Università e scuola, studenti in protesta contro il governo Meloni: doppio corteo il 15 novembre a Bari

Domani, venerdì 15 novembre, si svolgeranno in città due manifestazioni in occasione dello sciopero nazionale studentesco che vedrà scendere in piazza associazioni e sindacati degli studenti, assieme ad altre realtà sociali. Un primo corteo, organizzato da “Link” e “Zona Franka” partirà da piazza Aldo Moro, mentre un secondo corteo, organizzato da “OSA”, partirà da piazza Umberto. Al centro le riforme universitarie e la gestione della scuola del governo Meloni. La Ripartizione Infrastrutture, Viabilità e Opere Pubbliche rende noto che, per consentire lo svolgimento delle due manifestazioni, sono state istituite, con apposita ordinanza, alcune limitazioni temporanee al traffico e alla viabilità.

Nello specifico, l’ordinanza prevede, per domani venerdì 15 novembre: dalle ore 5 e, comunque, fino al termine delle esigenze, l’istituzione del divieto di fermata su piazza Libertà, esclusivamente per il lato prospiciente il Palazzo dell’Economia; dalle ore 9, relativamente al passaggio del corteo, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: piazza A. Moro, via Nicolò Dell’Arca, via G. Davanzati, via De Giosa, via Imbriani, piazza Diaz; dalle ore 9, relativamente al passaggio del corteo, è istituito il divieto di circolazione sul seguente percorso: piazza Umberto I, via Nicolai, via Cairoli, via Dante, corso Cavour, piazzale IV Novembre, corso Vittorio Emanuele II, piazza Libertà (lato Palazzo dell’Economia). Inoltre, Amtab informa che, durante il passaggio dei manifestanti, potrebbero verificarsi alcuni ritardi per i bus delle linee che percorrono le vie attraversate dai cortei o limitrofe.

Corteo per la pace a Bari, in campo studenti con Cgil e Anpi: “Fermiamo tutte le guerre”. Fischi contro il governo

È partito da piazza Massari ed è arrivato in piazza Prefettura il corteo per la giornata di mobilitazione nazionale per la pace, una manifestazione che coinvolge oggi sette città italiane per dire ‘no’ a tutte le guerre. Oltre alla Cgil è presente anche l’Anpi insieme ad altre associazioni, anche studentesche.

Durante il corteo ci sono stati cori contro l’Esecutivo (“governo attento, ancora fischia il vento”, frase ripresa da una famosa canzone partigiana) e a sostegno dei palestinesi (“siamo tutti antisionisti”). “Non basta dire che siamo contrari alle guerre, bisogna costruire la pace con la politica e con le scelte economiche e finanziarie. Siamo in un’economia di guerra, le piazze di oggi sono un grido di dolore ma anche di speranza”, ha detto Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia.

L’assessora alla Cultura di Bari, Paola Romano, ha sottolineato come “oggi più che mai Bari è una città operatrice di pace, nel solco di una grande tradizione pacifista che nasce con don Tonino Bello. Siamo qui in piazza – ha aggiunto – per ribadire il ruolo della città di Bari come costruttrice di pace”.

Patto di Coesione con la Puglia, il Governo rassicura: “Firma a breve opportunità unica per la Regione”

“La data del 22 ottobre per la sottoscrizione dell’Accordo Coesione con la Regione Puglia non era definitiva, ma una mera ipotesi che si era prospettata nel corso di colloqui informali”. È quanto si apprende dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio in merito alle ricostruzioni recenti offerte dopo la notizia del forfait della premier Meloni in occasione del Festival delle Regioni a Bari, il secondo dopo quello della Fiera del Levante. 

Il governo, sottolineano le stesse fonti, “ha confermato il pieno impegno e l’assoluta volontà politica di giungere, in tempi rapidi, alla sottoscrizione dell’Accordo. Tuttavia, come nel caso dei diciannove Accordi già sottoscritti con Regioni e Province autonome, la definizione dell’Accordo per la coesione è il frutto di una puntuale istruttoria sull’utilizzo delle risorse del precedente periodo di programmazione e sulle proposte progettuali per il nuovo ciclo di programmazione, un processo rigoroso che serve ad evitare gli errori e i ritardi nella spesa dei fondi per la coesione sperimentati in passato, soprattutto al Sud”.

