Bari, oltre 800 chili di fuochi d’artificio illegali stoccati in depositi privati. Blitz della Finanza: sequestro e 2 indagati

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari, nell’ambito del contrasto agli illeciti in materia di detenzione e vendita di fuochi d’artificio, nei giorni scorsi hanno sequestrato 800 chili di articoli pirotecnici (circa 500mila pezzi) detenuti in violazione della normativa in materia di autorizzazioni per la sicura e corretta detenzione e commercializzazione.

In particolare, i militari del Nucleo Operativo Metropolitano di Bari, coadiuvati dai colleghi della Tenenza di Putignano, sotto la direzione del I Gruppo Bari, hanno eseguito perquisizioni locali presso due depositi privati, trovando oltre 100 confezionamenti di artifici pirici di IV e V categoria, illecitamente detenuti in assenza delle necessarie licenze, pronti per essere commercializzati con “concreti e seri rischi per la sicurezza pubblica e l’incolumità dei consumatori”.

L’intervento delle Fiamme Gialle ha permesso di intercettare due persone che sarebbero state intente a scaricare due furgoni contenenti numerosi cartoni di materiale pirotecnico. Secondo le accuse, i fuochi sarebbero stati stoccati in depositi privati di pertinenza di civili abitazioni. La contestuale perquisizione dei locali avrebbe permesso di rinvenire ulteriori artifici pirici illecitamente detenuti. Le due persone inoltre non avrebbero esibito alcuna documentazione fiscale e di origine tale da suffragare la lecita provenienza dei prodotti pirotecnici.

 

Inchiesta a Bari, maresciallo della Finanza come talpa: nuovi guai per Olivieri. Retroscena su indagini e arresto

Giacomo Olivieri poteva contare su alcune talpe infiltrate nelle Forze dell’Ordine e una di queste è costata caro all’ex consigliere regionale, in carcere dal 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico mafioso. Olivieri risponde anche del reato di di concorso in rivelazione di segreto di ufficio. La talpa in questione è un maresciallo della Guardia di Finanza di Bari che avrebbe raccontato allo stesso Olivieri alcuni retroscena su un’indagine della Dda. Lo stesso Olivieri è riuscito ad essere informato 5 giorni prima del suo arresto. Il gip Giuseppe Montemurro non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Bari, fissando una camera di consiglio per il 16 gennaio.

Olio lampante spacciato per extravergine, scoperta frode in Puglia: sequestrati 180 quintali. Una denuncia

La Guardia di Finanza, nel corso di un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ha sequestrato 180 quintali di olio d’oliva, per un valore di oltre duecentomila euro, spacciato e venduto come extravergine ma risultato di qualità inferiore. L’indagine che ha portato al sequestro è stata condotta congiuntamente dai Comandi provinciali della Guardia di finanza di Catanzaro e di Barletta-Andria-Trani e dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (Icqrf) dei prodotti agro alimentari del ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste.

In particolare, i Finanzieri ed i funzionari dell’Icqrf avevano intrapreso attività ispettive nelle sedi di due aziende, nelle province di Catanzaro e Barletta Andria Trani, eseguendo un riscontro quantitativo ed un campionamento del prodotto detenuto al fine di determinarne la qualità in ragione di quanto riportato sull’apposito registro telematico. L’olio in possesso del produttore catanzarese, contenuto in tre cisterne e facente parte di un’ingente quantità destinata all’azienda pugliese e già in parte a questa consegnata, era stato catalogato quale olio extra vergine Bio, mediante la compilazione del registro telematico Sian, obbligatorio per le aziende del settore.

“L’intervento della Guardia di finanza e dell’articolazione del ministero dell’Agricoltura, specializzato nella repressione delle Frodi agroalimentari, e le successive attività tecniche di accertamento – è detto in un comunicato – hanno consentito di appurare come il prodotto non rispondesse affatto alle caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per tale qualità, ma risultasse, di fatto, olio vergine e lampante, non commestibile e caratterizzato da un eccessivo grado di acidità, oltre che potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori”. Il titolare della ditta individuale in cui era custodito l’olio sequestrato è stato denunciato dalla Guardia di finanza alla Procura della Repubblica di Catanzaro per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine.

Bari, giocattoli e capi d’abbigliamento contraffatti. Blitz della Finanza nel porto: sequestrati 60mila pezzi

Blitz della Guardia di Finanza nel porto di Bari. I finanzieri del II Gruppo Bari hanno sequestrato borse, giocattoli, calzature e accessori con marchi contraffatti, riproduzioni non autorizzate di modelli registrati durante alcuni controlli. I prodotti, presumibilmente di origine cinese, erano contenuti in container provenienti dalla Grecia.

