Trani, calzaturificio evade il Fisco: sequestrati beni per 700mila euro e 3 indagati

Beni, mobili e immobili, per un valore complessivo di quasi 700mila euro sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Barletta a un calzaturificio di Trani e ai suoi tre rappresentanti legali che rispondono, a vario titolo, di omessa presentazione di dichiarazione ai fini dell’Iva e delle imposte dirette e occultamento o distruzione di documenti contabili.

Secondo quanto accertato dai militari coordinati dalla Procura di Trani, la società avrebbe omesso il pagamento dell’Iva e dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società, per circa 700mila euro. L’evasione è stata scoperta nell’ambito di una verifica di natura fiscale da cui sono emerse “gravi irregolarità di carattere penale e tributario”, riferisce una nota della guardia di finanza. Il sequestro preventivo per equivalente finalizzato alla confisca riguarda conti correnti, depositi bancari, autovetture, partecipazioni sociali, titoli azionari e immobili.

Bari, la Guardia di Finanza scopre 20 barche sconosciute al Fisco: multe per un valore di 3 milioni di euro

I militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari hanno identificato negli approdi del capoluogo diverse imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera, di fatto appartenenti a cittadini italiani. La verifica successiva circa gli obblighi fiscali che disciplinano la proprietà di imbarcazioni all’estero, nell’ambito del cosiddetto ‘monitoraggio fiscale’, ha consentito alle Fiamme Gialle di riscontrare la mancata compilazione del quadro relativo al monitoraggio su investimenti e attività finanziarie all’estero, della dichiarazione dei redditi da parte dei rispettivi titolari. In particolare, sulla scorta della documentazione, i finanzieri hanno accertato che 20 unità da diporto sottoposte a controllo (battenti bandiera estera) sono risultate completamente sconosciute al fisco.

L’omessa dichiarazione di tali imbarcazioni, riferita agli ultimi cinque anni d’imposta, comporterà l’irrogazione di sanzioni amministrative su un valore stimato delle imbarcazioni di circa 3.000.000 di euro. Il considerevole numero di bandiere estere issate sulle imbarcazioni da diporto di proprietà di cittadini italiani è riconducibile al cosiddetto fenomeno del ‘flagging out’, attraverso il quale molti proprietari di natanti, in alcuni casi yacht di lusso, preferiscono ‘emigrare’, solo sulla carta, verso registri navali esteri, dismettendo così la bandiera nazionale, nel tentativo di nasconderne il possesso al fisco italiano e realizzare una notevole riduzione dei costi di gestione riferiti alle dotazioni di sicurezza e alle periodiche revisioni, nonché di acquisire la possibilità di navigare senza limitazioni.