Legge anti-sindaci, impugnata la norma della Regione Puglia. Emiliano: “Non ci opporremo al Governo”

“Ve lo sto dicendo in anticipo. La giunta regionale, fra poco, deciderà di non resistere dinanzi alla Corte Costituzionale alla impugnazione della legge sui sindaci”.

Lo ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano, intervenendo durante i lavori del Consiglio regionale. Il riferimento è alla norma “anti-sindaci”, approvata nella legge di stabilità regionale e che impone ai sindaci che vogliono candidarsi alle prossime elezioni regionali, di dimettersi 180 giorni prima della scadenza della legislatura.

Per sollecitare una modifica della legge, i sindaci pugliesi avevano dato vita ad un flash mob nell’Agorà del Consiglio regionale lo scorso 21 marzo.

“Su questo punto – ha aggiunto Emiliano – l’Avvocatura ritiene di non avere elementi per resistere e, quindi, se non ci sono suggerimenti da parte vostra – ha detto riferendosi ai consiglieri di entrambi gli schieramenti – la giunta deciderà di non resistere e di non frapporre argomentazioni a confutazione”.

La Regione Puglia impugna il bilancio dello Stato, Emiliano alla Meloni: “Tolti soldi degli indennizzi per i vaccini”

“Abbiamo deciso d’impugnare dinanzi alla Corte costituzionale il bilancio dello Stato per il 2025, nella parte in cui addebita alla Regione Puglia il pagamento di indennizzi in favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati (c.d. indennizzi emotrasfusi), per una competenza chiaramente statale, con un onere annuale regionale di circa 22 milioni di euro”.

Lo dichiarano il presidente Emiliano, il vicepresidente Piemontese e l’assessore Amati. “La problematica, seppur risalente nel tempo, ha subito negli ultimi anni un notevole aggravio anche in considerazione della pretesa, avanzata dai Ministeri dell’Economia e della Salute, di escludere tali risorse dal Fondo e dalla perimetrazione sanitaria”, aggiungono.

“Un’ingiustizia che pesa in termini vitali sul bilancio della Regione, già impegnato per contributi alla Stato per circa 66 milioni quest’anno, per circa 97 milioni per il 2026, 2027 e 2028, e 107 milioni per il 2029”, concludono Emiliano, Piemontese e Amati.

Autonomia differenziata, il referendum della Puglia è inammissibile. Emiliano: “Resta effetto demolitorio”

“L’inammissibilità del referendum non scalfisce l’esito del risultato raggiunto dalla Puglia insieme alle altre Regioni che ha già prodotto un effetto demolitorio della legge Calderoli”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dopo la decisione della Corte costituzionale di ritenere inammissibile il quesito referendario per l’abrogazione della Legge dell’autonomia differenziata.

“La decisione della Puglia di impugnare la legge Calderoli dinanzi alla Corte costituzionale – prosegue – si rivela oggi una scelta ancor più saggia e lungimirante. Come è noto, la legge è stata già ampiamente rimaneggiata dalla sentenza n. 192 del 2024 della Corte costituzionale che ne ha dichiarato illegittime ampie parti ed altre le ha reinterpretate in senso conforme alla Costituzione, rendendola sostanzialmente inapplicabile così com’è”.

“Sono quindi molto orgoglioso che la Puglia per prima abbia trovato la strategia giusta per depotenziare totalmente l’autonomia differenziata. Dopo la sentenza della Corte costituzionale, infatti, il 116 comma 3 Cost. non può più servire a spaccare l’Italia in violazione del principio di solidarietà”, aggiunge.

“Quel che ne è residuato – conclude Emiliano – è un testo così monco da rendere necessario ricominciare il lavoro normativo, restituendo centralità al Parlamento che, se proprio lo vorrà, dovrà ripartire dai principi costituzionali in tema di regionalismo differenziato che ora sono nitidi, perché la Corte, finalmente, li ha chiariti”.

Il Governo taglia i fondi, saltano i 600 milioni per il Nodo di Bari Nord. Rfi rassicura: Rispetteremo i tempi”

Il Governo ha tagliato i fondi per il Nodo ferroviario Bari Nord a causa dei troppi ritardi. Il progetto non è partito nel termine del 30 giugno 2024. A rivelarlo è la Cgil. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha infatti deciso di definanziare l’opera che prevedeva la realizzazione di un nuovo tratto ferroviario tra le stazioni di Giovinazzo e Bari Parco Nord. Bruciati i 608 milioni degli 804 milioni di finanziamento pubblico, il sindacato chiede ora aiuto alla Regione affinché venga attivata “la cabina di regia per capire nel dettaglio le cause della scelta del Governo”.

