Gravina, imprenditore pianifica con boss agguato allo zio: 6500 euro per scaricare un caricatore. Tre arresti – VIDEO

Un imprenditore di Gravina in Puglia, motivato da un desiderio di rivalsa nei confronti dello zio – ritenuto colpevole di condotte aggressive verso alcuni membri della famiglia nell’ambito di dissidi per motivi ereditari e di vicinato – si è accordato con un esponente di spicco della criminalità organizzata locale, pianificando un’azione intimidatoria mirata a colpire l’auto della vittima con diversi colpi di arma da fuoco.

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Orrore a Gravina, gattina presa a sassate e infilzata con stecchini di legno. LNDC: “Aiutateci a trovare il colpevole”

“Ennesimo episodio di violenza nei confronti di una gattina, vittima di una brutale aggressione nei pressi di un agriturismo di Gravina in Puglia”. Inizia così la denuncia social di LNDC Animal Protection. Si chiamava Rò ed era la mascotte di Tenuta Capotenda.

“La micetta sarebbe stata percossa o addirittura presa a sassate perché il corpo era tumefatto. Ma il particolare più inquietante è che sarebbe anche stata infilzata con degli stecchini di legno – si legge nel post -. Noi di LNDC abbiamo sporto denuncia e chiediamo collaborazione per identificare il colpevole: per arrivare a commettere atrocità di questo genere, vuol dire che si tratta di una persona che deve essere fermata e aiutata, prima di diventare un pericolo ancora maggiore”.

Blackout in casa, resta con i macchinari salvavita spenti: 35enne salvato dai Vigili del Fuoco a Gravina

Un 35enne di Gravina in Puglia è stato salvato dai Vigili del Fuoco ieri mattina. L’uomo, a causa di gravi patologie, ha bisogno continuamente per respirare di apparecchi sanitari. A causa di un blackout si è reso necessario sul posto l’intervento de Vigili del Fuoco, arrivati con un grosso gruppo elettrogeno. Sono riusciti ad alimentare l’intero appartamento, compresi i frigoriferi al cui interno ci sono i farmaci essenziali per il 35enne. Sul posto anche due generatori di riserva, utilizzabili per ogni evenienza. Dopo alcuni momenti di panico e terrore, la storia ha avuto un lieto fine. Con tanto di foto scattata tra i protagonisti della vicenda.

Femminicidio a Gravina, uccide la moglie e muore in carcere: disposta l’autopsia sulla salma di Lacarpia

Verrà conferito domani, al professor Biagio Solarino dell’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, l’incarico per svolgere l’autopsia sul cadavere di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina in Puglia (Bari) morto ieri nella sua cella del carcere di Bari in cui era recluso per l’omicidio della moglie, Maria Arcangela Turturo.

Lacarpia si sarebbe tolto la vita la notte tra ieri e lunedì, legando un’estremità del lenzuolo al suo collo e l’altra alle sbarre del letto della sua cella. L’allarme è stato lanciato dagli altri detenuti, ma all’arrivo degli agenti della polizia penitenziaria non c’era già più niente da fare. Nel pomeriggio di lunedì, poco prima di morire, aveva visitato la tomba della moglie nel cimitero di Gravina. Dopo l’autopsia la salma sarà restituita ai familiari e si potranno svolgere i funerali. Lacarpia finì in carcere lo scorso 6 ottobre con l’accusa di omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà, della moglie: prima avrebbe tentato di darle fuoco mentre la donna si trovava in macchina, poi l’avrebbe uccisa a mani nude.

Femminicidio a Gravina, Lacarpia si toglie la vita in carcere a Bari. Dubbi sulla morte: aperta inchiesta

La Procura vuole vederci chiaro sulla morte di Giuseppe Lacarpia, il 65enne che si è tolto la vita nella sua cella del carcere di Bari nella notte tra lunedì e martedì. L’uomo era stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie, la 60enne Maria Arcangela Turturo, a Gravina.

Lunedì aveva fatto visita per un’ora alla tomba della moglie nel cimitero di Gravina, dopo aver chiesto e ottenuto il permesso. Poche ore dopo si sarebbe tolto la vita in cella. La figlia, dopo aver “festeggiato” sui social la morte del padre, ha poi precisato: “Non è un festeggiamento, è giustizia per la mia mamma. Sono tutte preghiere fatte per lei”.

Le indagini dovranno stabilire se ci sono state falle nel sistema di sicurezza e se il suicidio poteva essere evitato. In passato Lacarpia infatti aveva già tentato due volte di togliersi la vita, senza successo, tanto da finire anche in ospedale. Bisogna capire anche perché ad esempio non è stata disposta la sorveglianza a vista per 24 ore. Sul corpo verrà effettuata l’autopsia.

Lacarpia si toglie la vita in carcere: 24 ore fa il permesso per visitare la moglie al cimitero di Gravina

Lacarpia, il 65enne che si è tolto la vita in carcere dopo aver ucciso la moglie Maria Arcangela Torturo, proprio nella giornata di ieri era riuscito ad ottenere il permesso per visitare la lapide della donna al cimitero di Gravina. La sua salma ora resta sotto sequestro nel carcere di Bari. Lacarpia è stato trovato sotto le coperte e avrebbe utilizzato una busta di plastica nera avvolgendola intorno alla testa. La sua morte sarebbe arrivata dunque per soffocamento, ma saranno gli accertamenti medici a stabilirlo.

Femminicidio a Gravina, 60enne uccisa dal marito: disposta nuova consulenza psichiatrica su Lacarpia

La Procura di Bari ha disposto una nuova consulenza psichiatrica su Giuseppe Lacarpia, il 65enne arrestato e accusato dell’omicidio volontario (con le aggravanti del legame di parentela, della premeditazione e della crudeltà) della moglie Maria Arcangela Turturo. L’incarico è stato conferito al medico Roberto Catanesi. Sarà valutata la sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto, la capacità di stare in giudizio e la sua eventuale pericolosità sociale. Lacarpia è affetto da demenza senile e principi di Alzheimer, anche questo dovrà essere valutato dal medico.

I fatti risalgono alla notte tra sabato 5 e domenica 6 ottobre: per l’accusa, Lacarpia avrebbe prima dato fuoco alla macchina mentre la moglie era ancora all’interno e poi, quando la donna ha provato a fuggire, l’avrebbe immobilizzata a terra causandole fratture alle gambe e al torace. La donna è poi morta nell’ospedale di Altamura, in cui era stata trasportata. Lacarpia, nell’ultimo interrogatorio, ha confermato la sua versione: “Ho provato a rianimarla, non volevo ucciderla”. A sostegno della tesi dell’accusa c’è un video di pochi secondi, girato da una ragazza che quella notte passava di là in macchina con alcuni amici, in cui si vedrebbe Lacarpia immobilizzare la donna a terra.