Taranto, a fuoco deposito di materiali da imballaggio: nel cielo si alza una nube nera. Foto e video virali sui social

Un vasto incendio è divampato questa mattina all’interno di un capannone con deposito di materiali da imballaggio in zona Bellavista, nella zona industriale di Taranto. L’incendio ha generato una enorme nube nera, visibile anche a chilometri di distanza, che ha oscurato il cielo.

Non ci sarebbero feriti. Numerose le segnalazioni da parte di cittadini allarmati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con diversi mezzi per domare le fiamme, oltre a polizia e carabinieri. Sono stati avviati accertamenti per chiarire le cause dell’incendio. Foto e video della nube nera sono virali sui social network. In corso anche controlli dell’Arpa per verificare la natura delle emissioni

Detenuto dà fuoco alla stanza, tragedia sfiorata nel carcere minorile di Bari. Sappe: “Scenario inaccettabile”

“La giornata di sabato è stata disastrosa per i penitenziari pugliesi poiché dopo l’aggressione di un poliziotto nel carcere di Taranto, nella stessa serata un minore straniero ristretto nel carcere minorile di Bari con problemi psichiatrici ha dato fuoco alla stanza in cui era ospitato con altri due stranieri, creando caos all’interno della sezione ove era ristretto. Il pronto intervento dei poliziotti in servizio in servizio ha evitato che il drammatico evento si trasformasse in tragedia, poiché il velenoso fumo del materasso ignifugo che aveva avvolto la stanza eppoi propagatosi in tutta la sezione, non avrebbe lasciato scampo all’incendiario ed agli altri ristretti. Dalle notizie in nostro possesso sembrerebbe che proprio chi ha appiccato il fuoco è stato accompagnato d’urgenza presso l’ospedale da dove dopo le cure del caso è stato dimesso e riaccompagnato al Fornelli”. Inizia così il comunicato del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria.

“Si ritiene inaccettabile la politica dell’amministrazione penitenziaria minorile poiché due dei tre occupanti la stanza incendiata, provenivano dal carcere minorile di Milano Beccaria ove avevano creato grandi problemi, dopo essere passati da Roma creando anche li guai per poi arrivare a Bari che in questo momento vive una situazione drammatica a seguito del sovraffollamento dei detenuti a cui fa da contraltare la grave carenza di poliziotti, circa una ventina (la metà) – si legge -. Ma come è possibile che i Dirigenti della giustizia minorile invece di affrontare i problemi per risolverli, li scaricano alle strutture minorili che non hanno alcuna possibilità per gestire tali detenuti? E’ mai possibile che si possa permettere a dei ragazzi che noi chiamiamo delinquenti, tanto cari ad una certa politica che li coccola e non solo, di andare in giro per la nazione a distruggere sezioni mettendo a rischio anche la vita degli altri ristretti nonché dei poliziotti penitenziari? Perché questi criminali non vengono trattati così come avviene nei penitenziari di nazioni più civili delle nostre come l’Inghilterra, Stati Uniti? Perché si permette a pochi delinquenti di fare tutto quello che vogliono nelle carceri minorili come accaduto proprio nel carcere di Milano? Perché non si trattano questi personaggi che mettono a ferro e fuoco le nostre carceri per minori, facendo danni ingenti e creando problemi anche agli altri ristretti, come meritano?”

“Il SAPPE non può non ringraziare i tre poliziotti che quella sera gestivano l’intero Istituto e che hanno messo a repentaglio la propria vita per salvarla a a questi irresponsabili, nonché riportare la calma nella sezione ove si era creato forte malessere e protesta da parte degli altri ristretti preoccupati dal fumo che avvolgeva la sezione – conclude -. Il SAPPE chiede inoltre che si proceda con un immediato sfollamento del Fornelli nonché con l’invio urgente presso la struttura minorile di almeno 10 unità per far fronte alla situazione e garantire la sicurezza del carcere nonché dei ristretti”.

Brucia la Puglia, incendi dal Gargano al Salento: focolai attivi a Vieste e San Cataldo

Sono al momento sotto controllo gli incendi a Vieste, in provincia di Foggia; e a San Cataldo, a pochi chilometri da Lecce. In entrambi i casi sono ancora in corso le operazioni di spegnimento di alcuni focolai che potrebbero essere alimentati dal vento di maestrale.

A Vieste, nella baia San Felice, dove ieri sono stati evacuati 2mila turisti da tre strutture ricettive, sono ripresi da dieci minuti i lanci di acqua con i canadair, mentre da terra sono state impegnate per tutta la notte una cinquantina di unità tra operatori del servizio anti incendio boschivo dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, vigili del foco, forestali, protezione civile e volontari. Per precauzione è stato richiesto il distacco delle linee elettriche della zona. Anche l’incendio a Monte Sant’Angelo, sempre in provincia di Foggia, è ancora in corso ed è stato richiesto l’intervento aereo.

A San Cataldo, in Salento, stamattina sono iniziate le operazioni di bonifica: il primo bilancio è di 90 ettari bruciati con una intera pineta inghiottita dalle fiamme che hanno avvolto anche alcune villette, due auto, una sessantina di giardini privati e decine di gazebo.