All’interno di uno di questi sono stati scoperti oltre 51 mila giocattoli contraffatti, recanti i loghi di Marvel, Disney, Pokemon, Nintendo, Hello Kitty e Paw Patrol, quelli più richiesti dai bambini e ragazzi, soprattutto in occasione delle feste natalizie: i giochi sono risultati pericolosi e non conformi agli standard di sicurezza imposti dalle norme comunitarie e nazionali. In altri due container, anch’essi provenienti dalla penisola ellenica, sono stati rinvenuti oltre 9 mila accessori di abbigliamento di vario tipo contraffatti (tra cui altre 4 mila borse) riconducibili a modelli di marchi come Louis Vuitton, Dior, Jeep e Michael Kors.

Tutta la merce è stata sequestrata e sottoposta a perizia dai tecnici delle aziende titolari dei marchi, i quali hanno confermato la contraffazione dei prodotti e dei segni distintivi, tutelati dai diritti di proprietà intellettuale.

Lecce, blitz della Finanza nel magazzino del negozio: sequestrate 8,4 tonnellate di fuochi d’artificio

La Guardia di Finanza di Lecce ha sequestrato 8,4 tonnellate di fuochi d’artificio nel magazzino di un negozio di articoli per la casa e di abbigliamento alla periferia di Lecce.

Si tratta di oltre un milione e quattrocentomila pezzi pronti per essere venduti. La merce era custodita illegalmente ed in condizioni di pericolosità per l’incolumità pubblica. Il titolare del negozio è stato denunciato a piede libero.

Bari, blitz della Finanza al Porto: sequestrati oltre 80mila capi contraffatti provenienti da Turchia e Grecia

I finanzieri del II Gruppo Bari, con la collaborazione di personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno sottoposto a sequestro circa 80mila prodotti, tra capi di abbigliamento, borse, calzature, accessori, profumi, confezioni, etichette e certificati, riportanti marchi contraffatti e riproduzioni non autorizzate di modelli registrati. I controlli sono stati eseguiti all’esito di una mirata analisi di rischio sui flussi commerciali e sulla merce in ingresso nel territorio nazionale.

In particolare, l’analisi è stata condotta incrociando i dati relativi alle rotte commerciali, alle tipologie di trasporto, alla coerenza tra la merce dichiarata e le ditte speditrici nonché destinatarie, con le informazioni presenti nelle banche dati. In un container in arrivo dalla Turchia sono stati rinvenuti oltre 70 mila articoli recanti i loghi dei più noti marchi internazionali (Adidas, Dior, Gucci, Nike, Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Tommy Hilfiger, Chanel, Burberry, Goyard Saint Honoré, Balenciaga, MCM, Chloé, Calvin Klein, Moncler, Off-White, Stone Island, Dsquared2, Under Armour, Lacoste, Prada), pronti per essere immessi sul mercato.

Per eludere i controlli, la merce era stata nascosta nel container con un carico di copertura costituito da circa 40mila indumenti di vario genere, privi di marchi o segni distintivi, anche questi sottoposti a sequestro e già devoluti a numerosi enti caritatevoli per la consegna a persone svantaggiate. Oltre al prezzo, sui cartellini era stato apposto un codice QR che, una volta scansionato, rimandava ai siti ufficiali dei noti brand, potendo indurre in inganno anche i consumatori più esperti. In un altro container proveniente dalla Grecia, sono state trovate, inoltre, oltre 8 mila calzature riconducibili a modelli dei noti marchi internazionali Skechers, New Balance e Converse, risultate contraffatte. Viene contestato il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni mendaci.

Frode fiscale e riciclaggio, 4 arresti a Bari: i nomi. Fatture inesistenti a 165 imprese tra loro la Emiliano Srl

C’è anche la Emiliano Srl di Alessandro e Simonetta Emiliano, fratelli del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, tra le 165 aziende che tra il 2018 e il 2023 avrebbero ricevuto fatture false da alcune società cartiere per un importo di oltre 10 milioni di euro.  Così si sono garantiti “facili guadagni intascando il 22% (ovvero l’Iva) su operazioni mai poste in essere”. Nella giornata di ieri i finanzieri di Bitonto hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Bari su richiesta della Procura a carico di sei persone: quattro sono finite agli arresti domiciliari, due sono state raggiunte dal divieto temporaneo di esercitare determinate professioni, imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Ai domiciliari sono finiti Francesco Porcelli, Luigi D’Armento, Gaetano Finestrone, Antonello Savino mentre Nicola Garofalo ed Enrico Danese sono stati interdetti. Per tutti l’accusa, a vario titolo, è associazione per delinquere, emissione di fatture false e riciclaggio. A riportarlo è la Gazzetta del Mezzogiorno.

