessa soccorrerla”. Una frase agghiacciante ripetuta per tre volte all’operatore 118 dopo aver accoltellato sua moglie, la 42enne Vincenza Angrisano. Sono queste le parole proferite al telefono da Luigi Leonetti, il 51enne arrestato dopo aver ucciso la moglie, mentre l’operatore del 118 ha provato ad indicargli cosa fare in attesa dell’arrivo sul posto dell’ambulanza. È quanto si legge nell’ordinanza della gip di Trani che ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere.

La donna è stata colpita al petto e al torace e ha continuato a respirare distesa sul pavimento. Luigi non ha voluta soccorrerla, è rimasto “noncurante disinteressandosi se fosse o meno ancora in vita”. L’uomo ha confessato l’omicidio, “senza palesare il benché minimo segno di pentimento”. Il giudice sottolinea la sua “fredda lucidità nel penetrare la condotta omicidiaria, la sua pervicacia nell’infliggere plurimi colpi in parti vitali”. “Evidente si pone l’intento omicidiario, alla luce della traiettoria dei colpi, inferti alla vittima, stante anche l’altezza degli stessi e le parti del corpo”, come se avesse già in mente di ucciderla. Alla base del femminicidio la volontà di Vincenza di lasciare la casa e di porre fine al matrimonio con il marito dopo aver intrapreso una relazione con un altro uomo. Luigi non lo ha accettato e questo “denota la sua incapacità ad accettare le libere scelte degli altri, dimostrando così una sua irrefrenabile volontà di controllo”, conclude il gip.