La riforma della politica di coesione, viene sottolineato, “si è posta l’obiettivo di rafforzare la capacità delle amministrazioni di spendere di più, ma anche di spendere meglio le risorse della coesione”. Dunque, “il lavoro prosegue” perché “si giunga quanto prima alla definizione dell’Accordo, un’opportunità unica per lo sviluppo della Regione Puglia”.

Sanità Puglia, il Governo impugna la legge regionale sulla vaccinazione contro il papilloma virus: l’ira di Emiliano

“L’impugnativa del governo nazionale nei confronti della legge regionale pugliese che promuove la vaccinazione contro il papilloma virus e introduce misure di prevenzione per il carcinoma del collo dell’utero rappresenta non solo un attacco alle competenze legislative della Regione Puglia, ma anche una chiara disconnessione dalla realtà sanitaria e sociale che viviamo. La legge regionale n. 22 del 30 maggio 2024 si fonda su un principio etico: proteggere la salute dei cittadini, in particolare dei più giovani. È inaccettabile che il governo, guidato da una visione miope, scelga di opporsi a iniziative che mirano a garantire una vita più sana ai pugliesi”. Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

“La legge pugliese non impone obblighi, ma richiede un’informazione consapevole e responsabile, stabilendo che l’iscrizione scolastica sia subordinata alla presentazione di documentazione riguardante la vaccinazione contro l’HPV, con la possibilità che ci si rifiuti di presentarla, nel rispetto, perciò, del diritto di scelta – le parole del vice presidente Raffaele Piemontese -. Questo approccio educa e informa, elementi fondamentali per combattere la disinformazione e promuovere una cultura della prevenzione. Ci saremmo aspettati cooperazione non l’ennesima impugnazione di legge regionale”.

Schlein a Manfredonia: “Questo Governo sembra una saga di Beautiful. In Puglia risultati PD straordinari”

“Noi siamo qui a Manfredonia per la seconda volta dopo pochi mesi non solo per festeggiare la vittoria ma anche per la festa regionale del Partito democratico. Ricordo che abbiamo avuto un risultato straordinario qui in Puglia e che abbiamo raggiunto il risultato di essere il partito più votato al Sud alle scorse elezione europee”. Lo ha detto la segretaria del partito democratico Elly Schlein ieri sera a Manfredonia nel Foggiano dove è in corso fino a domenica la festa regionale dell’Unità.

“Quindi – ha aggiunto la segretaria – è un piacere tornare per rilanciare in queste settimane di settembre alcune battaglie fondamentali la prima delle quali il contrasto all’autonomia differenziata che vuole spaccare in due questo Paese e che vuole aumentare le diseguaglianze che il sud e le aree interne hanno già pagato sin troppo. Continueremo a raccogliere le firme anche a questa nostra festa. Continueremo ad insistere per il salario minimo, continueremo ad insistere ad inchiodare questo governo alle sue responsabilità sulla salute pubblica”. In questi giorni, ha chiosato la leader del Pd “è più chiaro che mai: non c’è più un governo. Sembra una saga di Beautiful. Io davvero non riesco a capacitarmi del fatto che in questi giorni la presidente del consiglio abbia passato un’ora e mezza ad occuparsi non delle liste d’attesa che si allungano, non dei redditi reali degli italiani che sono sei punti più bassi del 2008 ma a verificare gli scontrini di Sangiuliano”.

“Penso che questa vicenda abbia già imbarazzato a sufficienza questo Paese”, ha sottolineato Schlein proprio in riferimento alle polemiche che hanno travolto il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. “Mi chiedo – ha concluso la segretaria – per quale ragione Giorgia Meloni abbia respinto le dimissioni di Sangiuliano che erano probabilmente il primo atto opportuno del ministro da quando si è insediato”.

Ex Fibronit, i senatori FdI sul Parco della Rinascita: “La colpa non è del Governo ma del Comune di Bari”

La nota dei senatori Melchiorre e Zullo: “Il Governo Meloni ha proposto lo spostamento, e non il definanziamento come falsamente viene detto, della fonte di finanziamento dal PNRR ad altre fonti nazionali che non hanno il vincolo obbligatorio del 30 giugno 2026”.

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