“Vogliamo che qualcuno si assuma le responsabilità per questo definanziamento gravissimo anche in termini di mancata ricaduta occupazionale che avrebbe avuto – dice la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci – e chiediamo quali strade alternative ci siano per non disperdere un lavoro ventennale. Governo, Rfi e Regione ci diano spiegazioni e avviino al più presto un confronto allargato alle parti sociali”. Fonti di Rfi spiegano che la decisione del Cipess non impatterà sui tempi di cantierizzazione.

Il 20% ai Comuni e ingresso del Governo nel CdA: Aqp si trasforma dopo l’accordo tra Regione Puglia e Fitto

Il 20% della società di Acquedotto Pugliese passa ai Comuni e il Governo entra nel CdA. Questo è alla base dell’accordo politico tra la Regione Puglia e il ministro Raffaele Fitto. Acquedotto Pugliese continuerà a gestire il servizio idrico per altri 30 anni, scongiurando così l’ipotesi di una gara d’appalto nel 2025, ma si trasformerà. La proprietà resta nelle mani della Regione Puglia, ma si andrà verso una nazionalizzazione con il Governo che avrà un ruolo operativo in tutte le scelte. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno.

Palazzo Chigi, due mesi fa, aveva impugnato la leggere regionale che avrebbe consentito l’affidamento diretto, ieri è stato presentato un emendamento governativo alla Finanziaria che consente l’affidamento del servizio idrico secondo il modello delle società in house, superando i profili di illegittimità costituzionale che inficiavano la stessa legge regionale. “A seguito dell’approvazione dell’emendamento governativo la Regione Puglia provvederà ad adeguare la legge regionale in materia, consentendo così di evitare il pronunciamento della Corte costituzionale per il venir meno di tutti i profili di incostituzionalità originariamente denunciati dal Governo con il proprio ricorso”, si legge in una nota del Ministero.

Regione Puglia-Governo, fumata bianca grazie a Fitto: Aqp gestirà il servizio idrico per altri 30 anni

Accordo tra la Regione Puglia e il Governo: Acquedotto Pugliese continuerà a gestire il servizio idrico per altri 30 anni. Il ministro Raffaele Fitto ha fatto da mediatore tra le parti. Superato così il clima di incertezza in vista del 31 dicembre 2025, data di scadenza della concessione. Palazzo Chigi, due mesi fa, aveva impugnato la leggere regionale che avrebbe consentito l’affidamento diretto, in giornata è stato presentato un emendamento governativo alla Finanziaria che consente l’affidamento del servizio idrico secondo il modello delle società in house, superando i profili di illegittimità costituzionale che inficiavano la stessa legge regionale.

“A seguito dell’approvazione dell’emendamento governativo la Regione Puglia provvederà ad adeguare la legge regionale in materia, consentendo così di evitare il pronunciamento della Corte costituzionale per il venir meno di tutti i profili di incostituzionalità originariamente denunciati dal Governo con il proprio ricorso”, si legge in una nota del Ministero.

Università e scuola, studenti in protesta contro il governo Meloni: doppio corteo il 15 novembre a Bari

Domani, venerdì 15 novembre, si svolgeranno in città due manifestazioni in occasione dello sciopero nazionale studentesco che vedrà scendere in piazza associazioni e sindacati degli studenti, assieme ad altre realtà sociali. Un primo corteo, organizzato da “Link” e “Zona Franka” partirà da piazza Aldo Moro, mentre un secondo corteo, organizzato da “OSA”, partirà da piazza Umberto. Al centro le riforme universitarie e la gestione della scuola del governo Meloni. La Ripartizione Infrastrutture, Viabilità e Opere Pubbliche rende noto che, per consentire lo svolgimento delle due manifestazioni, sono state istituite, con apposita ordinanza, alcune limitazioni temporanee al traffico e alla viabilità.

Nello specifico, l’ordinanza prevede, per domani venerdì 15 novembre: dalle ore 5 e, comunque, fino al termine delle esigenze, l’istituzione del divieto di fermata su piazza Libertà, esclusivamente per il lato prospiciente il Palazzo dell’Economia; dalle ore 9, relativamente al passaggio del corteo, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: piazza A. Moro, via Nicolò Dell’Arca, via G. Davanzati, via De Giosa, via Imbriani, piazza Diaz; dalle ore 9, relativamente al passaggio del corteo, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: piazza Umberto I, via Nicolai, via Cairoli, via Dante, corso Cavour, piazzale IV Novembre, corso Vittorio Emanuele II, piazza Libertà (lato Palazzo dell’Economia). Inoltre, Amtab informa che, durante il passaggio dei manifestanti, potrebbero verificarsi alcuni ritardi per i bus delle linee che percorrono le vie attraversate dai cortei o limitrofe.

