Omicidio Danieli a Galatone, il 45enne Cosimo Loiola fa scena muta davanti al gip. Il legale: “Molto scosso”

Cosimo Loiola, il 45enne di Galatone fermato con l’accusa di aver ucciso il 66enne Sebastiano Danieli la notte dell’11 febbraio scorso in campagna, ha fatto scena muta davanti al gip durante l’interrogatorio.

Il legale ha riferito che dopo aver fornito le sue generalità non ha più parlato perché “molto scosso”. Nelle prossime ore è attesa la decisione sulla convalida o meno del fermo, domani sarà conferito l’incarico per l’autopsia che sarà svolta tra venerdì e sabato.

Omicidio a Galatone, ucciso il 66enne Sebastiano Danieli: il presunto killer non confessa. Domani l’autopsia

Si terrà questa mattina, nel carcere di Borgo San Nicola, l’interrogatorio di convalida del fermo per Cosimo Loiola, il 45enne di Galatone accusato dell’omicidio di Sebastiano Danieli, il 66enne trovato morto nel suo podere con una profonda ferita alla testa.

Secondo le prime informazioni Loiola non ha confessato l’omicidio ed è stato anche poco collaborativo durante i primi interrogatori nella caserma di Gallipoli. L’autopsia sarà conferita nella giornata di domani, venerdì 14 febbraio.

Nello stesso giorno dovrebbe svolgersi l’esame autoptico sul corpo della vittima, attualmente nella camera mortuaria del Fazzi di Lecce. Danieli sarebbe stato ucciso con un’ascia di ferro, raggiunto prima alla schiena, poi alla nuca.

Omicidio a Galatone, ucciso il 66enne Sebastiano Danieli: fermato il vicino 45enne Cosimo Loiola

Il 45enne Cosimo Loiola è stato sottoposto a fermo per l’omicidio del 66enne Sebastiano Danieli, trovato morto ieri con una profonda ferita alla testa nel suo appezzamento di terra a Galatone, in provincia di Lecce.

Il movente dell’omicidio sarebbe legato a dissidi per confini terrieri. Loiola infatti è il suo vicino di podere. Già in passato i due avevano litigato. Il 45enne non avrebbe ancora confessato.

L’arma usata per il delitto è stata ritrovata, si tratta di un’ascia che era custodita a casa di Loiola. Il fermo è stato disposto dal pubblico ministero Rosaria Petrolo.

I familiari della vittima, sentiti dai carabinieri, hanno riferito di precedenti minacce di Loiola a Danieli, rivolte anche recentemente. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Gallipoli coordinati dal capitano Alessandro Monti, e dal personale del nucleo investigativo provinciale diretto dal tenente colonnello Cristiano Marella.

Ad aiutare gli inquirenti anche le immagini delle telecamere delle vicine abitazioni installate nella zona dell’omicidio e lungo il tragitto percorso dal presunto assassino sia prima che dopo l’omicidio. Loiola, che non ha rilasciato alcuna versione sull’accaduto, è stato portato in carcere.

Omicidio a Galatone, ucciso il 66enne Sebastiano Danieli: cadavere trovato in campagna

Un pensionato 66enne, Sebastiano Danieli, è stato ucciso a Galatone, in provincia di Lecce. Secondo i primi accertamenti l’uomo sarebbe stato colpito con un oggetto contundente alla testa.

Tra le prime ipotesi sul movente, quella che l’uomo possa essere stato ucciso per dissidi legati ai confini della campagna in cui il corpo è stato trovato riverso per terra, con una profonda ferita al capo.

Il corpo è stato notato da un automobilista che passava nella stradina adiacente all’appezzamento di terra delimitato da un muretto a secco molto basso. E’ stato lui a chiamare i carabinieri.

Sono intervenuti il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, il sostituto procuratore di turno Rosaria Petrolo, il medico legale, e i carabinieri del nucleo investigativo di Lecce.

Precipita da oltre 4 metri, Giancarlo Misciali non ce l’ha fatta: il 52enne di Galatone muore dopo 5 mesi

Giancarlo Misciali non ce l’ha fatta. L’operaio 52enne, precipitato da oltre 4 metri mentre stava ricucendo la rete di un campetto da calcio in una struttura sportiva privata a Galatone, è deceduto dopo oltre 5 mesi di coma. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente. Il suo collega di 35 anni riportò solo una frattura.

Sul caso è stato aperta un’inchiesta e nel fascicolo degli indagati risultano i nomi del committente e del titolare della ditta che stava effettuando i lavori. L’accusa è di omicidio colposo aggravato, commesso con violazione delle norme per la prevenzione sugli infortuni sul lavoro. Disposta l’autopsia sul corpo della vittima.