L’azienda Emiliano Srl, con i suoi titolari, non è indagata, ma il suo nome compare nella lista dei clienti di queste cartiere. Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, sono indagati anche quattro finanzieri (Roberto Nupieri, Rocco Cantatore, Giovanni Vessichelli e Giuseppe Iacono) e tre funzionari dell’Agenzia delle Dogane (Cataldo Manfredi, Giuseppe Elicio e Sonia Della Guardia), oltre a un direttore di banca e un a dipendente di un ufficio postale che avrebbero violato le norme anti riciclaggio agevolando i prelievi di contanti. Sono stati inoltre posti sotto sequestro beni per 5 milioni di euro. Il gruppo, attivo tra Bari e Bitonto, avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti “nei confronti di società realmente esistenti provvedendo al prelevamento e alla restituzione in contante delle somme prelevate trattenendo l’Iva”, spiegano i militari.

 

Cartine e filtri di contrabbando, maxi operazione della Finanza al porto di Bari: sequestrati 25 milioni di prodotti

I militari della Guardia di Finanza di Bari, in coordinamento con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno sequestrato oltre 25 milioni di prodotti accessori ai tabacchi da fumo di contrabbando, scoperti a bordo di un autoarticolato proveniente dalla Grecia, al porto di Bari. Il mezzo, sbarcato dalla motonave ‘Superfast II’, era stato selezionato per i controlli nell’ambito della quotidiana attività dei militari.

La documentazione di accompagnamento esibita dall’autista, all’atto del controllo, avrebbe attestato il trasporto di merce varia avente destinazione finale una società nel napoletano. L’ispezione di finanzieri e funzionari della dogana avrebbero permesso di constatare che la merce trasportata era costituita da diversi bancali di cartine da tabacco ‘Ocb’ e filtri ‘Rizla’. Questi prodotti sono assoggettati alla stessa disciplina dei tabacchi lavorati esteri: i militari, sospettando anche irregolarità sul trasporto, avrebbero proceduto ad analisi più dettagliata attraverso fonti info-investigative in uso alla Guardia di Finanza e alla locale Agenzia delle Dogane.

Gli approfondimenti eseguiti avrebbero permesso di sottoporre a sequestro circa 6.000.000 cartine da fumo ‘Ocb’ e 19.320.000 filtri ‘Rizla’: secondo l’accusa, sarebbero stati importati in territorio nazionale in contrabbando e destinati a una società sprovvista di una regolare concessione per la rivendita degli stessi, per un totale di diritti evasi (Imposte di Consumo e Iva) di oltre 111mila euro. In seguito alla segnalazione inviata al Reparto del Corpo competente nei confronti della società importatrice, nei giorni successivi sono stati eseguiti ulteriori controlli presso i depositi dell’azienda che hanno permesso il rinvenimento e il sequestro di ulteriori 21.300.000 prodotti accessori ai tabacchi da fumo di contrabbando, con la contestazione di 93.673 euro di diritti evasi. La delicata e tempestiva attività di coordinamento svolta dai Reparti del Corpo e dalla locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha portato al sequestro complessivo di circa 46.620.000 di articoli da fumo e al recupero erariale di diritti doganali (Iva e Accisa) per complessivi 204.878 euro.

Sequestrati oltre 94mila prodotti pericolosi nel Brindisino: tra questi cosmetici, articoli di bigiotteria e per alimenti

I finanzieri del comando provinciale di Brindisi hanno sequestrato oltre 94mila prodotti ritenuti pericolosi per i consumatori in 7 esercizi commerciali nel capoluogo, a Fasano, Francavilla Fontana, Carovigno, Ceglie Messapica e Torchiarolo. Tra i prodotti sequestrati cosmetici, articoli di bigiotteria e per alimenti ed apparecchi elettrici di illuminazione, risultati non conformi alle previsioni del codice del consumo e potenzialmente dannosi per la salute pubblica.

Tale provvedimento normativo stabilisce, infatti, che i prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, debbano riportare le indicazioni relative alla denominazione legale o merceologica del prodotto, all’identità del produttore, all’eventuale presenza di sostanze in grado di causare potenziale danno al consumatore nonché ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione. All’esito degli approfondimenti investigativi, i titolari delle 7 rivendite interessate dai controlli sono stati segnalati all’autorità amministrativa. Le indagini dei finanzieri ora sono finalizzate alla disarticolazione della catena logistica, organizzativa e strutturale della filiera, nonché ad accertare le eventuali violazioni di carattere fiscale.