“Ancora una volta, a distanza di meno di un anno e nella stessa zona, si ritiene che vi sia stato un avvelenamento di tre gattini, di circa cinque mesi. Questo, ovviamente, non lo dico io ma un medico veterinario che, nel contempo, ci mette in allerta su possibili avvelenamenti messi in atto. Ed io, al medico veterinario, ci credo perché in quella stessa zona circa un anno fa è avvenuto un episodio similare”. Inizia così la denuncia social del sindaco di Cellamare, Gianluca Vurchio.
“E se il medico veterinario mi/ci mette in allerta, io invece ho più di un dovere sul tema: il primo è quello di avviare ogni utile accertamento, attraverso l’Asl competente, che si tratti di avvelenamento e per questo ho chiesto che si avvii ogni utile procedimento autoptico sui corpi dei piccoli gattini, affinché venga accertato dai medici dell’area veterinaria della Asl Bari l’avvelenamento – le sue parole -. Il secondo sarà, una volta accertato e diagnosticato l’avvelenamento, quello di recarmi presso i Carabinieri per denunciate formalmente quanto avvenuto contro ignoti, ma specificando che il tutto si è consumato in Via Nino Bixio e che esattamente 45 settimane fa (conservo ogni utile documentazione), sempre nella stessa via, si è riverificato un atto simile. Se qualcuno pensa di poterla fare franca o di continuare a perpetrare ai danni di animali tali atti, è completamente fuori strada. Un atto indegno, spregevole e che solo un cittadino senza cuore e senza un minimo di amore verso il prossimo, potrebbe aver compiuto. Una merda di persona, insomma. Come Comune di Cellamare, nel corso di questi anni, grazie al consigliere delegato, Rita Traversa prima e Patrizia Di Gioia dopo, assieme al delegato al randagismo Lucia Lafaenza, abbiamo fatto tantissimo sulla tutela degli animali e sul loro benessere e non permeteremo che ci sia gente che avvelena gli animali. Questo, oltre che ad esser indicibile in un paese civile, è un reato che viene punito dalla Legge ed io, assieme all’Amministrazione Comunale ed ai cittadini per bene, ci batteremo affinché chi compie tali gesti venga assicurato nelle mani dell’Autorità Giudiziaria”.