Voto di scambio e mafia, la strategia di Olivieri: processo con l’abbreviato per evitare i 10 anni di condanna

Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale e marito di Maria Carmen Lorusso è finito in carcere lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso ed estorsione, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato. L’obiettivo è quello di evitare la condanna di 10 anni, da scontare comunque in carcere, cercando di avvicinarsi più ai 5 anni di pena.

Tutti i 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Oltre a Giacomo Olivieri, ci sono la moglie Maria Carmen Lorusso (ex consigliera comunale di Bari), il padre di lei, Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, ma anche gli esponenti dei clan Parisi-Palermiti (Savino Parisi, Eugenio Palermiti, Tommy Parisi, Giovanni Palermiti, Tommaso Lovreglio) Montani e Strisciuglio.

La prima udienza è stata fissata il 2 luglio davanti alla Seconda sezione penale. Gli imputati, nel corso degli interrogatori, non hanno cambiato il quadro accusatorio e ora toccherà ai loro avvocati cercare di capovolgere la situazione. Il reato di voto di scambio politico-mafioso è contestato a 19 persone, in totale sono 38 i capi di imputazione invece per l’associazione mafiosa Parisi-Palermiti.

Olivieri si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Trattandosi di fatti di mafia, si trova lì perché deve trascorrere la custodia cautelare nel circuito della cosiddetta alta sicurezza. È rinchiuso in una cella doppia della sezione Alta Sicurezza 3 (tra cui ci sono i reati mafiosi), il regime carcerario però è durissimo e sotto solo a quello del 41bis. Sono previste solo 4 telefonate al mese con i familiari, mentre con la moglie i colloqui e i contatti sono interrotti dal giorno dell’arresto. Nei suoi confronti va ricordato che è stato aperto anche un procedimento da parte dell’Ordine degli avvocati.

“La caccia è a te sei fatto”, Olivieri svela la talpa nell’interrogatorio: “Canonico mi disse che ero intercettato”

Canonico, va precisato, non risulta indagato in questo filone d’inchiesta, ma nell’altro in cui il reato è sempre quello del voto di scambio in cui sono coinvolti l’ex consigliera comunale di Bari, Francesca Ferri, e il suo compagno Filippo Dentamaro. Il caso però è spinoso e riguarda la possibile ennesima fuga di notizie.

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Olivieri e la “strana versione” sui clan Montani, Parisi e Strisciuglio: il procuratore Rossi sbotta nell’interrogatorio

Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lo scorso 6 maggio in Procura alla presenza del procuratore Roberto Rossi e dei pm della Dda, ha fornito la propria versione dei fatti, smentendo di conoscere le persone vicine ai clan mafiosi a cui si sarebbe rivolto per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari.

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Voto di scambio e mafia a Bari, in 124 a processo: prima udienza il 2 luglio. Tra loro Giacomo Olivieri e i Lorusso

I 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Tra loro anche gli esponenti del clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio.

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Il carcere di massima sicurezza, le 4 telefonate al mese e il procedimento dell’Ordine: la nuova vita di Olivieri

Olivieri, interrogato lunedì a Bari, ha fatto già ritorno nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Trattandosi di fatti di mafia, Olivieri si trova lì perché deve trascorrere la custodia cautelare nel circuito della cosiddetta alta sicurezza. È rinchiuso in una cella doppia della sezione Alta Sicurezza 3, il regime è durissimo e sotto solo al 41bis.

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Olivieri conferma: “Ho comprato voti con soldi, regali e buoni benzina”. Poi si difende: “Estraneo alla mafia”

Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lunedì scorso a Bari, ha ammesso di aver comprato voti pagando e offrendo buoni benzina, spesa e regali per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari, ma allo stesso tempo ha negato di sapere che quelli a cui stava chiedendo voti erano persone vicine ai clan baresi.

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Mafia a Bari, il “re delle rapine” Angelo Falco finisce in carcere: la visita di Olivieri a casa sua mentre è ai domiciliari

L’attività investigativa svolta ha ampiamente dimostrato come il 62enne attinto dal provvedimento giudiziario sia un soggetto dalla notevole caratura criminale, ritenuto contiguo al clan “Parisi”, costantemente impegnato nel tessere relazioni criminali, nonostante stesse scontando una pena in regime di detenzione domiciliare.

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Messina, Olivieri e i 50mila euro cash per il QI. La telefonata: “Vendi sto ca**o di giornale” (3)

Questa volta ci occupiamo della trattativa che c’è stata per il passaggio del giornale dalle mani di Giacomo Olivieri a quelle di Mauro Messina, nel periodo caldo della maxi inchiesta che ha provocato il primo terremoto giudiziario a Bari. Un affare, di cui vi sveliamo anche le cifre, che ha rischiato di saltare all’ultimo, prima dell’intervento leggendario di Antonio. 

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Maxi inchiesta a Bari, indagini verso la fine: Olivieri scrive nel carcere di massima sicurezza il suo memoriale

Per Michele Piscitelli e Mirko Massari, accusati di aver venduto il proprio voto all’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, la custodia in carcere è stata sostituita con quella ai domiciliari. Nelle prossime ore sono in programma le ultime discussioni sui ricorsi, poi le indagini si chiuderanno.

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