Corteo per la pace a Bari, in campo studenti con Cgil e Anpi: “Fermiamo tutte le guerre”. Fischi contro il governo

È partito da piazza Massari ed è arrivato in piazza Prefettura il corteo per la giornata di mobilitazione nazionale per la pace, una manifestazione che coinvolge oggi sette città italiane per dire ‘no’ a tutte le guerre. Oltre alla Cgil è presente anche l’Anpi insieme ad altre associazioni, anche studentesche.

Durante il corteo ci sono stati cori contro l’Esecutivo (“governo attento, ancora fischia il vento”, frase ripresa da una famosa canzone partigiana) e a sostegno dei palestinesi (“siamo tutti antisionisti”). “Non basta dire che siamo contrari alle guerre, bisogna costruire la pace con la politica e con le scelte economiche e finanziarie. Siamo in un’economia di guerra, le piazze di oggi sono un grido di dolore ma anche di speranza”, ha detto Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia.

L’assessora alla Cultura di Bari, Paola Romano, ha sottolineato come “oggi più che mai Bari è una città operatrice di pace, nel solco di una grande tradizione pacifista che nasce con don Tonino Bello. Siamo qui in piazza – ha aggiunto – per ribadire il ruolo della città di Bari come costruttrice di pace”.

Patto di Coesione con la Puglia, il Governo rassicura: “Firma a breve opportunità unica per la Regione”

“La data del 22 ottobre per la sottoscrizione dell’Accordo Coesione con la Regione Puglia non era definitiva, ma una mera ipotesi che si era prospettata nel corso di colloqui informali”. È quanto si apprende dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio in merito alle ricostruzioni recenti offerte dopo la notizia del forfait della premier Meloni in occasione del Festival delle Regioni a Bari, il secondo dopo quello della Fiera del Levante. 

Il governo, sottolineano le stesse fonti, “ha confermato il pieno impegno e l’assoluta volontà politica di giungere, in tempi rapidi, alla sottoscrizione dell’Accordo. Tuttavia, come nel caso dei diciannove Accordi già sottoscritti con Regioni e Province autonome, la definizione dell’Accordo per la coesione è il frutto di una puntuale istruttoria sull’utilizzo delle risorse del precedente periodo di programmazione e sulle proposte progettuali per il nuovo ciclo di programmazione, un processo rigoroso che serve ad evitare gli errori e i ritardi nella spesa dei fondi per la coesione sperimentati in passato, soprattutto al Sud”.

La riforma della politica di coesione, viene sottolineato, “si è posta l’obiettivo di rafforzare la capacità delle amministrazioni di spendere di più, ma anche di spendere meglio le risorse della coesione”. Dunque, “il lavoro prosegue” perché “si giunga quanto prima alla definizione dell’Accordo, un’opportunità unica per lo sviluppo della Regione Puglia”.

Sanità Puglia, il Governo impugna la legge regionale sulla vaccinazione contro il papilloma virus: l’ira di Emiliano

“L’impugnativa del governo nazionale nei confronti della legge regionale pugliese che promuove la vaccinazione contro il papilloma virus e introduce misure di prevenzione per il carcinoma del collo dell’utero rappresenta non solo un attacco alle competenze legislative della Regione Puglia, ma anche una chiara disconnessione dalla realtà sanitaria e sociale che viviamo. La legge regionale n. 22 del 30 maggio 2024 si fonda su un principio etico: proteggere la salute dei cittadini, in particolare dei più giovani. È inaccettabile che il governo, guidato da una visione miope, scelga di opporsi a iniziative che mirano a garantire una vita più sana ai pugliesi”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

“La legge pugliese non impone obblighi, ma richiede un’informazione consapevole e responsabile, stabilendo che l’iscrizione scolastica sia subordinata alla presentazione di documentazione riguardante la vaccinazione contro l’HPV, con la possibilità che ci si rifiuti di presentarla, nel rispetto, perciò, del diritto di scelta – le parole del vice presidente Raffaele Piemontese -. Questo approccio educa e informa, elementi fondamentali per combattere la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione. Ci saremmo aspettati cooperazione non l’ennesima impugnazione di legge regionale”.