Crac Ferrovie Sud-Est, la sentenza del Tribunale: 4 condannati. A Fiorillo 10 anni – TUTTI I NOMI

Luigi Fiorillo, ex numero uno di Ferrovie Sud Est, è stato condannato a 10 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta dal Tribunale di Bari. Per lui anche l’interdizione dai pubblici uffici e l’inabilitazione per 10 anni agli uffici direttivi delle imprese. In totale sono 4 le condanne e 8 le assoluzioni.

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Crac Ferrovie Sud Est, Fiorillo si difende: “Ho sempre rispettato la legge e agito di intesa col Ministero dei Trasporti”

“Nella gestione di Ferrovie Sud Est mi sono sempre mosso all’interno del quadro normativo di riferimento e ho agito di intesa con il ministero controllante, cioè il ministero dei Trasporti”. Lo ha spiegato ieri ai giudici del Tribunale di Bari l’ex amministratore unico di Fse, Luigi Fiorillo, nel processo sul crac della società. Con lui sono imputate altre 14 persone con le accuse, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale, di dissipazione e distrazione di fondi. Secondo l’accusa Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società oltre che con imprenditori, avrebbe distratto fondi causando così il crac da 230 milioni di euro nel corso della gestione di Fse fra il 2011 e il 2015. Al collegio, presieduto dal giudice Rosa Calia Dipinto, Fiorillo – ascoltato per il controesame – ha spiegato come è stata impostata originariamente la società, ricostruendo anche la storia normativa delle ferrovie in concessione. L’ex amministratore unico ha detto di essersi mosso all’interno del sistema normativo delle concessioni, al quale si è sempre adeguato, e di aver agito sotto il controllo, e con il consenso, del Mit che deteneva il cento per cento delle partecipazioni.

Alla Procura che fra le altre cose gli contesta l’iscrizione in bilancio, come crediti, di risorse regionali sul cui arrivo non esistevano certezze, Luigi Fiorillo ha risposto di aver agito non in base a sue previsioni, ma in base a previsioni normative che Regione e ministero dei Trasporti non avrebbero mai messo in discussione. La concessione prevedeva, infatti – sempre secondo la ricostruzione di Fiorillo – l’indicizzazione del prezzo pagato dalla Regione Puglia. Importi che l’ente – ha riferito in aula l’imputato – non ha mai negato ma che ha corrisposto in ritardo a causa del ritardo dei trasferimenti del Mit. Durante l’udienza è stato ascoltato anche Enrico Laghi, consulente di Ferrovie dello Stato (costituita parte civile) che ha acquisito Fse. Laghi ha analizzato il danno economico che Fs avrebbe subito per i maggiori investimenti resisi necessari in seguito all’acquisizione di Fse, a causa della gestione della società. Durante l’udienza è stato infine ascoltato Fabrizio Romano Camilli, imputato nel processo con l’accusa di aver contribuito al danno patrimoniale di Fse. Camilli, in quanto amministratore pro tempore e direttore generale di Svicat che vendeva carburante a Fse, secondo l’accusa avrebbe fornito alla società prodotti petroliferi in violazione del contratto sottoscritto, vendendo il gasolio a un prezzo maggiore del 40% rispetto a quello di mercato e creando così un danno patrimoniale quantificato in 14 milioni di euro. Camilli si è difeso spiegando di aver rispettato il contratto e di aver venduto in esclusiva a Fse un gasolio sperimentale, meno inquinante, ricevuto da Eni. Un prodotto quindi più costoso rispetto a quelli utilizzati in quel momento sul mercato.

Le “carrozze d’oro” di Ferrovie Sud Est, assolti Fiorillo e altri quattro imputati: “Il fatto non sussiste”

Luigi Fiorillo, ex amministratore unico di Ferrovie Sud-Est, è stato assolto dalla giudice del Tribunale di Bari Luna Calzolaro nell’ambito del processo sulle presunte truffe ai danni della Regione Puglia per l’acquisto di 52 vagoni pagati – secondo l’accusa – più del prezzo di mercato. Le accuse si riferivano a fatti avvenuti tra il 2006 e il 2012 e il processo era cominciato nel 2017. Con Fiorillo sono stati assolti, perché “il fatto non sussiste”, anche Carlo Beltramelli, Marzo Mazzocchi, Giuseppe Fiaccadori e Alfonso Nicola. Il giudice ha inoltre escluso la responsabilità delle società Ferrovie del Sud-Est e Servizi automobilistici.

L’indagine verteva sull’acquisto di 52 vagoni di seconda mano pagati più di 115 milioni di euro, ovvero 23 milioni in più del prezzo di mercato, secondo i magistrati. Le indagini condotte dalla guardia di finanza avevano ipotizzato due truffe fra il 2006 e il 2012. La prima riferita all’acquisto di 27 vagoni nuovi dalla società polacca Pesa, pagati 93 milioni di euro (circa 12 in più del prezzo di mercato secondo la Procura). La seconda riferita all’acquisto di altre 25 carrozze ristrutturate dalla società Varsa, pagate 22 milioni 500mila euro, il doppio del reale valore secondo gli inquirenti. Per questo il giudice nel 2016 aveva disposto il rinvio a giudizio per le presunte truffe, dichiarando invece il non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” per i reati fiscali contestati a Fiorillo e la prescrizione per un episodio di corruzione. Entro trenta giorni saranno rese note le motivazioni della sentenza di assoluzione.